Catania “Sequestrato”, Riscatto Subito

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Il Catania si chiude al mondo, separato dall’alto muro che delimita il campo di gioco di Belpasso.

Un clima difficile, teso com’è rigido l’inverno che sembra sol’ora arrivato.

Non è tuttavia il caso di sentire più freddo di quanto non se ne possa realmente percepire. E se tanto è già sufficiente a far batter i denti, bene. Sarà da monito, alle lingue più lunghe, di come il tempo della parole sia finito. Spazio solo ai fatti. Il resto, sarà tagliato.

E’ questo che ci si aspetta dal Catania, intendo a preparare, in questo gelido inizio settimana, l’incontro, l’ultimo prima della sosta, contro il Brescia. Inutile ribadire come, il 5-0 inflitto alle rondinelle in Coppa Italia, sia precedente da non prender nemmeno in considerazione. Tutt’altro clima, per il Catania, tutt’altro clima, per il Brescia, tutt’altro clima, in generale: il Campionato non è la Coppa Italia (qualora servisse ribadirlo).

Con Beretta in panchina, il Brescia sembra aver ritrovato lo spirito che valse, alla città lombarda, il fregio del Leone sul proprio stemma comunale. Nuovo ardore, giocatori sempre gli stessi. Esempio di come, a volte, le ricette migliori nascano da un confuso rimescolamento degli ingredienti già sul tavolo. Il tecnico milanese, reduce dall’esperienza greca col PAOK, è tornato ad allenare in A dopo l’esonero di Lecce, ed in Italia dopo aver rilevato la panchina di Colantuono, al Torino, per venirne sfrattato dopo sole 5 giornate. Non un curriculum tale da evidenziarne particolari doti da stregone, insomma.

Durerà l’alchimia del Brescia, o sarà un fenomeno destinato a regredire nel tempo, fino a spegnersi, come il Cesena di Ficcadenti, primo in classifica alle battute iniziali del torneo? Non essendo noi stessi indovini, provare a rispondere sarebbe sforzo inutile. Certo è, dopo il confronto indiretto, Beretta avrà finalmente modo di rincontrare il tecnico che ne rilevò l’eredità al Siena, proprio Marco Giampaolo; che in bianconero fu capace di bissare, non superare, il suo record di punti (44).

I precedenti tra i due gravitano in un equilibrio dov’è il segno X (3 volte) a far da fulcro. L’ultimo incontro si concluse con la vittoria del Lecce di Beretta, a Siena. Unica vittoria di Giampaolo, anno 2005, quando l’Ascoli batté al Dal Duca il Parma.

Sarà una sfida tra tecnici, anche. Giampaolo dovrà riscattarsi, scegliendo una volta per tutte un modulo, un atteggiamento, una filosofia di gioco. Beretta, negli auspici di tutti i tifosi bresciani, dovrà invece confermare che, il buono tirato fuori dalla squadra è potenzialmente la regola, non l’eccezione.

Sarà anche la sfida del grande ex, Davide Baiocco. Una mano fratturata sulla panchina di Modena, il cucchiaio con cui castigò la Roma, la meritata tacchettata a Mutu, e l’erba del Massimino fusa con i propri tacchetti. Già nella sfida di Coppa, il pubblico del Massimino tutto, gli aveva tributato un lungo applauso, spesso in questa stagione negato persino ai beniamini d’adesso.

Sapori particolari. Sapori che riportano anche a quel Catania – Brescia, deciso da una magia di De Zerbi; lui che a Brescia c’era nato, ma amava le canzoni napoletane tanto da trasferirsi immediatamente, a Promozione nemmeno “bagnata”, alla corte del Napoli. Era un altro Catania, era anche un altro Massimino. Ricordi pericolosi, di un qualcosa di unico ed irripetibile. Fortunato chi quegli anni ha vissuto, fortunato chi, non avendoli vissuti, non abbia mai a sentirne il racconto: allora tutto ciò che è adesso risulterebbe non privo di senso, ma molto meno colorato, molto meno.. meno “Catania”.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]