Vigilia agrodolce: Inter-Milan, l’avversario ai Raggi X

234

La vittoria sul Palermo, la sconfitta della Lazio capolista, il pareggio di un’Inter frastornata, irriconoscibile, lontana parente della corazzata che a maggio timbrava uno storico triplete. C’erano tutti gli ingredienti per dare a questo mercoledì di campionato un sapore speciale. E invece no, e invece ci sono stati quei maledettissimi 15 minuti che lasciano il popolo rossonero con l’amaro in bocca, con il fiato sospeso. Quanti di noi, ora, baratterebbero la vittoria sul Palermo (e il conseguente primato in classifica) con l’integrità fisica di Inzaghi e Pato? E invece bisogna guardare avanti, bisogna mettere da parte il rammarico e concentrarsi su un match che ci vedeva nettamente favoriti. Ora, nei pronostici, vige l’equilibrio. Forse è meglio così. Il Milan ha tante altre frecce avvelenate nel proprio arco. E l’Inter di Benitez, invece, come arriva a questo derby?

MOMENTO-NO. Personalmente credo sia veramente assurdo definire “decisiva” questa partita. Siamo appena a novembre e, in qualunque modo finirà domenica sera, entrambe le squadre avranno la possibilità di rimediare in classifica e trovare la loro identità definitiva. Ho la sensazione, però, che questo derby possa essere per entrambe uno spartiacque molto importante: non dal punto di vista della classifica, ma dal punto di vista del morale. Per il Milan vincere vorrebbe dare un segnale forte e chiaro al campionato. Per l’Inter i tre punti sarebbe una bella iniezione di fiducia, mentre scivolare a -6 dai cugini sarebbe una batosta che potrebbe lasciare pesanti scorie ad Appiano e dintorni. Quarta in classifica con tre punti di distacco dal Milan, due dalla Lazio e uno dal Napoli, l’Inter sta attraversando uno dei momenti più difficili degli ultimi anni. Falcidiata dagli infortuni, priva dell’atteggiamento aggressivo che ne caratterizzò le ultime vittorie e ancora alla ricerca della giusta quadratura, la squadra di Benitez ha raggranellato la miseria di due punti nelle ultime tre partite ufficiali: sonora sconfitta in casa del Tottenham, pareggio casalingo con il Brescia, pareggio a Lecce.

IL FONDO DEL BARILE. Ma dove vanno rintracciate le cause di questo avvio di stagione fallimentare? E, sopratutto, tutto ciò era prevedibile? L’idea personale è che Mourinho non sia, appunto, un pirla. Lo Special One, principale artefice di quella pazzesca ed irripetibile stagione, aveva capito di aver spremuto la sua squadra ben oltre le proprie possibilità. Sapeva di aver raschiato il fondo del barile ed era ben conscio del calo fisico ed atletico che i suoi giocatori avrebbero avuto nei mesi successivi, sopratutto considerando che alla logorante stagione si sarebbe aggiunto anche il mondiale sudafricano. Non solo la voglia di una nuova sfida, non solo l’affascinante chiamata madrilena, non solo il rapporto non idilliaco con il calcio italiano. dunque. Alle spalle dell’addio di Josè da Setubal c’è anche la consapevolezza di non poter più avere dalla squadra ciò che ha avuto la scorsa primavera. Se a ciò si aggiunge il cambio di guida tecnica, una marea di infortuni (le cui cause però andrebbero approfondite) e un mercato non all’altezza delle precedenti stagioni, il cerchio è presto chiuso. Ma Benitez è a mio avviso un ottimo allenatore. Un grande conoscitore di calcio, un tecnico di assoluta esperienza. Non ha ne il carisma ne le intuizioni geniali del suo predecessore, ma lavorando in pace e con tutto il gruppo a sua disposizione, potrà dare anch’egli una forte impronta a questa squadra.

SCELTE OBBLIGATE. Recuperati Julio Cesar, Stankovic e Snejider, l’allenatore spagnolo dovrà fare a meno di Samuel (grave lesione al crociato anteriore, stagione finita per lui), Thiago Motta (pulizia del menisco) e Maicon (stiramento al flessore). Dopo alcune opache prestazioni caratterizzate dal 4-4-2, domenica sera i nerazzurri torneranno al vittorioso 4-2-3-1 dello scorso anno. Davanti a Julio Cesar giocheranno Lucio e Cordoba, con Santon e Chivu sugli esterni. I due centrocampisti saranno Zanetti e Stankovic, non ancora al meglio ma troppo importante per il gioco dell’Inter. Come nella cavalcata dell’anno scorso, Snejider, Eto’ e Pandev agiranno alle spalle di Diego Milito. Gli uomini sono quelli del Triplete, la condizione fisica e gli automatismi di gioco, però, sembrano lontani anni-luce. L’Inter del Principe è in difficoltà. Il Conte Max può e deve approfittarne.

[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]