Bologna-Palermo 3-0: Diamanti e Gilardino trascinano i rossoblù

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“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Dopo questo 3-0 al Palermo mi tocca citare di nuovo Dante, che sicuramente ora si starà rivoltando nella tomba, avendo capito che stiamo discutendo di Cherubin e Garics e non di Virgilio e Beatrice.

Pazienza. Ecco appunto, Pazienza, guarda caso oggi lui non c’era. Lì nel mezzo è tornato il caro vecchio Diego Perez, quello originale che avevamo imparato a conoscere nel Mondiale tedesco del 2006. C’era anche Diamanti, quello vero, decisivo, trascinatore, capitano (e lo ripeto, capitano), testa alta e mancino vellutato al servizio dei compagni, come piace a noi. C’era Gilardino, che oggi sì avrà toccato almeno cinquanta palloni senza sbagliarne nemmeno uno (la sua capacità di stoppare la sfera spalle alla porta, difenderla e appoggiarla alla perfezione all’indietro è esaltante almeno quanto il suo eurogol odierno che ha sbloccato la situazione). Per non parlare di Sorensen, che guida la difesa con la padronanza di uno scafato trentenne (ecco mister, questo devo chiederglielo, perché non giocava mai?) e della partita gagliarda di Morleo e Gabbiadini, preziosissimi. Poi è vero, in porta è ricomparso l’uomo di carta velina, ma tutte le volte che lui parte titolare e si infortuna in maniera patetica il Bologna vince, quindi grazie anche a te, caro Curci.

Io però un’altra squadra inguardabile come il Palermo di Gasperini, al momento, faccio fatica a trovarla. Pensavo che il premio Oscar come compagine più orribile del campionato (almeno finora) spettasse di diritto a noi, ma questi ci superano. Avversario scadente quindi, ma non va dimenticato che contro squadre poco più forti dei rosanero i ragazzi di Pioli erano caduti fragorosamente, perciò bene così. Inoltre, l’albo dei cattivi non inganni, perché il Bologna ha chiuso il primo tempo avanti di due reti quando ancora in campo vigeva la parità numerica. A inizio ripresa fallo di Ujkani su Gilardino (che aveva comunque segnato), rosso per il portiere albanese e sigillo definitivo di Alino dal dischetto: la gara si è chiusa lì, conta poco che il Palermo sia poi arrivato al novantesimo in otto uomini (e noi in dieci , peraltro, vista la sciocca espulsione di Taider).

La partita era una di quella da vincere assolutamente, la cosiddetta ultima spiaggia, che poteva essere bagnata da una placida marea in cui specchiarsi e scoprirsi un po’ più belli di quanto si pensava, o spazzata via da un’onda assassina in grado di gettarci tutti all’inferno, dove il nocchiero Caronte si sarebbe presentato sulle note del jingle della Serie bwin. Sia lodata la prima ipotesi, anche se, pur non essendo proprio dei brutti anatroccoli, non possiamo certo paragonarci a dei cigni. Perché Bologna è così, la conosciamo, basta una vittoria e si dimentica tutto.

A tal proposito ci tengo a sottolineare e ad appoggiare l’atteggiamento tenuto dalla curva Bulgarelli quest’oggi. Critiche feroci a Guaraldi (molto incisivo lo striscione “Da oggi questa è la nostra coreografia: Guaraldi vattene via!”), continuo ed emozionante incitamento alla squadra e nuovo attacco al presidente a fine partita, anche dopo una vittoria tutto sommato convincente. L’epoca del buonismo e del perdono è finita, il vaso è stracolmo e questa società non merita più pacche sulle spalle ma solo un bel calcione nel sedere. Detto questo, lo sappiamo, serve un’alternativa credibile. Insomma, serve Zanetti. Ed ecco quindi che Guaraldi torna ad avere il coltello dalla parte del manico: “Lascia perdere i giornali Massimo, vieni a Casteldebole, se hai idee o proposte interessanti da fare a me e ai miei soci le ascolteremo e le valuteremo”, aveva dichiarato Albanone in settimana sul sito ufficiale. La palla ora passa a mister Segafredo, e al momento non è certo facile intuire quale sarà la sua prossima mossa, se ci sarà.

Per adesso meglio rimanere concentrati sul campo, dove la squadra ha dato un piccolo segno di risveglio e ha fatto riscoprire al popolo del Dall’Ara quel gesto tanto semplice quanto profondo che tutti sembravano essersi dimenticati a casa in qualche cassetto: il sorriso. Ero lì quando il Gila ha sviolinato, proprio davanti a lui, e mi sono reso conto che il cuore rossoblù batte ancora, più forte che mai, perché è proprio nelle difficoltà che questa piazza riesce a offrire il meglio di sé.

Domenica prossima tutti a Genova, contro la disastrata Sampdoria sarà un altro match che varrà doppio, triplo, quadruplo, e che i rossoblù dovranno a tutti i costi vincere per allontanarsi con decisione dalla zona retrocessione, inguaiare ancora di più una diretta concorrente per la salvezza e sfoderare qualche altra piuma bianca in mezzo a tanto grigiume. Avanti anatroccoli, siamo tutti con voi! Se poi nello stagno arriva anche un paperone, tanto meglio…

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]