Bologna: festeggiamo la squadra e cambiamo pagina

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Festeggiamo la squadra: finalmente domenica è arrivata la certezza matematica della permanenza in serie A e possiamo tirare un sospiro di sollievo anche se personalmente non avevo avuto dubbi, anche dopo e durante quest’ultimo periodo negativo.

Credo si debba dire un grande grazie ai giocatori che hanno fatto un qualcosa di straordinario. Hanno consentito alla società di mettersi a posto ( senza risultati positivi e la speranza poi divenuta quasi certezza di rimanere in serie A probabilmente non sarebbe stato possibile ), hanno fatto tornare l’entusiasmo  e la voglia alla gente di tornare allo stadio ( a parte lo zoccolo duro dei tifosi che ne hanno sempre ) rimanendo concentrati e applicati sull’impegno calcistico e mettendo da parte gli egoismi e le esigenze personali, i problemi ( risolvendoli tra loro stessi nel momento che venivano fuori ) che solo chi ha vissuto queste cose può capire quanto può essere difficile e complicato. Naturalmente sono stati più determinanti i “vecchi” ma anche tutti gli altri che si sono messi a disposizione seguendoli e accettando le loro regole e i loro consigli non vanno dimenticati.

Un grazie a Malesani che, dopo questo grosso contributo dei giocatori nel metterlo in condizione di poter fare solo l’allenatore, ha saputo guidare  e gestire il gruppo e far esprimere al meglio la squadra e i giocatori. Naturalmente vanno ringraziati anche i vari soci del Bologna per aver tirato fuori i soldi per rimettere in piedi la società sul piano economico. Però i giocatori vanno messi sul posto più alto del podio perché hanno fatto di più di quello che un giocatore fa abitualmente ( deve allenarsi e giocare ) ma, come disse in un intervista Consorte un po’ di tempo fa, “hanno fatto la società” mentre, fondamentalmente, Malesani ha fatto l’allenatore ( bene ) e i dirigenti pensavano più alla società.

Voltiamo pagina: finita la festa bisogna poi pensare al futuro e voltare pagina perché le situazioni e le condizioni di quest’anno sono irripetibili. I giocatori vogliono pensare solo a giocare, finito l’allenamento vogliono pensare agli affari propri, non vogliono farsi carico di problemi altrui ( a volte non ne sono capaci perché manca la maturità, l’equilibrio e l’esperienza ) perché non è loro compito. Cambiano spesso squadra perché vengono ceduti o non vengono confermati e quindi sono portati a guardare i loro interessi. Questa è la realtà, giusta o sbagliata che sia. La prossima stagione bisogna dimenticare quello che è stato. La società ha un compito difficile per il prossimo anno, creare una squadra in grado di far bene dentro un equilibrio economico da rispettare, gestire la società e la squadra in condizioni normali molto diverse da quelle di quest’anno e con un nuovo allenatore  come risulta dalle cronache di questi giorni. Per certi versi dovrebbe essere più facile ma paradossalmente sarà più difficile. Gli auguro naturalmente di riuscirci per dare soddisfazione a loro stessi e a tutti i tifosi rossoblù.

Il paragone con Castori e l’Ascoli: domenica leggendo su un giornale la conferenza stampa di Malesani, fatta il sabato prima di Fiorentina-Bologna (dove elogiava il lavoro e il comportamento della squadra in quest’anno e cercando anche di spiegare le difficoltà di quest’ultimo periodo ) il solito giornalista ( tanto per confermare quanto è prevenuto verso Malesani ) per non dare i giusti meriti all’allenatore ha scritto che Malesani dovrebbe guardare a quello che ha fatto Castori e il suo Ascoli e non elogiare troppo la sua squadra. Sicuramente Castori e la sua squadra hanno fatto un buon lavoro ma fare questo paragone è come paragonare le carriere di Di Vaio, Britos, Portanova, Perez, Mudingay  Viviano ecc. a quelle di Romeo, Faisca, Micolucci, Moretti, Di Donato, Guana ecc., il campionato di serie A con quello di B, la città di Bologna con quello di Ascoli, la storia del Bologna con quella dell’Ascoli. C’è un abisso di differenze, non c’entra niente questo paragone. Anche Ulivieri  in tv al “pallone nel 7” due lunedì fa ha detto che Malesani è stato molto bravo e che il calcio del Bologna di quest’anno è stato bello e nuovo. Il calo finale era normale e fisiologico dopo un’annata vissuta così e dopo aver raggiunto l’obbiettivo di classifica visto che tutti dicevano che prima di Brescia ormai la salvezza era acquisita. Ma per non dare i giusti meriti all’allenatore (chissà per quali motivi) si arriva a scrivere di tutto e questo  non è giusto, soprattutto per i lettori.

[Luca Cecconi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]