Catania: sette giorni per …

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Un’altra occasione persa; ma è l’ennesima. Per quanto poco brillanti siano state le prove di Augustyn sulla corsia destra; meglio il polacco, in forma, che Alvarez, recuperato dall’infortunio sì, ma senza un passo decente per la serie A. Di questo il tifoso non può accorgersene, il tecnico dovrebbe.

La direzione di Banti, fiscale fin allo sfinimento dello spettacolo, ha certo funto da concausa nell’episodio decisivo (l’espulsione di Alvarez), ma certe sventure andrebbero prevenute e non gestite sull’indecifrabilità umorale del direttore di gara. Che, mai come a Bologna, rende indigesto il pranzo domenicale dei catanesi; e che in qualche maniera va sfogata queste prime righe ne sono la testimonianza; val la pena analizzare anche tutto ciò, di assolutamente positivo, che è possibile isolare dalla subordinazione all’espulsione rimediata da Alvarez dopo appena 20’ dall’inizio.

Il Catania non rinuncia mai ad attaccare; terminando addirittura con Andujar nell’area ospite a tentare il colpaccio in pieno recupero. Gli uomini di Simeone dimostrano una carica agonistica inedita, che se nei primi minuti li porta con insistenza dalle parti di Viviano, una volta in inferiorità numerica, ed ancora più una volta passati in svantaggio, degenera in un inspiegabile nervosismo, controproducente più della blanda caratura dei locali.

Resta tuttavia approssimativa la manovra offensiva. Solo una gara da poter preparare con 7 giorni di lavoro, quella contro il Milan, quindi il mercato a rivoluzionare assetti impossibili da ritrovare tanto nei due giorni antecedenti la sfida col Cesena, quanto nei tre vigilia di quella contro il Bologna. La promessa delle due punte, il transfer di Bergessio che non arriva. Lavoro al vento e tanta confusione, che puntualmente emerge quando, sulla trequarti avversaria, Ricchiuti predica senza discepoli.

Condivisibili, a posteriori, le scelte imboccate dalla panchina, che non rinuncia mai alla propulsione, comprendendo come la consistenza delle sue squadre si equivalesse, anche in con l’uomo di svantaggio per i rossazzurri. Tanto che i felsinei passano su palla inattiva, colmo per l’attacco bolognese, colmo del colmo per la difesa rossazzurra, schierata.

Troppa tensione, fuori controllo. Impellenza di recuperare gli infortunati sì, ma quando effettivamente ristabiliti fisicamente, e non solo clinicamente. Impellenza di far punti giusto, ma con la lucidità che permette tali imprese. Impellenza di vincere, ma con così tanto nervosismo le cose si complicano e basta. Chiacchiere a zero, bocche cucite.

Sette giorni per studiare la sfida col Lecce, la più importante del campionato. Sette giorni per recuperare, fisicamente, i tanti altri infortunati, ed una settimana in più per Alvarez. Sette giorni per farsi forza, prendere coraggio, e giocare la prima delle tante finali che dividono gli etnei dall’ultima di campionato.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]