Bologna: L’intermezzo

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Vediamo il dirupo avvicinarsi e sentiamo i freni deboli ed insicuri. Ogni metro verso cui si avanza non lascia presagire niente di buono: due anni di Menarini e quattro mesi di Porcedda stanno scavando sotto al Bologna una buca di proporzioni casilliane che, se riusciremo (?) ad evitare, verrà ricordata come il più grosso pericolo scampato della nostra storia sportiva. O, in alternativa, porrà la pietra tombale sul football a Bologna, degna conclusione di una città morta a tutti i livelli che ormai non riesce a stare al passo di nessuno, nell’indifferenza dell’imprenditoria e nell’assenza di istituzioni.

Consorte (e Cazzola?) cercano di gestire per quanto possibile i destini di un club rovinato dalle male gestioni e dai salti nel vuoto: in questo bazar terribile si colloca la conduzione tecnica e la (poca) spinta di un gruppo di giocatori che potrebbe decidere con un solo colpo, da un momento all’altro, di far entrare i titoli di coda. È uno strano e beffardo intermezzo, niente più, questo turno dei Sedicesimi di Coppa Italia che, ironicamente, ci riporta in quella Cagliari da cui abbiamo ottenuto solo bugie e scherni (ma Bologna non ci ha mica fatto meglio, sia chiaro). Un’obiettiva interpretazione di questo prepartita è impossibile, tant’è evidente che una gara del genere a tanti chilometri di distanza sia solo d’impiccio a chi di voglia di sfiancarsi logicamente ne ha poca.

Buona allora la mossa di Malesani di puntare a salvare l’onore (magari cercando un assai sorprendente passaggio del turno) utilizzando gli elementi che erano stati accantonati per infortuni o abbondanza eccessiva dei reparti, sperando diano risposte positive e cerchino di mettersi in luce. Morleo, Esposito, Siligardi, Cherubin, Moras, Paponi, più gli interessanti e validi giovani Cruz e Gavilan. Sull’altra sponda del match, Cellino tiene a questa partita più di chiunque altro: ha fatto ben presente al neo tecnico Donadoni che un’altra imposizione sul Bologna gli regalerebbe un sorriso a denti scopertissimi, più di tre settimane fa. E in campo i sardi non rinunceranno a presentare un undici comunque competitivo, con qualche esperimento nel pacchetto arretrato e forse anche davanti.

[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]