Calcio italiano: crisi di valorizzazione dei talenti nazionali

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Negli ultimi tre anni, il calcio italiano ha visto una preoccupante contrazione della presenza dei giocatori italiani nei massimi livelli professionistici, in particolare rispetto al dilagare dei talenti stranieri. I dati parlano chiaro: nella Serie A, la percentuale di tempo giocato da calciatori italiani si è fermata attorno al 36%, mentre gli stranieri hanno coperto oltre il 63% del minutaggio.

Il divario non riguarda solo l’età, ma anche la provenienza. I giocatori stranieri Over 21 costituiscono oltre il 61% del tempo giocato. Mentre gli italiani Under 21, potenziali promesse del futuro, hanno avuto accesso a un misero 1,9% del minutaggio totale.

La tendenza si riflette anche nei vivai e nelle competizioni giovanili: nel campionato Primavera , la percentuale di stranieri è salita al 32,4% nel 2023. Emblematico il caso del Lecce Primavera, campione d’Italia 2023, che ha disputato la finale con una formazione interamente straniera.

L’Italia figura tra i paesi europei con minor impiego di calciatori cresciuti nei vivai nazionali: solo l’8,4% dei giocatori impiegati in Serie A proviene dal settore giovanile del club per cui gioca. In confronto, campionati come la Liga spagnola vedono una presenza di stranieri molto più contenuta (circa 39%), con maggiore spazio dato ai talenti locali.

Molti giovani italiani, per emergere, scelgono di trasferirsi all’estero, dove trovano club più propensi a scommettere su di loro. È una fuga che rischia di impoverire il patrimonio calcistico nazionale, relegando l’Italia a ruolo di esportatore di talenti anziché sviluppatore.

La valorizzazione dei calciatori italiani è in crisi, valorizzare gli atleti italiani non è solo una questione sportiva, ma anche culturale, economica e identitaria. Ignorare questo problema rischia di condannare il calcio italiano a una progressiva marginalizzazione nello scenario internazionale.

Se il trend non verrà invertito, il sistema rischia di perdere competitività e identità. Occorrono politiche mirate, investimenti nei vivai e una revisione delle strategie dei club per ridare centralità ai nostri talenti.

A cura di Francesco Forziati