Catania, il punto: finalmente bene anche in trasferta

268

CATANIAA Siena il Catania ritrova sé stesso, sfoderando per la prima volta in trasferta una di quelle prestazioni che lo hanno reso temibile, quasi inarrestabile tra le mura amiche. É la prestazione che porta al risultato. É la prestazione di una squadra, decimata dalle assenze e fiaccata dall’impegno in Coppa, a portare il sussulto. É il primo della stagione, quello che tanto atteso potrebbe segnare finalmente la svolta positiva della gestione Maran, finora evolutasi senza sussulti appunto, in linea con le attese della società e dei tifosi. Un risultato che vale più di una vittoria. Proprio perché attesta l’acquisizione di quelle doti, tutte morali, che da qui in avanti dovranno valer molti più punti di quelli attesi od anche solo immaginati, soprattutto in trasferta.

Prestazione, e conseguente risultato, che non avrebbe avuto la stessa importanza- per questo Catania – con l’organico al completo, o contro un Siena decimato.

É l’emergenza che esalta la capacità dell’allenatore di metter in campo una squadra diversa nei nomi, uguale nel gioco. E’ sempre l’emergenza che rafforza lo spirito di squadra, le qualità caratteriali dei singoli a favore del collettivo. Ed è ancora l’emergenza, stante prestazione e risultato, ad attestare la lungimiranza della società nella progettazione audace dell’organico: tre innesti “sovrabbondanti” come Castro, Rolin e Salifu.

Tre “sprechi” facenti funzione esattamente nei tre ruoli lasciati vacanti dalle assenze di Spolli, Bellusci, Biagianti, Izco e Barrientos.

A partire da ciò si può intuire, supporre, come il risultato “importante” richiesto da Gasparin e maturato sul campo non sia stato il 1-3. Il risultato (importante) della prestazione (importante) è aver dimostrato di esser una squadra che vince come squadra, a prescindere se composta da cosiddetti titolari o cosiddetti gregari.

Un risultato, che prescindendo dal tabellino e dai suoi episodi, divine importante per il duplice effetto sortito: far sentire importante chi meno si sentiva tale finora, scuotendolo, e far sentire meno indispensabile chi finora si sentiva tale, responsabilizzandolo.

Non è il primo sussulto dato da Maran al suo Catania, ma è il primo dato dal Catania di Maran. Siena-Catania si presentava importante anche per questo. Perché crocevia d’un cammino finora lineare, senza cambi di direzione, in attesa di qualcosa: di un risultato negativo, che avrebbe reso davvero questa una sfida salvezza, o di un risultato positivo che avrebbe riportato in alto classifica, entusiasmo, convinzione dei propri mezzi.

Il Catania a cui non basta più riconoscersi superiore in trasferta, e dimostrarsi tale solo in casa, è un Catania nuovo, consapevole, a prescindere dagli interpreti in campo, a prescindere dalla fatica, di avere una identità forte, costante in grado di permettergli costanza di prestazioni e quindi di risultati. Una grande carica ed una grande responsabilità, non c’è più spazio per alibi o giustificazioni. Il tabù trasferta non esiste nella realtà ma solo nella mente di chi non vuole grande il Catania. In realtà il Catania è già grande, l’ha dimostrato, non deve mai stancarsi di ribadirlo.

Facciamo grande questo Catania.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]