Bilancio finale di mercato: Juve, che caos con i diritti di riscatto: ti spiego perchè

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Chiuso il mercato, si ricomincia a parlare di calcio. Quello vero, quello sul campo, quello che da’ i verdetti. E’ questo il momento nel quale si capirà chi ha operato bene e chi invece ha sbagliato, chi risponderà con i fatti, e chi invece si limiterà alle solite parole.

Troppo facile, però, sputare sentenze commentando il fatto compiuto. E’ un esercizio che non appartiene alla natura di chi vi scrive, e che di conseguenza non compirò neppure in questa occasione. Del resto, qualche indicazione c’è già stata, ed è abbastanza naturale riuscire a distinguere chi abbia fatto bene da chi abbia invece toppato in maniera clamorosa.

In tal senso, mi duole sinceramente confermare se non addirittura rincarare la dose riguardo al modus operandi della Juventus. Non condivido le scelte che sono state fatte nel corso della sessione invernale, a partire dai nomi degli interpreti scelti per risollevare una situazione che in realtà rispecchia pienamente quelle che sono le possibilità tecniche bianconere. Una squadra da alta metà della classifica, non può certo inventarsi capolista, proprio alla stessa maniera per cui un calciatore mediocre non può inventarsi fuoriclasse.

Pertanto mi duole osservare tutte le enormi aspettative riposte negli innesti di giocatori come Barzagli e Matri, che pur non essendo mediocri, non posso però nemmeno definire come campioni; almeno nella mio modo di vedere il calcio.

Barzagli è un difensore normale, mai esploso come avrebbe promesso di fare, e soprattutto lontano dalla caratura necessaria per comandare la retroguardia di una squadra come la Juventus. E’ assimilabile a Bonucci, tanto per intenderci, senza troppe pressioni può far bene, ma non si gioca a Torino senza subire e vivere aspettative e tensioni tipiche di un ambiente che ha la vittoria nel Dna.
Per quanto riguarda Matri, la pagina che apro è ancora più articolata. Oltre al valore intrinseco del giocatore (buono ma assolutamente non eccellente) sono poco convinto anche dalla bontà dell’operazione a livello economico. Diciotto milioni per un 28enne non da Juve mi sembrano oggettivamente una follia, tanto che Cellino non ha lesinato una battuta molto più che esplicita non appena conclusa l’operazione: “Con quei soldi mi faccio lo stadio nuovo”.

Condivido assolutamente il suo pensiero, e poco mi convincono anche le obiezioni di chi sostiene come la Juve abbia la possibilità di non riscattare il giocatore a fine stagione. D’accordo, l’obbligo non c’è perchè il regolamento non lo prevede, ma è evidente che pagare un prestito semestrale quella cifra astronomica, per di più con l’aggiunta dell’ingaggio, metta la Juve nella necessità ancor prima che nella volontà, di acquistare definitivamente il cartellino di Matri a fine stagione. Non si possono bruciare 10 milioni in 6 mesi senza un progetto alle spalle. La Juve ce l’ha, e prevede Matri come centravanti per il futuro. Al campo il compito di dare le sue sentenze.

Sempre in ambito bianconero, sono rimasto piuttosto colpito dalle dichiarazioni (legittime, peraltro) di Delneri dopo la sconfitta contro il Palermo. Il tecnico bianconero si è attaccato ad errori arbitrali e quant’altro pur di non dare una spiegazione tecnico-tattica alla debacle. Una maniera intelligente di creare una cortina di fumo, peccato però che gli occhi di chi legge, esamina e giudica (i tifosi, ovviamente) non siano affatto caduti nel tranello. Sono alibi che a mio parere reggono solo fino ad un certo punto, ma non è questo ciò che conta.

C’è infatti un giudice insindacabile che stabilisce chi sbaglia da chi fa bene, e proprio a lui non possiamo che rimetterci.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]