Bologna: alla ricerca della serenità

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Dopo aver tanto predicato pazienza e ottimismo, ci troviamo a fare i conti con una situazione piuttosto desolante. Ma non è tanto la classifica che preoccupa, perchè non è bello leggersi ultimi ma è ovvio che con una vittoria si scalerebbero tante posizioni, quindi sono conti che ora lasciano il tempo  che trovano. Ciò che ci va indigesto è l’atteggiamento, l’assenza di personalità e di un’idea di gioco, e in generale una complessa involuzione del Bologna da un mese a questa parte. La squadra di Malesani, invece di crescere, sta procedendo pericolosamente a ritroso, e la riprova è il primo tempo orribile di Cagliari.

Questa squadra per scuotersi dal torpore deve andare sempre sotto di un gol o due, e comunque anche quando prova a masticare calcio non riesce mai ad arrivare al tiro in porta. Emerge così qualche lacuna nella costruzione dell’organico, e anche una conduzione tecnica confusionaria che ultimamente sta cambiando troppe carte in tavola perchè i giocatori abbiano le idee chiare. Partiamo dalle poche certezze: in difesa c’è più di qualcosa che non va. Il Bologna, come sempre da anni, imbarca acqua da tutte le parti e prendiamo gol da chiunque.

Forse è il caso di cambiare qualche faccia, ben venga Cherubin ma nel suo ruolo, da centrale, magari al posto di quel Britos che continua a giocare come fosse un debuttante. In questi giorni a Casteldebole si è visto il redivivo Morleo sulla sinistra, la condizione non c’è ancora ma forse Malesani se la sente di rischiarlo. Il ragazzo ha coraggio e buon cross, c’è la curiosità da parte di tutti di vederlo finalmente all’opera. A metà campo, non si può fare a meno di quella poca fantasia che c’è. Ekdal sarà lento e gracilino, ma sa mettere ordine in campo e far girare il pallone. Radovanovic no. Perez e Mudingayi (entrambi in dubbio, per una botta e una contrattura) hanno senso insieme, ma solo se c’è un uomo di fosforo in mediana, perchè non si può chiedere a loro due di condurre la manovra. Col Lecce almeno uno fra Siligardi e Ramirez, i due gioiellini dal piede sinistro, deve essere in campo.

E a Cagliari tra i pochi a salvarsi c’è stato Gimenez, a cui la poca generosità e pericolosità non si possono mai rimproverare. Con queste due o tre pedine importanti, Malesani può sperare di cavare i piedi dal pantano, perchè altrimenti di palle buone per le punte (che già, tranne Di Vaio, sono appannate di loro) se ne vedranno poche. Il Lecce non è certo imbattibile, in trasferta ha subito spesso e dietro balla da far paura. Gli mancano tanti pezzi importanti in difesa, da Reginiussen a Fabiano, Diamoutene è finito nel dimenticatoio e forse De Canio userà Ferrario anche se mezzo infortunato (altrimenti il quasi esordiente Sini, un ’92).

Ma il loro è un 4-3-1-2 con brillantezza e qualità dalla mediana in su, Piatti si accende a intermittenza ma quando l’ex rojo si ricorda di essere stato un punto di forza dell’Independiente sa giocare a calcio, Corvia e Di Michele vanno comunque tenuti sotto controllo. In forse Chevanton acciaccato. E in mezzo Giacomazzi e Grossmuller la legna sanno come si fa, e pure il giro-palla è apprezzabile. Alibi finiti, è già tempo di esami severi: partita da non toppare, altrimenti sarà subito l’ora dei processi. E invece tutti a Bologna ci auguriamo un po’ di respiro e serenità.

[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]