Buffon: “Finisce la mia vita in azzurro ma non il futuro del calcio italiano”

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Il portiere della Nazionale, in una serata triste per la storia del calcio italiano, ha avuto pensieri positivi per l’immediato futuro

MILANO – La lacrime di Gianluigi Buffon al termine del pareggio tra Italia e Svezia, che é costato alla Nazionale l’esclusione dal Mondiale di Russia, sono il simbolo della delusione dell’intero Paese. Attonito, quasi incredulo, davanti a un verdetto impietoso che nella storia del calcio azzurro era arrivato soltanto una volta, 59 anni fa. E quel Mondiale per strana coincidenza si sarebbe disputato proprio in Svezia.

Buffon, ai microfoni di Rai Sport prima e SpySport poi, si é detto dispiaciuto soprattutto per il risvolto che questa sconfitta avrà a livello sociale ma anche, e soprattutto, per aver deluso tutti qui bimbi che sognano di poter giocare un giorno in Nazionale. E di questo ha chiesto pubblicamente scusa. Ha escluso nella maniera più assoluta che le due gare dello spareggio siano state afrontate con leggerezza, considerato che sulla carta, lo spessore tecnico della Svezia era decisamente inferiore. “Non abbiamo sottovalutato niente“.

A suo parere la squadra non è riuscita ad esprimere le proprie potenzialità. É venuta meno la lucidità necessaria per fare gol. E a tutto questo va aggiunto un pizzico di sfortuna in alcuni episodi, che poi si sono rivelati determinanti. Senza trascurare il contraccolpo psicologico lasciato dalla partita persa contro la Spagna al Bernabeu lo scorso 2 settembre perchè, inutile negarlo, da quel giorno la Nazionale non é più stata la stessa.

Termina qui la carriera in azzurro del trentottenne numero uno della Juventus, ma non il futuro del calcio italiano. Su questo Buffon é apparso convinto e convincente. “Abbiamo orgoglio, forza, siamo testardi e caparbi. E dopo delle brutte cadute troviamo sempre il modo di rialzarci”. Il passaggio del testimone ora va a Donnarumma e Perin, che da stasera dovranno cercare di non farlo rimpiangere.

Un pensiero ai compagni e al Mister

Poi la fase dei saluti e dei ringraziamenti. Per Chiellini, Barzagli, Bonucci e per tutti gli altri compagni che nel corso di questi anni hanno condiviso con lui tante avventure, belle e brutte, gioie e dolori. Un ringraziamento speciale al pubblico di San Siro che non ha mai smesso di incitare la squadra fino al 95′. Milanisti, juventini, romanisti, napoletani, laziali, tutti uniti a sostenere la maglia azzurra al di sopra di ogni fede e simpatia. E una lancia spezzata in favore di Ventura: “Lo sport insegna a perdere e vincere in gruppo, a condividere gioie e dolori, dividere meriti e demeriti. Il mister ha le colpe che abbiamo noi”.