Bari-Cagliari, la…resa dei Conti

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Da una bestia nera ad una…bestiolina. Archiviato il rocambolesco pari di domenica sera, colto sull’avverso terreno del San Paolo, il Bari guarda già al prossimo impegno di campionato, che lo vedrà opposto al Cagliari, squadra imbattuta al San Nicola da oltre 10 anni. L’ultimo successo ottenuto dai galletti fu un 1-0 di rigore, firmato da Daniel Andersson e datato 2 aprile 2000; a seguire, tre pareggi ed una sconfitta, quella di un anno fa esatto (23 settembre 2009), quando l’attaccante Nenè sul finire capitalizzò al massimo quello che forse è stato l’unico clamoroso svarione di Ranocchia, in due anni di militanza in biancorosso. Ma lo score complessivo contro i sardi non è particolarmente incoraggiante: nelle 19 occasioni in cui le formazioni si sono affrontate a Bari, i galletti hanno avuto ragione dell’avversario solo in sei occasioni. Dieci sono stati i pareggi, tre i successi rossoblu.

L’incontro tra le formazioni che rappresentano i capoluoghi regionali di Puglia e Sardegna, arriva in un momento particolare della stagione. La classifica arride alle due squadre, che fanno parte del nutrito plotone che segue a due lunghezze il sorprendente Chievo capolista. Lo strambo avvio di campionato vive sull’effervescenza e la spensieratezza del calcio di provincia, del quale Bari e Cagliari sono due delle migliori espressioni. Domenica lo spettacolo pare assicurato e riesce pressoché impossibile pensare ad una gara dominata dallo sfrenato tatticismo; Ventura e Bisoli predicano calcio propositivo e fanno della loro forza la ricerca del risultato attraverso il gioco. Probabilmente la gara si vincerà a centrocampo, laddove forza e qualità saranno la variabile che potrà far pendere la bilancia del risultato da una parte o dall’altra.

E a proposito di centrocampo, una parentesi doverosa va aperta a riguardo del rossoblu Daniele Conti. Il popolare capitano è reduce dall’entrata-killer di Burdisso di sabato sera, che gli è valsa una trentina di punti di sutura alla gamba destra (ne avrà per una ventina di giorni almeno). La sua assenza nel cuore del gioco cagliaritano toglie carisma e sostanza, ma non va dimenticato che dodici mesi fa i sardi passarono comunque nonostante la sua assenza (era squalificato). Per quanto riguarda gli altri reparti, le difese sembrano equivalersi, mentre davanti entrambe le squadre piacciono, anche se in maniera differente: Ghezzal, Barreto e Kutuzov rappresentano le triangolazioni e il gioco di prima, Cossu, Matri e Acquafresca l’attacco della profondità ed il gioco aereo.

Dicevamo che l’incontro arriva in un momento particolare: proprio ieri, tra l’altro, si è spento un indimenticato protagonista degli anni Settanta che ha vestito entrambe le maglie. Parliamo del terzino Giulio Zignoli, nel Bari targato Lauro Toneatto edizione 1967-68 e soprattutto nel Cagliari dello scudetto, del miracolo, di Gigi Riva e di Manlio Scopigno. Sarebbe bello se entrambe le squadre ricordassero il compianto difensore, disputando l’incontro col lutto al braccio.

Bari – Cagliari suona un po’ dunque come la “resa dei conti”. La resa del capitano sardo che non ci sarà, ma anche la possibile consacrazione per una delle due formazioni, che vincendo potrebbe guardare alle restanti 35 giornate con un occhio un po’ più ammiccante. Il Bari ha già assaggiato, sia pur per 20 minuti (il tempo intercorso tra il vantaggio di Barreto al San Paolo ed il pari di Cavani), il sapore della vetta in condominio. Domenica, un successo di una delle due formazioni, regalerebbe l’effimera illusione del comando solitario per un’ora abbondante: una stranezza supplementare che si assommerebbe ad un già strano inizio di campionato.

[Mauro Solazzo – Fonte: www.tuttobari.com]