Catania e Russo: E la storia Continua..

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“E non finisce qui”, diceva l’indimenticato Corrado nella sua popolarissima trasmissione “La Corrida”. Simile frase è stata pronunciata anche da un meno conosciuto personaggio (almeno in ambito nazional-popolare), nato a Misterbianco il 6 ottobre di 37 anni fa. Ovviamente parliamo del nostro amatissimo Orazio Russo, ex ala destra di tante battaglie.

E’ notizia di non molto tempo fa il cambio di “ruolo” deciso dalla società etnea per non privarsi di un uomo ed una personalità importante e di sicura fiducia. Orazio Russo è adesso il nuovo Team Manager della squadra rosso azzurra. Ma la storia di Orazio con il Catania è quella di un continuo “e non finisce qui”, confermato negli spogliatoi di Catania – Genoa, ultima gara del campionato, ultima sua ultima partita nella massima serie, esordio con la maglia del Catania in serie A. E’ il 5 maggio, scende in campo per gli ultimi 10 minuti col pubblico che inneggia il suo nome e Mascara che gli cede la fascia da capitano.

Un sogno realizzato il suo, ma anche una “promessa” che ha attraversato i campi indecenti dell’eccellenza, passando per la serie C e una promozione in serie A. Sì, perché la favola di Orazio Russo è un susseguirsi di “e non finisce qui” con la maglia della sua città. Orazio approdò al Catania a soli 18 anni dalla Società Sportiva Battiati, e già nel marzo di quella stagione sportiva (il Catania era in serie C1), dopo alcune splendide apparizioni nelle giovanili rosso azzurre, mister Salvo Bianchetti lo fece debuttare in prima squadra.

Fu subito un successo per lui, affiancato dai più esperti Cipriani e Pelosi. Nella stagione successiva, l’anno della radiazione del Catania, fu “costretto” dalla mano infausta della FGIC a cambiare aria: per lui niente di meno che una squadra di serie A, il Lecce. Ma la sua storia al Catania non sembrava affatto finita, il “e non finisce qui” fu pronunciato da Orazio per la prima volta. Ed infatti, dopo alcune buone stagioni in Puglia (le cronache sportive del tempo parlarono di un forte interesse per ottenere le sue prestazioni da parte dell’Inter), ritornò in prestito al Catania, nel frattempo risalito in serie C2.

Non fu una stagione esaltante per il Catania e neanche per Russo, ma comunque Orazio contribuì a mettere le basi del Catania vincente delle seguenti stagioni. A fine campionato tornò a Lecce, dove non rimase a lungo tempo. Anche in questo caso, il nostro Orazio pronunciò la fatidica frase “e non finisce qui”. E la storia d’amore fra Russo ed il Catania non finì veramente in quella stagione.

Cronaca più recente: Catania in serie B, Russo fu uno dei “traghettati” dal presidente Pulvirenti direttamente da Acireale (fra gli altri vi furono Anastasi, Polito, Suriano e mister Costantini). Fu la stagione dell’insediamento della nuova società e di un nuovo modo di “fare”, probabilmente mai sperimentato in quel di Catania. Il nostro Orazio riuscì a scavalcare la concorrenza di ben più noti suoi compagni di squadra (Vugrinec e Ferrante su tutti) e a disputare ben 33 partite (con 4 gol).

E non finì lì neanche quella volta. La stagione successiva fu quella della promozione in serie A del Catania, ed Orazio Russo fu uno degli assoluti protagonisti (indimenticabile la sua volèe da fuori area per il gol contro il Vicenza, sotto un violento acquazzone). Di comune accordo con la società Orazio decise di lasciar spazio ad atleti più giovani di lui per la nuova esperienza in serie A. Ma, per l’ennesima volta, la sua esperienza catanese “non finisce qui”. Infatti, dopo alcune stagioni in serie C, ecco il ritorno a Catania.

Più una promessa da mantenere che una reale esigenza del Catania. Ma una promessa da rispettare in religiosa osservanza. E così, il 5 maggio 2010, Orazio ha realizzato il suo sogno: scendere in campo con il suo Catania nella massima serie. Solo qualche minuto contro il Genoa, ma tante lacrime finali e scarpette al chiodo appese a fine partita. Poteva finire qui l’esperienza di Orazio a Catania? Certamente no!

Ed infatti, rieccolo “approdare” al Catania, stavolta in veste di Team Manager, in sostituzione di Maurizio Patti. Una “promessa” che è partita da una vecchia idea del presidente Pulvirenti che, ai microfoni delle emittenti regionali, all’indomani della promozione in serie A, dichiarò: “Orazio va a divertirsi per 2 o 3 anni, poi tornerà a casa per far parte della nostra società”. Promessa mantenuta. La parabola del “e non finisce qui” sembra dunque continuare e mai finire. E noi tifosi non possiamo che essere contenti. Una società sempre più “catanesizzata” e con i nostri idoli, cosa possiamo chiedere di più? Ah, si, siamo in pieno calciomercato, è il momento di chiedere e sognare di tutto. Ma queste sono altre storie…

[Diego Vitale – Fonte: www.mondocatania.com]