Bologna, vento in poppa

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Mancavano otto secondi, quando Gaston ci ha regalato quella gemma che candida il Bologna al perfetto ruolo di guastatore da ultimi minuti. La chiamavano “zona Mazzarri”, quella attorno al 90′, ma pure Malesani e i suoi non scherzano.

E così succede che i 25 mila del Dall’Ara escono dallo stadio col sapore della vittoria, quasi dimenticando che pareggiare col Cagliari rende probabilmente un sogno impossibile la corsa a un settimo posto che potrebbe valere l’Europa. Vuole che restino tutti coi piedi per terra, il mister. Sia circa la classifica, che relativamente a Ramirez, verso il quale usa più bastone che carota per cercare una crescita e un adattamento più consono possibile al calcio di casa nostra. Ma il nostro gioiellino non si discute, forse dai tempi di Mancini il Bologna non si gode un giovane di tale dote e di sicuro avvenire.

E domani a Lecce potrebbe anche tornare a fare la seconda punta, nel ruolo che gli era stato ritagliato a fianco di Di Vaio nel miglior momento stagionale di questo bel Bologna. Al Via del Mare c’è un avversario che nonostante la buona qualità di cui dispone, annaspa là in basso a 28 con ben 50 gol incassati e tanta paura di tornare in fretta nel pantano della B. De Canio però ha dato praticità e convinzione, specie nelle partite in casa, a un Lecce che sembra avere qualcosa di più di almeno altre 2-3 squadre nella corsa alla permanenza in A. Evidente che le motivazioni ben diverse peseranno sul match, starà a noi interpretarlo con lo spirito di chi ha ancora tanta fame perchè fermarsi sul più bello non avrebbe senso. E dopo aver sofferto due anni, è il caso di accelerare ancora e di godersi fino in fondo questa annata paradossalmente entusiasmante.

Malesani insiste con Della Rocca sulla trequarti (maluccio col Cagliari, ma da domenica ci sarà di nuovo Ekdal), e con Casarini terzino, ragazzo di grande dedizione e impegno ma oggettivamente limitato in un ruolo che ancora non sente suo. C’è un dubbio a sinistra, fra Rubin e Morleo, ma non crediamo che il tecnico abbia già spianato la strada ai troppi esperimenti. Panchina per Meggiorini e per Gimenez, entrambi in difficoltà di gol e di prestazioni, ma ci sono ancora dieci giornate e non sono affatto poche per riprendersi la scena e iniziare a mettere dei paletti sulla permanenza in rossoblù anche per l’anno che verrà. In casa Lecce, 5 vittorie su 7 totali ottenute in casa, c’è Tomovic laterale destro basso dopo tanto tempo, c’è Jeda con Corvia e non Chevanton, è out Di Michele e si preferisce il dinamismo di Munari e Olivera al posto dell’eleganza lenta di Piatti. Tornare dalla Puglia con una vittoria spegnerebbe sul nascere i futuri discorsi di chiunque sul fatto che ci si debba ancora salvare, e similari. Perchè questo Bologna, con le altre squadre impegnate nel discorso per restare in A, sinceramente non ci ha mai avuto molto a che fare. E la qualità del gioco sempre espressa ne è un ottimo indicatore. Ma paradossalmente se ne sono accorti (e l’hanno riconosciuto) di più i nostri avversari che non i bolognesi stessi.

[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]