Caso Sibilli, rischio squalifica: il Bari torna a fare i conti con l’ombra delle scommesse

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BARI – Il caso che coinvolge Sibilli riporta sotto i riflettori il tema delle scommesse nel calcio italiano, una questione che da anni accompagna le cronache sportive. L’attaccante è accusato di aver effettuato giocate su piattaforme legali, senza mai toccare partite del Bari né incontri che lo riguardassero direttamente. Tuttavia, le regole federali non lasciano margini di interpretazione: ai tesserati è vietato in assoluto scommettere sul calcio, anche in assenza di legami diretti con la propria squadra.

L’ipotesi di un patteggiamento è concreta e potrebbe tradursi in una squalifica fino a otto mesi. Una prospettiva che rischia di pesare non solo sul percorso del giocatore ma anche sulla programmazione del Bari, che perderebbe un elemento importante. La vicenda riapre così il dibattito sul rapporto tra calciatori e scommesse, con il calcio italiano nuovamente chiamato a fare i conti con una fragilità che ritorna ciclicamente.

Il Bari stesso non è nuovo a situazioni simili: negli anni passati il club è stato sfiorato da inchieste legate al mondo delle scommesse, con episodi che hanno segnato profondamente la sua storia e la sua immagine. La nuova indagine che tocca Sibilli, pur con contorni diversi e senza accuse di combine, finisce inevitabilmente per riaccendere i ricordi di quelle stagioni travagliate.

Questa volta la vicenda appare più circoscritta, ma resta emblematica di un fenomeno che continua a incidere sul calcio italiano e che, a distanza di anni, dimostra quanto il tema delle scommesse resti una questione irrisolta.

A cura di Francesco Forziati