Bari: aspettando gennaio, l’ennesima sconfitta

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Infondo lo si sapeva già. Scendere in Sicilia, con una squadra ampiamente rimaneggiata e con una classifica al quanto deficitaria, per fare punti, era cosa assai proibitiva per la banda di mister Ventura. E’ così è stato, purtroppo. Il Bari cade per l’ottava volta in questa stagione (la settima nelle ultime otto partite), uscendo dallo stadio Massimino senza punti e senza gloria. Il carattere, invece, c’è stato, così come la determinazione di non soccombere già prima di iniziare l’incontro.

Il collettivo dell’ex Pisa scende in campo convinto. La prima frazione di gioco è il galletto a fare da padrone, con alcune scorribande del sacrificato Alvarez a minacciare la retroguardia rossoblu. Gli uomini di Giampaolo sembrano inermi al cospetto della grinta dei biancorossi, bravi a restare uniti e a non lasciare molti spazi alle tecnica e alla fantasia degl’avanti catanesi.

La fase difensiva, quindi, gira, quasi, alla perfezione, con un Belmonte versione leader a guidare un quartetto rinsaldato anche dalla ritrovata fiducia di un Rosse sempre vigile su Maxi Lopex. I problemi, però, iniziano con l’avanzare dei metri. Il Bari, col duo Gazzi-Pulzetti, recupera un’inifinità di palloni, persi poi, un po maldestramente, quando dirottati sulle fasce, dove sia Crimi che Galasso fanno spesso fatica a guadagnare terreno. I due, all’esordio dal primo minuto in questa stagione (per Galasso si tratta di esordio assoluto), non riescono a dare il giusto contributo in fase di ripartenza dell’azione, risultado buoni, e nemmeno tanto, solo in fase di ripiegamento difensivo.

Suona strano, alla luce di fatti comunque prevedibili, vedere D’Alessandro ancora relegato alla panchina, con i due prima citati in campo dal primo minuto. Sarrebbe bello, oltre che legittimo, capire quale sia il pensiero di mister Ventura a tal riguardo. Il giovane talento della Roma, reduce da una grandissima prova con l’Under 21 del neo Ciro Ferrara settimana scorsa, non rientra minimamente nei disegni dell’allenatore di casa nostra, che gli preferisce Crimi e Galasso, giocatori dignitosi che, però, non figurano nemmeno nell’album Panini. I misteri delle scelte, a cui si spera presto di avere soluzione.

Nella ripresa, dopo i primi 45 minuti di gioco vinti, ai punti, dai pugliesi, il Catania, complice anche cambi azzeccati, costringe i biancorossi alle corde. Pericoli veri e propri, pochi e sempre ben neutralizzati da san Gillet. Poi, come accaduto spesso in questa stagione, un cross infame, da calcio da fermo, punisce il collettivo barese. Terlizzi, bravo nel gioco aereo, beffa con troppa facilità il buon Parisi, inerme e sconfitto nel duello con l’ex Palermo. E pensare che Terlizzi, “a chiacchiere”, è stato vicino al Bari la scorsa estate. Strani giochi del destino…

Adesso, sotto a chi tocca. In molti dicono che adesso tocchi solamente al mercato di riparazione. Essere daccordo con questa affermazione risulta, però, difficile. Prima delle bancarelle di gennaio, il Bari dovrà, a partire da domenica prossima, affrontare ancora tanti nemici, e tutti affamati di vittoria. L’imperativo adesso non può essere solo il mercato che verrà. Ci sono due mesi di mezzo. Due mesi che sono, a prescindere da quello che metteranno sotto l’albero di Natale, quelli cruciali per il futuro prossimo di una squadra orgogliosa ma allo sbando, che nulla ha a che vedere con quella che tanti rifosi speravano di osannare in questa, sin’ora,disgraziata stagione.

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]