Catania, il punto: il coraggio della coerenza

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Un pensiero: “mantenere saldo il progetto tattico a prescindere dall’aspetto economico”, una parola: “non venderemo nessuno dei nostri migliori giocatori nel calciomercato di Gennaio, andrà via solo chi ha avuto meno spazio ed in entrata guarderemo più al Catania del domani che a quello di oggi”, un modus operandi: “anche qualora fosse giunta un’offerta l’avremmo comunque cestinata, se ne riparla a Giugno”.

E fu così che per la prima volta nella storia del calciomercato, all’ora di chiusura delle trattative, più che gli ultimi colpi portati a termine da quella o quell’altra società, a far notizia fu la coerenza di una sola, unica, il Catania: tante persone che pensano, parlano ed agiscono dando l’immagine di esser una sola, unica.

Marchese, resta. Giochi o non giochi non importa. Resta, nonostante ogni riottosità, nonostante l’opportunità di monetizzarne la cessione che a Giugno si concretizzerà a parametro zero. Resta, anche Almiron, nonostante potesse ingolosire l’occasione di cedere un ultratrentenne dal rendimento incostante quest’anno, arrivato per pochi spiccioli. Resta Lodi, coerentemente favorito nel dimostrarsi anch’esso coerente con quanto detto. Gomez, Bergessio, Spolli, Castro? Neanche a parlarne.

Vanno via, temporaneamente, Lanzafame e Paglialunga.

Arrivano un attaccante classe 1989, nazionale albanese; un centrocampista classe 1990, Tortolano, girato al Sorrento; un trequartista classe 1995, Marciano, che andrà a rinforzare la Primavera insieme a Maran ed ai neo-tesserati Katsedis e Petkovic. Resta quindi Frison, classe 1988, l’acquisto più “anziano” dell’intera stagione.

Per gli estimatori della coerenza il calciomercato del Catania merita voto 10. Tanto da non necessitare neppure l’utilizzo del condizionale. Studio del terreno: “mercato di riparazione”. Comprensione del proprio ruolo: “Settimo in classifica”. Pianificazione di una strategia: “Il presente va bene, lavoriamo sul futuro”. Coerente non solo dall’inizio alla fine, anche dalle intenzioni ai fatti: ragionare sul da farsi, dire ciò che avrebbe fatto, fare ciò che aveva detto.

Questo è il Catania, questa è l’immagine che il Catania ha dato di sé, all’esterno, questo è il segnale, l’esempio forte dato, al suo interno.. e di buoni esempi ce n’è sempre bisogno.

Per gli estimatori del calciomercato invece, immaginiamo che la condotta del Catania sul mercato invernale possa meritare non più di voto 0. E’ chiaro, naturale ed auspicabile da chi con incoerenza pensa, parla ed agisce e sull’incoerenza altrui lucra credibilità e profitti. Ma questo è un “mondo difficile”, in cui per tirare a campare bisogna far tutto ed il contrario di tutto, vivendo di espedienti non di progetti.

E forse l’essenza sta proprio in questo. Il Catania non tira a campare. Il Catania ha un progetto di sviluppo a cui lavorare. Il Catania può permettersi il coraggio della coerenza. Già, coraggio. E ce ne vuole, parecchio, che si almeno proporzionale alla fiducia tributata ai propri uomini, quelli che stanno in sede, sugli spalti, sul campo e sulla panchina. Alle loro capacità. Senza distinzioni. E’ una bella responsabilità, è una grande sfida che richiede prima, ad ognuno di noi di rispondere ad una domanda, che non è  “sono d’accordo con le scelte del Catania?” ma “ne sono all’altezza?”.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]