Catania, il punto: maggiore convinzione e rabbia agonistica

233

logo-cataniaArrendersi a metà partita, sotto di tre gol. Arrendersi a metà campionato, sotto di quattro punti. Facce della stessa moneta. Che non conosce nè buona nè cattiva sorte. Se non si è convinti di quel che si fa, se non lo si è per primi, come si può pensare di poter convincere altri? Diventa inutile anche lanciarla la moneta, nessuno scommetterà.

Ma così nulla è in gioco. E se nulla è in gioco manca il brivido. Come quando l’esito è certo. Come quando ci si dà per vinti, rinunciando a creder in quel che si fa. In chi od in cosa credere? Chi deve credere in chi od in cosa? Chi per primo? Perchè? Scommettere o rispondere. Ma non c’è tempo per rispondere che la moneta ha già risposto.

Chi non scommette prima che la moneta risponda, ha già perso. D’altronde per scommettere su di sé non serve tempo per rispondere, basta credere in sé stessi. Ed il Catania ha proprio bisogno di gente che creda in sé stessa ed in ciò che fa. Spavalda. Che si rimetta in gioco. Rabbiosa. Che metta in gioco la propria faccia. Con-vincente.

Allora sì, la salvezza tornerà in gioco. Quando quella moneta avrà una faccia diversa, con-vincente. Ne basta una per non smettere di credere. Al Catania invece, servono tutt’e due.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]