Catania, il punto: manca il salto di qualità

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logo-cataniaLe luci del Dall’Ara si sono spente a metà secondo tempo. La luce del Catania invece, a Bologna, non s’è mai accesa. La brillantezza della squadra, applaudita da cinque gare a questa parte, è rimasta nell’ombra. La colpa, probabilmente, non può essere certo imputata alla pioggia che è scesa a secchiate né alla decisione dell’arbitro La Penna di cacciare Calaiò per una parola (con occhiolino schiacciato) di troppo.

Il Catania era giunto a Bologna non per avvicinare i 50 punti che potevano valere la virtuale salvezza, bensì per recuperare a tutti i costi tre punti ancora sulla zona play-off. Pareva più facile contro una squadra in calo e priva di parecchi uomini importanti. La volontà di ricercare un obiettivo differente, rispetto alle cinque gare scorse, è emerso con tanta evidenza già dall’atteggiamento iniziale. Offensivo non per scelta, ma per necessità.

Il Catania, che a Bologna schiera modulo e giocatori per fare la partita, si ritrova però immerso in un pantano a dovere giocare di rimessa. L’imprevisto mette la squadra in grande difficoltà, fa perdere alla manovra i riferimenti e naufraga nel deleterio nervosismo. Castro (preferito a Sciaudone) è il giocatore dei tempi peggiori. Sauro (messo al centro per lasciare la fascia al più offensivo Belmonte) perde Cacia nel gol dell’1-0.

Entrambe le scelte tattiche, con cui Marcolin rende la sua squadra più aggressiva rispetto alla gara contro la Ternana, hanno un impatto negativo sul gioco e sulla tenuta della gara. Quando l’allenatore capisce di dovere porre rimedio è troppo tardi. L’espulsione di Calaiò, dettata proprio dal nervosismo, fa saltare dopo neanche 2’ il senso della sostituzione di Maniero per Martinho.

Giocare a Bologna con l’obbligo di vincere, ha significato perdere in anticipo, prima ancora di giocare la partita. Visto che il Catania, a Bologna, proprio non è riuscito a giocare. É mancato nel salto di qualità. Nel sapere restare sé stesso, e vincente, non solo di fronte al proprio pubblico od a squadre di bassa classifica ma anche di fronte ad una potenziale candidata alla promozione diretta in serie A.

Perdere a Bologna può capitare. Probabilmente non erano queste le condizioni migliori in cui il Catania doveva presentarsi i rossoblu. E non per le cinque vittorie di fila che aveva ottenuto, bensì per tutto quello che era mancato prima. Un vuoto troppo grande per essere colmato in così poco tempo, nonostante i giocatori c’abbiano messo sforzo, qualità e buona volontà. Nelle prossime quattro gare, la matematica salvezza passerà due volte dal Massimino. E non bisogna dire altro.