Azzurri: Notti tragiche

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C’è un’unica, grande lacrima che imperla ad un tempo Johannesburg, Santiago e Napoli: essa scorre lentamente fra distanze siderali e sogni bruscamente interrotti. E’ partita dal volto sincero e bonario di Fabio Quagliarella, si è posata sul viso di Luis Jimenez ed è scivolata stancamente sul capoluogo partenopeo. Il mondiale di Quagliarella si è consumato nel giro di 45 minuti, segnatevi questo minutaggio perchè diventerà celebre quanto quello di Gianni Rivera contro il Brasile.

Mezza partita nella quale Fabio ha prodotto da solo piu’ dell’intera batteria di attaccanti azzurri in tutta la manifestazione. A fine gara la reazione emotiva del giocatore ha fatto il giro delle televisioni suscitando una domanda corale cui non avremo mai risposta: perchè? Diverse ore piu’ tardi, la stessa lacrima ha coinvolto Luis Jimenez, ragazzo di Santiago cui il Cielo ha fatto dono di un talento fuori dall’ordinario. Allo stesso modo in cui 59 milioni di italiani si sono trovati prigionieri delle scelte di Lippi, per il quinto anno consecutivo Jimenez resta vincolato alla Ternana, un legame sgradito che però puntualmente si ripresenta nel tempo come una cambiale.

Non sono bastati i trasferimenti a Fiorentina, Lazio, Inter e Parma, non è stato sufficiente nemmeno prendere l’aereo in direzione di Londra, sul contratto di Jimenez continua a pesare come un macigno la firma di un rappresentante della Ternana. Sono almeno cinque anni che le dimensioni delle parti in causa risultano assolutamente incomparabili, eppure “El Mago” non riesce nella magia piu’ attesa, far sparire quel vincolo con la società umbra che, se poteva andare bene ad un ragazzo appena sbarcato dal Cile, è però insostenibile per un calciatore maturo nel giro della nazionale ed in attesa di spiccare il balzo definitivo.

Lo abbiamo visto piangere a Milano nel 2006, dopo che la sirena aveva decretato la sua permanenza alla Ternana, la stessa reazione, presumiamo, avuta questa mattina quando l’offerta della Ternana ha sbaragliato la controproposta interista. Siccome fatichiamo a credere che la Ternana abbia da sola raggranellato la somma di tre milioni di euro, è verosimile che dietro vi sia una squadra di categoria superiore pronta ad ingaggiare Jimenez, un augurio che facciamo di cuore a Jimenez e che rigiriamo alla stessa Ternana perchè possa tornare in serie B, un campionato che ha già disputato senza demeritare.

La lacrima, intanto, è caduta sulla città di Napoli, rattristata nel vedere Quagliarella così affranto ed insospettita dalle dichiarazioni vaghe del giocatore circa il suo futuro all’ombra del Vesuvio. Il Rubin Kazan ed il Marsiglia, allargando con generosità i cordoni della borsa, possono fare il colpaccio e togliere forse un imbarazzo tattico a Mazzarri. Gli stessi tifosi napoletani che si mostrano scettici riguardo l’immobilismo della società sul mercato, e non a torto. Bigon dovrà dimostrare di essere all’altezza del compito perchè finora ha dimostrato poco, limitandosi nell’acquistare Dossena a gennaio, una trattattiva già messa in piedi da Marino e che aspettava solamente di essere conclusa, lo attende una lunga lista di giocatori in esubero e la necessità di reperire degli elementi che consentano al Napoli di competere su tre fronti in modo dignitoso.

Evidentemente si è creata troppa aspettativa intorno alla società, ma non è certo colpa dei tifosi se, ancora a campionato in corso, De Laurentiis parlava apertamente di Giampaolo Pazzini (continuando ancora adesso ad invocare l’ormai celebre attaccante da doppia cifra) e se a quasi due mesi di distanza sul fronte mercato si registra calma piatta. Da Pazzini a Maxi Lopez, passando per Toni e Fred, gli alti e bassi del mercato napoletano restano finora confinati nel campo delle chiacchiere. Le altre operazioni concluse alle buste non hanno destato particolari sorprese. Motta viene riscattato dall’Udinese ma il colore bianconero della maglia non sarà quello dei friulani, la Juventus è pronta a soddisfare il terzino che vuole cambiare decisamente aria. Meggiorini è nuovamente tornato al Genoa ma anche per lui si tratta di una tappa in vista di un club che possa garantirgli un posto da titolare.

La situazione di Bonucci è stata risolta a favore della Juventus, in un complicato giro che ha portato Criscito definitivamente a Genova, Almiron ancora a Bari e un discreto conguaglio cash, un’operazione da quasi 15 milioni di euro che probabilmente sono una cifra esagerata per un ragazzo al suo primo anno in serie A e con alle spalle una buona cadetteria. In ogni caso, a doversi mangiare le mani è l’Inter, che lo ha inserito precipitosamente nell’affare Milito-Motta e che invece avrebbe potuto ritrovarsi in casa un valido innesto per una linea difensiva da svecchiare. In attesa che la lacrima si asciughi – non passerà molto con un simile caldo – poniamo una domanda al Presidente Abete: dopo la seconda batosta in appena un mese rimediata dalla Federcalcio, quale voto darebbe alla sua gestione? In queste settimane i fatti hanno spiegato che gli stadi della Turchia sono migliori di quelli italiani, per non parlare degli impianti francesi, e che la dimensione calcistica di Nuova Zelanda e Slovacchia è superiore a quanto offerto dalla nostra penisola, o meglio dall’interregno lippiano. Con simili risultati sotto mano, lei, in tutta onestà, si riconfermerebbe alla guida del calcio italiano?

[Alessio Calfapietra – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]