Bologna, il punto: visione sempre più “in grigio”

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Sconfitta, ennesima sconfitta, pesantissima come tutte le altre, possibilmente ancora di più. Stiamo andando in Serie B ragazzi, ci stiamo andando spediti e ogni partita che passa equivale a un sadico prolungamento dell’agonia.

Sarà anche presto per dirlo ma il nostro destino sembra segnato come quello di un condannato a morte. I tempi di Lanna, Zenoni e Mutarelli sono lì, a far capolino da dietro l’angolo, e non è detto che fossimo ridotti poi tanto peggio. Allora se non altro c’era un certo Di Vaio che ci teneva a galla segnando cinquanta gol a campionato, ora al massimo possiamo godercelo in un’amichevole infrasettimanale. Poveri noi.

Quanto visto quest’oggi all’Olimpico contro i granata di Ventura è francamente incommentabile, uno spettacolo di una pochezza tecnico-tattica quasi senza paragoni. Il portiere non para, i difensori non difendono, i centrocampisti non sanno fare un passaggio a due metri di distanza, gli attaccanti non centrano la porta nemmeno per sbaglio: le lacrime agli occhi e il latte alle ginocchia sono ormai d’obbligo.

Sto scrivendo tante banalità, è vero, ma ormai sul Bologna stagione 2012-2013 ne ho già dette di cotte e di crude; se potessi, nel mio articolo mi piacerebbe dar voce a ciascuno di voi tifosi, che in questo momento mi starete leggendo con il cuore infranto. Un pezzetto si rompe inesorabilmente ad ogni uscita a vuoto di Agliardi, un pezzetto ad ogni cross sbagliato da Motta, un altro ad ogni pallone perso da Pulzetti, un altro ancora ad ogni stop maldestro di Guarente. E pian piano resta solo una poltiglia rossoblù calpestata ogni giorno da quell’emerito criminale sportivo che risponde al nome di Albano Guaraldi. Omicidio colposo e tentato omicidio: ha ucciso una squadra, sta provando a uccidere una fede.

Inutile sottolinearlo, lo so, tanto non se ne andrà, rimarrà lui e rimarrà il suo centro tecnico, dove probabilmente il prossimo anno andrò ad allenarmi io come nuovo acquisto, in vista del campionato di Eccellenza. A che serve andare avanti così? Questo è accanimento terapeutico bello e buono! Anche salvandoci, ammesso che sia ancora possibile, cosa otterremmo? Certo, si resterebbe in Serie A, non si scomparirebbe, ma ci si preparerebbe all’ennesimo campionato di bestemmie, bidoni e allenatori in bilico. Già, allenatori in bilico. Fino alla fine Stefano Pioli? Mi piacerebbe tantissimo, per la persona ancor prima che per il mister, tuttavia la mia convinzione comincia a essere messa a dura prova. Perché una nave discretamente solida e di qualità, seppur ereditata in acque tempestose, Stefano Pioli ha dimostrato di saperla comandare alla perfezione, ma su questo relitto rischia di affondare mestamente e di macchiare una carriera fin qui di tutto rispetto. Certo, ha commesso anche lui degli errori, dovendo però lavorare con un materiale scadentissimo.

Oggi il Torino si è dimostrato una squadra di basso livello, il Bologna di livello infimo. E quei pochi buoni giocatori che ci restano non rispondono più ai comandi. Diamanti, che sta pagando le fatiche dell’Europeo, fatica a realizzare due dribbling consecutivi, e anche quando ci riesce si intestardisce in un terzo e regala palla agli avversari, Gilardino non solo non segna più ma se tocca un pallone a partita è un miracolo, mentre Taider è ancora troppo discontinuo per gridare al campionissimo. Non gira più niente, tranne i nostri attributi. Siamo riusciti a prendere gol da un tale D’Ambrosio che probabilmente non giocherebbe titolare nemmeno nella mia squadra di calcetto, ma che altrettanto probabilmente è migliore dei nostri difensori e anche dei nostri attaccanti, visto che la porta l’ha vista e l’ha centrata. Agliardi, pur coprendo giustamente il primo palo, ha comunque deciso di lasciar passare il pallone, ottima scelta. Ma tanto lo sappiamo, questo è quello che ci ha passato il convento.

La prossima partita, al Dall’Ara contro il Palermo dei colossi Morganella, Von Bergen e Bertolo, sarà decisiva. Sì, come erano decisive quelle contro Pescara, Siena, Fiorentina, Cagliari, Udinese e infine Torino. Di punti ne abbiamo fatti parecchi mi pare, no? Inutile comunque pensarci ora, perché prima ci sarà da capire come evolverà la situazione nelle prossime ore, in particolare sul fronte panchina. Sul fronte del campo invece ci sarà da aspettare qualche mese, fino a gennaio per la precisione, quando dovranno per forza essere acquistati cinque o sei giocatori in grado di aumentare la qualità della rosa. E, cosa non da meno, quando si dovrà provare a vendere qualcuno dei pellegrini che stanno scendendo sul rettangolo verde in queste settimane.

Ah già, è vero, il presidente sarà sempre Guaraldi, quindi buonanotte e buona Serie B, sempre se come pagamento per l’iscrizione al campionato la Federazione accetterà una villetta a schiera o una palazzina. Perché al Bologna va di moda il mattone, non il contante.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]