Ventura: “In questo campionato abbiamo lasciato alcuni punti per strada”

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Quaranta punti conquistati sul campo sono la fotografia giusta di questo campionato?
“Per quello che abbiano fatto no, avremo sicuramente meritato di più perché quelle quattro-cinque partite con punti lasciati per strada gridano vendetta, ma questo fa parte dell’esperienza che una squadra fa al primo anno in serie A. Quella di ieri sera è stata una partita che non contava e il risultato lasciava il tempo che trovava è ha dato la sensazione di cosa accade quando si commette un errore e di fronte si ha una squadra impregnata di qualità: si permette di rubare palla e poi l’avversario segna, come ci è accaduto nel primo tempo. Due situazioni e neanche due occasioni, perché non lo erano, e il Catania ha segnato due gol, la qualità in serie A è questa. Comunque, direi che è stata una partita piacevole, con un copione assolutamente perfetto con l’ingresso di Bianchi e il suo gol, direi una buona serata”.

Tutti si aspettavano Bianchi dall’inizio e invece è subentrato. Come mai?
“Per due motivi: uno era l’unica occasione che avevo per vedere Jonathas dall’inizio insieme a Bakic e Cacares e poiché era l’ultima partita non potevo non sfruttarla, l’altro è che mi sembrava più giusto che Bianchi raccogliesse la standing ovation alla fine e non certamente all’inizio e poi mettendolo da subito non avrei potuto far giocare nessuno al suo posto perché sostituirlo sarebbe stato brutto. Una volta salvi c’era l’occasione di far giocare chi era sceso in campo meno per capire pregi e difetti. Direi che è stato tutto perfetto, è stata una buona serata”.

La decisione di mandare in campo Brighi nel secondo tempo sapendo che Bakic non avrebbe resistito per tutta la gara e aver visto scaldare Diop senza che potesse entrare da che cosa è dipesa?
“Diop sarebbe entrato perché era l’unico che mi mancava e lo avrei voluto far giocare l’ultimo quarto d’ora al di là del risultato che non m’interessava più di tanto, ma purtroppo l’infortunio di Bakic non mi ha permesso di fare ciò che volevo, mentre Menga non è entrato poiché non stava benissimo. Tutti questi sono dettagli assolutamente insignificanti in una partita come quella con il Catania, gara finale di un campionato dove abbiamo centrato l’obiettivo dopo aver centrato quello dello scorso anno, quindi devo dire un grazie a tante persone. Devo dire grazie per questi due anni a tutti quelli che sono apparsi meno, parlo del mio staff che ha trascorso ore e ore alla Sisport non solo quando c’era allenamento, ma anche quando non c’era. Devo ringraziare lo staff medico e i dottori che sono stati molto disponibili. E in particolare devo ringraziare il pubblico che dal primo giorno, e quando dico primo giorno intendo quello dello scorso anno, ha dimostrato quanto affetto e quanto calore ha nei confronti dei propri colori. Devo ringraziare la società che mi ha dato la possibilità di vivere l’esperienza di Torino e soprattutto i giocatori perché credo che tutti abbiano dato il massimo e qualcuno anche di più per centrare un obiettivo che adesso sembra una normalità, mentre, invece, è un bene talmente prezioso che quando non ci sarà più si scoprirà quanto era preziosa ”.

Prima parlando di Bianchi ha ufficializzato che non sarà più un giocatore del Torino eppure la società dice sempre che c’è tempo per il rinnovo dei contratti.
“Continuo a ripetere che voi giornalisti mi attribuite un potere che non ho: qualcuno mi chiede chi comprerai. Non funziona così, qui c’è una società e in base ai movimenti della società noi sapremo quali sono gli obiettivi che dovremo perseguire, perché un conto è parlare e un altro operare. Per quel che riguarda Bianchi il problema è fra lui e la società e non certamente con il sottoscritto, se Bianchi l’anno prossimo sarà nel Torino sarò ben felice altrimenti ci saranno altri giocatori, il calcio è fatto così, forse Ferguson ha il potere di scegliere i giocatori non certamente io”.

Andando via Bianchi chi ha il carisma per fare il capitano?
“Non lo so. All’ultima di campionato credo che si debba parlare di quello che è stato fatto durante l’annata e non parlare di mercato e di futuro di questi argomenti si deve parlare con la società. Io devo parlare di quello che si è fatto, di obiettivi raggiunti o non raggiunti, secondo i punti di vista, io dico raggiunti perché quando sette-otto giocatori vanno in Nazionale, quando il valore dei calciatori è aumentato di molto, quando si è raggiunta la massima categoria che vuol dire, come dicevo prima, tante cose e non è solo un derby da giocare, allora bisogna fare un sunto e il commento di ciò che è stato fatto nel bene e nel male. Per quel che riguarda il futuro da una parte c’è la società e dall’altra ci sarà il tempo per parlarne, non sicuramente oggi”.

All’interno del discorso della crescita del gruppo i due punti in meno conquistati rispetto al girone d’andata hanno un significato o sono solo un caso?
“É difficile fare questi discorsi perché, ritorno a dire, noi abbiano disputato un campionato da quarantasette punti poi succede che se ne siano incamerati meno, fa parte dell’esperienza. Chi c’era a Parma sa, stesso discorso con la Roma, con il Milan, con l’Inter, con il Cagliari, cinque partite nelle quali si è fatto un solo punto e se ne avessimo incamerati otto nessuno avrebbe potuto ridire nulla. Con le stesse identiche prestazioni e i punti in più la domanda sarebbe inversa: perché più punti all’andata rispetto al ritorno? I punti che ci sono venuti a mancare in quelle cinque partite e che i giocatori avrebbero meritato di conquistare sono quelli che hanno un po’ annacquato un’annata che in qualsiasi campo si festeggerebbe e lo si dovrebbe fare, secondo me, perché questo era l’obiettivo”. C’era molto scetticismo quando siamo partiti e attraverso il lavoro e la grande disponibilità dei giocatori, che sono stati straordinari, l’anno prossimo si disputerà nuovamente la serie A e la società ha la possibilità di programmare magari meglio di quello di quest’anno, ma questo non lo so”.

Il programma della società per il prossimo campionato prevede la sua presenza mister?
“Ma sì, sono d’accordo con quelli che dicono che è il Toro quello che conta e non chi c’è e chi non c’è.  Conta che il Toro è in serie A e che possa crescere anno dopo anno, perché ci vuole del tempo, mentre gli allenatori e i giocatori vanno e vengono”.

Cerci può essere il simbolo del Torino di Ventura?
“(Ride, ndr) Se Cerci fra un mese fosse acquistato da un’altra squadra andrebbe via ed ecco che adesso non posso dare una risposta. Vi ripeto che continuate ad attribuirmi poteri che non ho”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]