Buffon:”Dobbiamo copiare l’Inter”

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Dopo aver confermato, con una conferenza stampa che sembrava quasi un messaggio alla nazione bianconera, di restare alla Juventus pure l’anno prossimo, Gigi Buffonspiega meglio perchè è rimasto (“Marotta hale idee chiare, e alla Juve c’è un progetto che adesso poggia su base solide”) e come si fa per tornar grandi : ” Farsi tutti un mazzo così, come fanno quelli dell’Inter”. Gigi ha spiegato pure i motivi per i quali la Juve è caduta così in basso: ” Abbiamo vissuto una crisi progressiva, iniziata già con Ranieri”. Infine, sulla sua condizione fisica: ” Tranquilli, sto benissimo. C’è gente che sta davvero in pessime condizioni ed è  molto lontane da come sto io”.

Di seguito, l’intera intervista rilasciata da Buffon.

Il Mondiale è abbastanza lontano da far sembrare più attuali le vicende juventine. Buffon che fa: se ne va o resta?
«La situazione si è delineata: da parte mia e anche da parte loro c’è la voglia di continuare e dunque andiamo avanti così».

Silvano Martina, il suo procuratore, ha detto che lei è prigioniero del contratto. Dunque dobbiamo dedurre che resta perché non può fare altro?
«Viviamo in un’epoca in cui se uno vuole andare via se ne va. Un punto di incontro si trova sempre. Qui invece c’è la volontà della Juve di tenermi e la mia disponibilità a restare anche per la stima che ricevo dai tifosi: ho dato molto anche quando nessuno lo chiedeva ma ho ricevuto altrettanto».

Quanto ha inciso l’incontro con Andrea Agnelli?
«Ci siamo incrociati a Venaria per il raduno della Nazionale: due chiacchiere e niente di più. Invece ho parlato a lungo con Marotta e ho capito che ha le idee molto chiare. Alla Juve c’è un progetto nuovo che poggia su basi solide».

Cioè su grandi acquisti?
«Non mi importa chi saranno e quanti. Mi importa avere di nuovo giocatori con la mentalità da Juve, che siano campioni o operai. Per chi ci arriva, la Juve deve rappresentare il massimo perché ha fatto la storia del calcio italiano, e quindi deve dare tutto quello che ha. La voglia di sacrificarsi, di lavorare, di lottare. Ecco quello che conta: sputare sangue per la Juve».

Sembra di capire che quest’anno non è successo.
«Forse non c’eravamo accorti di essere alla fine di un ciclo e non solo quest’anno: già nel finale dell’anno scorso qualcosa non andava e si trovò in Ranieri il colpevole. A distanza di tempo si è capito che non era la verità».

In questa Nazionale siete ancora tanti della Juve: perché dovremmo credere che chi è qui sputerà sangue se non l’ha fatto prima?
«Nella Juve si è vissuta una crisi progressiva. Talvolta non hai più fiducia in quello che fai e la reazione è di lasciarsi trascinare a fondo dalle negatività».

Può capitare anche al Mondiale?
«Ci sono le premesse per farlo bene. E se abdicheremo al titolo dovremo farlo uscendo a testa alta».

Tra le idee chiare che attribuisce a Marotta c’è quella di tornare subito competitivi per lo scudetto?
«Se paragoniamo la nostra annata a quella dell’Inter c’è un bel po’ di differenza e per colmarla ci vuole tempo. I nostri tifosi lo sanno e sono disposti ad accettarlo se vedranno che le cose sono fatte in maniera più adeguata. Non parleremo di scudetto ma almeno si dovranno evitare le figuracce imbarazzanti dell’ultima stagione. Mai come quest’anno dovremo imparare dall’Inter»

In che senso?
«L’esempio è il loro comportamento in Champions League dopo il girone eliminatorio. È una squadra di campioni che si facevano il mazzo tanto per arrivare allo scopo. Quando vedo Eto’o che non supera la metà campo per restare in copertura a cinque metri da Maicon io mi tolgo il cappello e dico che questo è il modo di vincere: remando tutti dalla stessa parte».

Lei è convinto di aver aver fatto una buona stagione?
«Fino a novembre, prima del menisco, non ne avevo mai fatta una migliore. Poi se arrivi settimo con la Juve non puoi pensare che qualcuno si salvi. La verità è che le fortune del singolo fanno quelle della squadra ma è vero anche l’opposto».

Insomma Buffon si sente ancora il migliore del mondo?
«Penso che se sono messo nella condizione di dimostrarlo lo sono ancora. Il problema è che puoi essere il più forte per 100 partite ma se arrivi sempre dodicesimo nessuno se ne accorge».

Il dubbio che ha avuto anche la Juve è che lei non abbia più la salute per essere lo stesso Buffon di quattro anni fa.
«Vedete gli allenamenti e avete l’esperienza per giudicare. Conosco persone che sono in cattive condizioni fisiche e vi assicuro che sono molto lontane da come sono io».

[Marco Ansaldo – Fonte: www.nerosubiancoweb.com]

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