Bari: peccati di gioventù

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Contro il modesto Albinoleffe, il Bari che non ti aspetti. La sconfitta per 3-2 rimediata dal galletto in casa contro la formazione lombarda è di quelle che ti lasciano con più interrogativi. Per carità, in un campionato ostico come quello cadetto, ci sta cadere tra le mura amiche con chi ti capita. Il problema, infatti, non è nel risultato, ma sul modo in cui è venuto a maturare. Ma andiamo per ordine.

Mister Torrente, alla vigilia del match, ha predicato calma e concentrazione. Troppe le insidie che nasconde una gara come quella contro un anonimo Albinoleffe. L’ ex Gubbio lo sà, e prova in tutti i modi, sino a pochi momenti prima dell’inizio della partita, a tenere alta la concentrazione del suo gruppo, limata e messa a repentaglio da qualche risultato positivo ottenuto nelle precedenti quattro gari ufficiali di questa stagione.

Alla fine, ha avuto ragione l’uomo di Cetara. La compagine biancorossa, infatti, ha incontrato la sconfitta contro la formazione bergamasca, capace di rimontare l’iniziale svantaggio e portare a casa tre punti tanto inaspettati quanto meritati sul campo. Ai punti, probabilmente, la gara sarebbe finita pari, ma va dato atto all’undici di mister Fortunato di averci sempre creduto, anche quando il presuntuoso Bari si è portato in vantaggio, controllando, egregiamente, la partita. Il gol di De Paula, bello ed importante per il brasiliano, pareva aver indirizzato la gara su binari ben precisi, con l’Albinoleffe destinato a fare da comparsa. Così, però, non è stato assolutamente, e dopo un primo tempo gestito senza affanni dalla compagine biancorossa, la celeste si è rimessa in careggiata, trovando in pochi minuti prima il pareggio (su rigore gentilmente concesso da una frittata confezionata da Donati) e poi il sorpasso, a cui il terzo gol di Garofano ha dato maggiore sostegno e sostanza. Bari alle corde, e non si è neppure al 60′. Una squadra allo sbando, soprattutto da metà cintola in giù. Il filtro di Donati, Bogliacino e De Falco non funziona, e il duo Borghese-Dos Santos fa fatica a contenere le frequenti ripartenze bergamasche. Insufficente anche la prova di Kopunek, schierato ancora come terzino destro, che delude e sbaglia in occasione del gol di Cissè, quello del 2-1 in favore dei lombardi, ora bravi a dirigere l’incontro nonostante l’inferiorità numerica.

E’ la prima volta che il Bari di Torrente, in gare ufficiali, prende gol. E’ la prima volta, da quando l’ex Gubbio è sulla panca del galletto, che la difesa biancorossa fa acqua da tutte le parti. E’, infine, la prima volta (fatta eccezione la gara contro l’Avellino, poco attendibile) che non si parla male in questo inizio di stagione dell’attacco, apparso ancora lontano da essere definito killer ma, allo stesso tempo, capace di portare alla luce De Paula, attaccante brasiliano autore di una doppietta tanto bella quanto inutile, purtroppo, ai fini del risultato finale. Tutto questo per dire che, nel calcio, e soprattutto in quello cadetto, nulla è mai quello che sembra. Ogni giornata è diversa da quella precedente. Vanno affrontate tutte le gare con lo stesso spirito, la stessa concentrazione, la stessa voglia di vincere.

C’è da scommettere che, come già avvenuto alla fine del match, mister Torrente bacchetti parecchio i suoi ragazzi, caduti nell’errore più banale ma più ricorrente quando si è giovani e carichi di aspettative: credersi arrivati dopo un paio di partite. Errore fatale, soprattutto in cadetteria. La squadra faccia tesoro di questa esperienza. La stagione è agli inizi, e sbagliare ci sta. Non parliamo più, però, di play-off o roba del genere: il gruppo deve restare concentrato, vivere alla giornata e seguire, magari, maggiormente il suo allenatore, che alla vigilia del match contro i lombardi, aveva paura di eventuali cali di concentrazione, puntualmente arrivati.

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]