Bari, il punto: si torna al 4-3-3

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logo_lega_serie_bBARI – Il finale di stagione incombe e con esso si possono iniziare a tracciare i primi bilanci. Primo su tutti quello riguardante l’operato di mister Nicola. A Trapani il tecnico torinese festeggerà il suo personale giro di boa sulla panchina del Bari, ma a guardare i risultati che il tecnico ha dato alla sua squadra sorgono diversi dubbi sulla bontà del suo operato.

MARCHIO DI FABBRICA – Arrivato con un alto carico di aspettative, e intenzionato a portare nel capoluogo pugliese il 3-5-2 che gli aveva garantito successo a Livorno, Nicola ha faticato a mettere in atto la sua idea di gioco tutta pressing e verticalizzazioni. Lo dimostra il fatto che dal momento in cui si è seduto sulla panchina biancorossa, non ha mai schierato la stessa formazione. Ventuno gare, ventuno schieramenti diversi, con le sole attenuanti rappresentate da infortuni e squalifiche. Dal 3-5-2 iniziale, passando per il 3-4-3 fino ad arrivare all’attuale 4-3-3, rinnegando una campagna acquisti invernale che aveva portato in riva all’Adriatico gli uomini giusti per il modulo indicato dallo stesso mister di Luserna San Giovanni.

SENZA IDENTITA’ – Certo, la facoltà di scegliere e cambiare è una delle armi che rendono una squadra imprevedibile, ma questo a Bari non è accaduto. Più che sull’imprevedibilità, i biancorossi si sono spesso poggiati sull’improvvisazione. E senza un’idea ben precisa di gioco diventa difficile puntare su quella continuità tanto auspicata da tutti. Quella costanza che servirebbe ad una squadra che deve ambire a un filotto di risultati per puntare in alto.

[Gaetano Sabastiani – Fonte: www.tuttobari.com]