Bologna, Accardi: “Altro che playoff, bisogna andare a prendere il Carpi”

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logo-bolognaBeppe Accardi è stato un difensore possente e roccioso, un giocatore generoso e instancabile. Un uomo schietto e sincero, che non le manda a dire e non ama i giri di parole, ma sempre con rispetto. Da diversi anni ormai ha intrapreso la carriera da procuratore, e uno dei suoi assistiti è il giovane terzino rossoblù Ibrahima Mbaye, classe 1994, arrivato sotto le Due Torri a gennaio dall’Inter. Per lui però Ibra, come ama chiamarlo, è molto più di un semplice assistito, è praticamente un figlio, tanto che molto presto lo adotterà in maniera ufficiale. Oggi lo abbiamo intervistato, e dalle sue parole è emersa certamente la volontà di difendere il suo ragazzo, ma soprattutto quella di non danneggiarlo, certo del fatto che Mbaye saprà diventare un punto fermo del Bologna del presente ma soprattutto del futuro.

Accardi, la piazza di Bologna si aspetta molto da Mbaye, considerate le sue qualità: come valuta il primo mese di Ibrahima in rossoblù? «Partiamo dal presupposto che io ho un carattere molto forte e non ho paura di dire quello che penso, ma in questo momento l’unica cosa che conta è il bene del Bologna, non voglio creare inutili polemiche e mettere in difficoltà Ibrahima. Lui è un ragazzo straordinario, educato e rispettoso, e per fortuna molto più riflessivo e pacato di me, che mi arrabbio subito. Il mio punto di vista ve lo posso anche spiegare, ma ci tengo a sottolineare che Mbaye continuerà sempre ad allenarsi al massimo per mettere in difficoltà il mister e ritagliarsi uno spazio importante, perché tiene al suo lavoro più che ad ogni altra cosa, è un atleta modello».

Mi pare di capire che non sia molto contento di come stanno andando le cose: qual è il suo pensiero? «Ve lo racconto con la massima serenità, nel mercato di gennaio si sono fatte avanti Sampdoria, Cagliari, Atalanta e Cesena, quest’ultima con il supporto della Roma alle spalle, ma nella mia vita non ho mai ricevuto un corteggiamento così insistente e pressante per un giocatore come quello del Bologna per Mbaye. Il direttore Corvino, un grande uomo di calcio, lo voleva a tutti i costi, lo ha fatto sentire importante e alla fine Ibra ha accettato con tanto entusiasmo, consapevole di andare a giocare in una piazza storica e in un club prestigioso, con una proprietà seria e facoltosa.

E poi cos’è successo? «Diciamo che alle parole non sono poi seguiti i fatti, ma questo è un discorso che penso si possa fare per tutti i nuovi acquisti del Bologna, la sensazione è che non si vogliano mettere in ombra i giocatori che c’erano già fin dall’estate scorsa. L’unico che Lopez schiera praticamente sempre è Gastaldello, ma se una società spende dei soldi per rinforzare la squadra io questi innesti vorrei vederli in campo fin da subito, vorrei che fossero messi nelle condizioni di esprimersi al meglio e di acquistare fiducia, altrimenti è inutile che il patron e il direttore sportivo facciano degli sforzi per comprarli. Ibrahima è un terzino di gamba e forza fisica, ha bisogno di giocare per raggiungere la miglior condizione e trovare continuità di rendimento, ma in questo modo è difficile».

Come sta vivendo questa situazione il ragazzo? «Sento che è un po’ amareggiato, viste le premesse ci aspettavamo più considerazione, ma si sta impegnando tantissimo per dimostrare il suo valore e migliorare sempre di più. Deve stare buono al suo posto e sfruttare al meglio le occasioni che gli verranno date. Ha vent’anni, ha tutta la carriera davanti, e di certo uno che l’anno scorso è stato premiato come miglior giovane della Serie A non può essere diventato scarso all’improvviso. I giocatori non sono delle macchine, non funzionano spingendo un pulsante, bisogna saperli mettere a proprio agio per far sì che rendano, specie quando sono giovani. Io sprono ogni giorno Ibrahima a lavorare sodo e a dare sempre di più, ma non ce n’è nemmeno bisogno, è un professionista esemplare e so che queste difficoltà serviranno a farlo diventare ancora più forte mentalmente».

Domenica intanto arriva il Modena, reduce da tre risultati utili consecutivi: che derby si aspetta? «Credo che il Bologna sia nettamente la squadra più forte del campionato, con i migliori giocatori, e il fatto che si vada sempre in campo con l’ansia del risultato, soprattutto in casa, è grave. Bisogna cambiare marcia una volta per tutte, raggiungere la piena consapevolezza di essere uno schiacciasassi, di avere i mezzi per vincerle tutte. Non conta nulla se il Modena è in crescita, se questa o quell’altra avversaria sono in grande spolvero, basta con questi discorsi, il Bologna non può permettersi di pensare, si deve preoccupare solo di fare, di dimostrare, con cattiveria e convinzione. Altro che playoff, bisogna andare a prendere il Carpi, a questa rosa non manca nulla, potenzialmente può essere devastante. Troppe partite sono state risolte da giocate di singoli, perché le individualità del Bologna non le ha nessuno, ma non si può più restare in balia degli eventi e sperare che alla fine vada bene, il Bologna deve prendere gli eventi per le corna e li deve dominare».

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]