Zenit-Milan: la chiave tattica

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Dopo il buon secondo tempo visto a Parma, i rossoneri approdano in terra russa per cercare i tre punti scacciacrisi. L’ansia di maturare un risultato pieno per il morale va di pari passo, per quanto riguarda il girone di Champions, con le esigenze di classifica: avendo pareggiato l’esordio in casa contro l’Anderlecht infatti, non c’è dubbio che un risultato negativo potrebbe complicare non poco la corsa agli ottavi della vecchia Coppa dei Campioni.

In Russia arriva un Milan che, dopo un primo tempo ancora troppo anonimo a Parma, ha messo in campo una ripresa grintosa, nella quale è apparso in crescita sia nei singoli che nella condizione generale del gruppo. Massimiliano Allegri sembra intenzionato a confermare il 4-3-3, l’unico modulo razionalmente concepibile per questa squadra; schieramento che riesce a garantire un gioco più largo e dunque maggiore imprevedibilità offensiva. Detto però di un valido assetto tattico trovato e di una forma in crescendo, le buone notizie si fermano qui: Pato ha infatti annunciato che tornerà dopo la sosta [salterà dunque anche il derby], mentre Robinho, fisicamente recuperato, sembra non essere più in sintonia con l’ambiente e Allegri dovrebbe di nuovo decidere di escluderlo.

Senza dunque i suoi due migliori calciatori, i rossoneri dovranno per l’ennesima volta in questo periodo sperare nella felice serata di Stephan El Sharaawy, autentico trascinatore nelle ultime partite del Milan. Attenzione però a riporre eccessive speranze in lui: il ragazzo è molto giovane e non va caricato di responsabilità, nè criticato eccessivamente dovesse incappare in una partita no. El Sharaawy ha tutte le potenzialità necessarie per prendersi il Milan del futuro sulle spalle, ma in quello del presente i giocatori da responsabilizzare devono essere altri. Per esempio, Montolivo e Boateng, dai quali i tifosi si attendono la prima vera prestazione convincente stagionale.

L’AVVERSARIO

Non se la passa benissimo nemmeno il prossimo avversario del Milan, lo Zenit di Spalletti. La formazione russa infatti ha assemblato un organico di tutto rispetto, ingaggiando Axel Witsel e Hulk sul finire di mercato. Con questi acquisti la squadra ha guadagnato due individualità di tutto rispetto, due calciatori di indubbio livello internazionale, ma non ha fatto i conti con i problemi di spogliatoio. Sembra infatti che i lauti ingaggi dei due abbiano portato malcontento nei giocatori già presenti nella rosa, che non sono felici della disparità di trattamento economico: il clima pesante che si respira nella squadra di San Pietroburgo pare sia alla base di un avvio di stagione non all’altezza delle aspettative, sopratutto in Champions dove i russi hanno rimediato una netta sconfitta contro il Malaga nel primo turno. Attenzione però a considerare la trasferta con troppa leggerezza: quando si va a giocare in paesi così climaticamente differenti dal nostro si rischia sempre di imbattersi in condizioni difficili per le nostre squadre, abituate a ben altre latitudini e condizioni, e anche questo potrebbe essere un coefficiente di difficoltà aggiunto alla sfida. Spalletti tra l’altro potrebbe riuscire a trovare la formula per ritrovare l’armonia all’interno della sua squadra e oltretutto conosce benissimo il calcio italiano, che non ha mai smesso di seguire. Tutti elementi, uniti alle statistiche [solo due giocatori rossoneri sono andati a segno in Russia, ossia Rivaldo e Benetti] che fanno capire quanto sarà difficile la sfida per la squadra di Allegri.

LA CHIAVE: Bisogna sfruttare a pieno il momento d’oro di El Sharaawy; il faraone rossonero nella nuova posizione di esterno sinistro fa faville ed è in grado di innescare pericolosissimi contropiedi sfruttando le proprie doti atletiche e tecniche. Proprio questa potrebbe essere la nuova arma vincente dei rossoneri: con uno spirito più provinciale, attendere gli avversari e cercare di recuperare palla lungo la linea mediana, per poi servire il giovane rossonero nella speranza di trovare la squadra di Spalletti un po’ fuori posizione.

IL GIOCATORE CHE SCHIEREREI: Fin troppo facile dire Stephan el Sharaawy. Indico allora un altro elemento che non viene dato titolare nelle formazioni prepartita: Mattia De Sciglio. E’ un altro elemento importantissimo su cui basare la rifondazione del Milan e per ora non ha mai deluso; fossimo in Allegri, lo faremmo giocare il più possibile, dal momento che il ragazzo sembra essere in grado di gestire benissimo la pressione degli incontro importanti.

IL GIOCATORE CHE NON SCHIEREREI: Purtroppo per lui, credo si sia già capito che a questo Milan non serve un giocatore come Pazzini. Almeno in questo momento difficile, i rossoneri non possono permettersi un giocatore che non aiuti in alcun modo la squadra e che stia fermo in area di rigore. A lui preferirei Bojan: non che mi abbia convinto in queste prime uscite, ma con la sua rapidità di passo e la naturale propensione a partire da una posizione più arretrata rispetto al centravanti italiano, potrebbe rivelarsi maggiormente utile alla squadra in questo momento di difficoltà.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]