Catania-Bari 2-3: colpo esterno dei biancorossi

238

logo_lega_serie_bCATANIA Massimo rispetto per chi, in settimana, a Torre del Grifo, lavora per dare il massimo in partita. Per chi, anche contro il Bari, al netto dei propri ed altrui limiti, ha dato il proprio massimo, riuscendo a tenere viva fino al 5° minuto di recupero, una partita che poteva parer chiusa prima del fischio d’inizio. Ed infine, anche e soprattutto per chi, nonostante le premesse e le promesse non mantenute, allo stadio è andato lo stesso: per sostenere la propria fede, salutare un proprio amico scomparso, credere nell’impresa.

Premesso ciò, la sconfitta contro il Bari resta un copione tragicomico tutt’altro che imprevedibile. A partire dalla formazione del Catania, non quella dei titolari, ma degli indisponibili. Per continuare con la sorpresa Marcelinho, inspiegabilmente tenuto finora in panchina a favore di due giocatori in condizioni tutt’altro che perfette (Leto lavora dal ritiro in differenziato; Castro già Agosto era in allarme per un’ernia inguinale). Passando per gli errori difensivi che generano le prime due reti del Bari, il buco nella rete che in occasione del primo rigore calciato da Rosina dà l’impressione del rigore fallito, la temperatura in cui si gioca, il rimpallo che favorisce il terzo gol del Bari, la traversa di Calaiò. E finisce col risultato che dice come, un solo errore in meno(in difesa o in attacco) od un solo episodio favorevole in più, sarebbe valso almeno un punto.

Purtroppo, per il Catania arriva la conferma di come ai rossazzurri (in campo, in panchina e sugli spalti) non basti dar il proprio massimo per regalare e regalarsi un sorriso. Stanti le difficoltà oggettive di cui la squadra in parte è causa, ma in parte ben più rimarchevole è vittima: serve pure che l’avversario faccia meno del suo minimo. Il Bari, al Massimino, fa poco di più, e tanto gli basta. Basta tanto poco perché, a conti fatti, ogni sforzo profuso dalla squadra (in settimana, come in campo) e pure lo sforzo di chi ha sostenuto la squadra con la propria vicinanza, non riuscendo ad incidere in termini di risultato sia inutile e  peggio: sembri assente. Ma così non è. É questa la sola recriminazione che il Catania può avanzare, ma a chi? L’allenatore, la squadra, ed i tifosi, in cuor loro lo sanno, bene.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]