Bari bravo a metà, ma non basta. E la contestazione continua…

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Un film già visto, un punto inutile quanto ingiusto. Il Bari non ammazza la Fiorentina, ma se una squadra meritava di uscire vincente dal confronto, questa era quella biancorossa.

Un pareggio per 1-1 che conferma la condizione scadente di entrambi gli schieramenti, parenti lontani di quelli andati in scena la passata stagione. Pronti via, o quasi, e il Bari, tra i fischi del San Nicola, viene punito dalla prima, e praticamente ultima, palla gol toscana. Gilardino, lasciato libero di fare i fatti suoi dal polacco Glik in area di rigore, trafigge la porta di capitan Gillet, incolpevole e oramai stufo di subire gol alla prima avvisaglia di pericolo. Acqusito il vantaggio, la Fiorentina, minuto dopo minuto, si rintana nella sua metà campo, ospitando e quasi invitando la compagine di casa ad attaccare e cercare il pareggio, che arriva a pochi minuti dalla fine grazie al gol capolavoro di Ghezzal, entrato dopo il settantesimo e decisivo per le sorti della gara. Tra i due gol, tanti fischi per tutti, soprattutto per Castillo, beccato ingiustamente dal pubblico ogni qual volta in possesso palla.

I migliori in campo, oltre ai soliti noti, i nuovi Huseklepp e Codrea, apparsi da subito a proprio agio sul rettangolo verde con i nuovi compagni di gioco. E’ soprattutto l’attaccante norvegese a lanciare messaggi chiari e precisi. Bravo nella corsa, perfetto nella tecnica ed altruista quanto basta, il nuovo ariete del galletto gioca bene su tutto il fronte dell’attacco biancorosso. Aldilà della lingua, non si capisce perchè mister Mutti non lo abbia ‘rischiato’ già a Roma domenica scorsa preferendogli Alvarez nel ruolo di seconda punta. Misteri biancorossi, che aumentano senza sosta settimana dopo settimana.

Ora, una nuova avventura domenica prossima in Friuli contro l’Udinese idem Barcellona. Alla squadra si chiese solo di onorare la maglia e, magari, tornare a sorridere per una vittoria che manca dal 6 gennaio scorso. Dalla società, invece, si ‘pretende’ che si inizi seriamente a programmare la stagione che verrà. Tra debiti e giocatori non di proprietà, il Bari rischia di andare incontro ad una rivoluzione storica e preoccupante. Non si perda tempo a chiacchierare inutilmente, ma si lavori seriamente a quello che sarà e dovrà essere il futuro di una squadra, di una società, di una piazza ferita nell’orgoglio, e non solo. I programmi servono e serviranno, e la dimostrazione della loro importanza è tutta in questa miserabile stagione, che ha cancellato quanto di buono era stato fortunatamente fatto e costruito da gente che, nei programmi, credeva davvero.

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]