Brescia Cellino: “Non mi frega nulla di andare in Serie B”

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Le parole del presidente del Brescia Massimo Cellino nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Radio 24.

BRESCIA – Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio 24. Queste le sue parole: “Galliani è il mio maestro, ho imparato tutto da lui. Ma parliamoci chiaro, non siamo più ai tempi delle retrocessioni a tavolino e dei punti di penalizzazione. Capisco la situazione del Monza e del Benevento, gli daranno questi punti di bonus l’anno prossimo, cosa facciamo causa al Coronavirus? È colpa sua, non nostra. Parlando da persona pratica: consolidare la classifica vuol dire pagare i premi ai calciatori, ma i miei calciatori saranno disposti a scendere in B e prendere il 50%? La soluzione unica è spostare tutto di un anno, come fatto con l’Olimpiade e con l’Europeo.  Giocare a porte chiuse è una bestemmia, una cosa che in Inghilterra non verrà mai fatta, non è una soluzione. La prima componente è il tifoso allo stadio, abbiamo snaturato uno sport con moviole e VAR, perché mancano i dirigenti di calcio. Io lo faccio da 30 anni e le dico che non ci sono più dirigenti di calcio, e lo dimostra il fatto che i conti economici della società sono tutti in passivo. I milioni che leggo sui giornali sono tutti coriandoli, piuttosto approfittiamo di questo Coronavirus per mettere a posto il calcio”.

Il patron delle Rondinelle ha aggiunto: “La FIFA dice finiamola qui, il CONI dice finiamola qui, la FIGC invece mi ricorda il nostro governo, crea un sacco di commissioni ma è solo politica e burocrazia. È una tragedia su cui stiamo scherzando tutti ancora, io vivo a Brescia e vi auguro di non vivere mai il Covid-19, nel resto d’Italia non se ne rendono conto. Di andare in Serie B non me ne frega nulla, ci vado domani mattina. Nascondersi dietro i problemi economici è sbagliato, l’azienda calcio è come tutte le altre, ma nel sistema mondiale è l’unica in grado di risollevarsi e ripartire senza chiedere aiuti a nessuno. Il fatto che ci nascondiamo dietro consigli di chi non è coinvolto è sbagliato, che si possa ripartire io me lo auguro ma non lo credo. Io sono a Brescia e ho paura di uscire in giardino. Le società di calcio sono società per azioni come altre, quando hai il 90% delle società che hanno bilanci negativi, le cui perdite vengono colmate con le plusvalenze, le cessioni dei calciatori, già è chiaro cos’è il calcio. In questo momento non si gioca, ma tutti abbiamo interesse che si riprenda a giocare. Ma come si fa a giocare giugno, luglio, quando i bilanci chiudono a giugno e i contratti anche? I calciatori riprendono senza fare un giorno di vacanza? Ma si strappano tutti! Come ha detto Ranieri, i giocatori di Serie A sono come macchine di Formula 1 e stare fermi due mesi è una cosa mai accaduta prima. Se il Brescia deve retrocedere per salvare il calcio io firmo subito e non faccio causa a nessuno, ma non permetto che si facciano insinuazioni del genere”.