Cesena: attenzione del far partire le buone pedine …

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C’è tanta polpa nei tre punti strappati domenica pomeriggio al Novara: finalmente s’è vista una squadra compatta e granitica, poco incline agli arabeschi e capace di regalarsi un successo per una volta ampio. Intendiamoci: il Cavalluccio firmerebbe per chiuderne parecchie 1-0, di qui alla fine, ma anche una bella vittoria, tonda nella forma e nella sostanza, aiuta eccome. Avere la consapevolezza di poterne fare 3 in un tempo, pur se al Novara, aumenterà l’autostima a Villa Silvia e metterà in guardia le prossime difese.

Aiuta meno, invece, continuare ad attendere risposte dal mercato. Già, poiché la sensazione è che il cartello “Lavori in corso” sia destinato a rimanere appeso ancora per qualche giorno. Non è detto che cambiare subito sia la strada migliore: il Novara schierava al Manuzzi tutti e quattro i nuovi acquisti (Rinaudo, Jensen, Caracciolo e Mascara), e l’impatto è stato così così, a esser buoni. Ma d’altra parte Arrigoni è nel giusto quando chiede che si arrivi presto alla firma delle carte. È arrivato Moras, che sarà una buona pedina specie se il tecnico di Borello insisterà sulla strada della difesa a 3, ma oggettivamente c’è una bella nebulosa su centrocampo e attacco. E più si va avanti, più le idee rischiano di annebbiarsi: che fare col Candreva scintillante di domenica (rigore a parte)? È giusto spedire a Genova Eder proprio ora che il brasiliano ha infilato, finalmente, due prove consecutive oltre la sufficienza?

Siccome a parlar dopo tutti ci azzeccano, bisognerà sbilanciarsi, correndo il rischio di esser sbertucciati. Dunque: per quanto visto da settembre a ieri, Eder e Candreva non sembrano avere la carrozzeria adatta a queste strade, troppo pericolose per chi non abbia i necessari cingoli. Entrambi sono un lusso che però in questo momento costa parecchio: maramaldeggiare contro Gemiti e Morganella è un conto, ma in giro c’è gente ben più quadrata e cattiva. Al Cesena servono tonnellaggio e cattiveria: e non ci si può lasciar incantare dal 3-1 ai piemontesi. Ha ragione Marco Parolo quando dice che devono esserci dieci operai dietro a un fenomeno: siccome il fenomeno c’è già, servono altri onesti lavoratori. Lupi di mare inclini alla sciabola, non al fioretto. Non è un caso che la diagnosi l’abbia fatta il giocatore che più di tutti è l’anima del Cavalluccio: Parolo sa come ci si salva, e dovrà insegnarlo a chi ancora non l’ha capito. Anche per questo, cederlo sarebbe un delitto: dove lo trova il Cesena un altro come lui?

[Francesco Gualdi – Fonte: www.tuttocesena.it]