Tim Cup, Napoli-Lazio 0-1: Lulic manda i biancocelesti in finale

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logo Tim CupÈ stata scritta una pagina di storia, nessuna esagerazione. Perché vincere al San Paolo (non accadeva dall’8 marzo del 2009) in una semifinale di Coppa Italia davanti a 40mila napoletani non è cosa da tutti. Ci è riuscita la meravigliosa creatura di Stefano Pioli, che nel secondo tempo ha puntato il dito su Senad Lulic e l’ha spedito in campo. Il bosniaco s’è fatto trovare puntuale all’appuntamento fissato da Felipe Anderson, tornato ad essere devastante appena s’è spostato sulla fascia destra. È un 1-0 che sa d’impresa, difeso con i denti sino al 95esimo. E quando sembrava cosa fatta il pareggio del Napoli, Lulic, sempre lui, ha messo le ali ai piedi per salvare il minimo vantaggio. Sarà Lazio-Juventus il 7 giugno, sarà un Olimpico da impazzire.

FORMAZIONI – Capitan Mauri s’accomoda in panchina, Cataldi torna ad affiancare Biglia e Parolo in mediana. Pioli rispolvera il 4-3-3 in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia. Tra i pali c’è il portiere di coppa, Etrit Berisha, la linea a quattro di difesa è composta da Basta, de Vrij, Mauricio e Braafheid. Lì davanti, a supportare Miroslav Klose, Felipe Anderson e Candreva. Tra le fila del Napoli il grande escluso è Callejon, in campo vanno gli altri quattro tenori: Mertens, Hamsik, Gabbiadini e Higuain.

IN AVANSCOPERTA – Una partita di Premier League. L’aveva definita così all’andata Rafa Benitez. Gli ingredienti sono gli stessi del match dell’Olimpico, con l’aggiunta di qualche migliaio di tifosi: intensità, pressing, ritmi forsennati. Quattro minuti e Felipe Anderson trova il corridoio giusto per Candreva, il sinistro del numero 87 viene murato da Albiol. Risponde il Napoli con Inler, tocco morbido per Mertens che non trova l’impatto col pallone. Illusoria la prima giocata di Felipe Anderson. Il brasiliano stenta a entrare in partita, Pioli lo punzecchia a più riprese invitandolo a puntare Maggio sull’out di sinistra. Sembra in palla, invece, capitan Klose. Che al 19′ chiama Candreva alla conclusione: destro potente ma impreciso. Si svegliano i padroni di casa, con Inler che inganna Orsato (inesistente il contatto con Biglia) e si guadagna un calcio di punizione dai 25 metri. Il mancino velenoso di Gabbiadini coglie il palo alla sinistra di Berisha, urlo strozzato in gola per i 40mila supporters azzurri. Ci pensa ancora Klose a scuotere i suoi, poco dopo la mezz’ora anticipa Albiol (diffidato) e lo fa ammonire. L’intervallo s’avvicina, la chance d’oro capita sulla testa di Braafheid. Il cross col contagiri di Candreva mozza il fiato al San Paolo, ma il terzino olandese non ha il killer instict nel Dna.

TUTTO PER TUTTO – È un altro Napoli quello che entra in campo nella ripresa. Rabbioso, lucido, affamato. La Lazio perde le distanze tra i reparti e concede praterie agli uomini di Benitez. Dopo l’ammonizione – sacrosanta – rifilata a Mauricio per il fallo da dietro su Higuain, il Napoli sfonda sulla destra. Il cross rasoterra di Maggio attraversa tutta l’area, Higuain è pronto a battere a rete quando Basta gli sfila il pallone dai piedi. Fuori Cataldi, dentro Mauri: Pioli cala il jolly. Si gioca in apnea, al 60′ Klose viene steso all’ingresso in area da Albiol ma Orsato fa proseguire. Sul capovolgimento di fronte Gabbiadini illumina per Higuain tutto solo davanti a Berisha. Il controllo del Pipita è difettoso, sfuma un contropiede di platino.

L’UOMO DELLA STORIA – Cala il sipario sulla partita di Candreva, al suo posto c’è Senad Lulic. Sanguinoso al 68′ il retropassaggio di Braafheid, Berisha è attento e manda in fallo laterale. Mischia le carte anche Benitez, Callejon e De Guzman rilevano Gabbiadini e Mertens. Felipe Anderson si sposta sull’out di destra, Maggio sulla fascia opposta lo ha completamente annullato. La mossa paga, il numero 7 torna a essere il funambolo che ha incantato il Belpaese. Al 76′ le prove generali, Felipe arriva sul fondo e mette in mezzo un cross tesissimo. Lulic colpisce di testa a botta sicura ma Andujar non si fa sorprendere sul palo di sua competenza. Un’occasione per parte, tocca ad Hamsik mettere paura alla Lazio. Lo slovacco calcia al volo e per poco non sblocca il match, solo un prodigioso Berisha (il suo tocco non viene ravvisato) mantiene il risultato sullo 0-0. Poi ecco l’episodio chiave, tinto di biancoceleste. Felipe Anderson corre a velocità doppia rispetto a Ghoulam, entra in area e regala a Senad Lulic il piattone vincente. Per il bosniaco è un gioco da ragazzi insaccare in rete. Non contento, l’uomo del 26 maggio salva sulla linea una conclusione di Insigne. Non c’è più tempo, la Lazio fa la storia al San Paolo e conquista l’ottava finale di Coppa Italia della sua storia.

[Andrea Centogambe – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]