Cesena-Juventus 0-1: Borriello pone un nuovo tassello scudetto

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In un Manuzzi tutto esaurito, dove il bianconero cesenate e quello juventino si confondono nelle sciarpe e nei cuori di molti tifosi romagnoli, la Juve di Conte posa un altro tassello verso la conquista dello scudetto. L’orgoglio di un Cesena incerottato e rimaneggiato dura 80 minuti, poi è Borriello, appena entrato, a decidere l’incontro e assegnare in tre punti. Nella partita più difficile dell’anno, infatti, Beretta deve fare a meno dello squalificato Von Bergen e degli indisponibili Mutu, Iaquinta e Martinez e si inventa un inedito 3-4-2-1, con Benalouane, Rodriguez e Moras in difesa, Djokovic inserito a centrocampo e il tandem Santana-Del Nero ad assistere Rennella. Decisamente più collaudato l’11 di Antonio Conte, con Matri e Vucinic a comporre la coppia di avanti e Marchisio e Vidal ai fianchi di Pirlo, in mezzo al campo.

Buffon e compagni partono subito con l’accelleratore pigiato e la retroguardia romagnola va subito in affanno. A spianare la strada agli ospiti è però il signor Guida di Torre Annunziata che al 7’ assegna un generoso calcio di rigore alla Juventus. Dal dischetto va Pirlo ma Antonioli indovina l’angolo e manda la palla sul palo.

Dopo il rigore la Juve continua a tenere in mano il pallino del gioco e a dare l’impressione di poter far male in avanti. Dall’altra parte, però, i padroni di cosa non rinunciano comunque a giocarsela, appoggiandosi su un Santana che conferma di attraversare un buon momento di forma.

La Juve torna a farsi pericolosa al 24’ quando Pirlo inventa un lancio millimetrico per Vucinic, che salta facilmente Benalouane ma non trova lo specchio con il tiro a giro. Il montenegrino sfiora il gol anche tre minuti più tardi quando, su corner calciato da Pirlo, si ritrova tutto solo sul primo palo ma l’incornata a botta sicura esce di un niente sopra l’incrocio dei pali.
Di fronte al super centrocampo ospite, il più in difficoltà tra i romagnoli è capitan Colucci, lento e quasi sempre in difficoltà. Se ne accorge Beretta che al 32’, dopo l’ennesimo pallone regalato agli avversari, lo richiama in panchina e manda in campo Guana.
Nonostante la supremazia territoriale, le occasioni juventine arrivano tutte su calci da fermo. Al 38’ Pirlo pennella una punizione per Matri, che colpisce di testa dal secondo palo ma trova la risposta di Antonioli in angolo. L’ultimo sussulto del primo tempo arriva al 43’, con una girata improvvisa di Vucinic che esce di poco alta.

La ripresa si apre con una nuova fiammata juventina. Dopo cinque giri di lancette Marchisio pesca Matri in area con un colpo morbido, sul filo del fuorigioco (o forse oltre), il numero 11 bianconero prova a battere Antonioli con una soluzione di potenza ma il portierone bianconero salva in due tempi, raccogliendo la palla sulla linea. Gli ospiti sembrano voler alzare il ritmo della gara sfiorano il vantaggio anche all’8’ con un bolide di Marchisio che esce di poco alto. Al 20’ Beretta manda in campo anche Tommaso Arrigoni, al posto di uno zoppicante Del Nero, e Conte risponde inserendo lo juventino più atteso, che per una volta non è Del Piero ma Giaccherini, grande ex del match, fischiato dalla Curva Mare e applaudito dal resto del pubblico romagnolo.

Col trascorrere dei minuti la supremazia territoriale juventina si traforma in un vero e proprio assedio. La difesa bianconera va in apnea, sbanda, ma riesce in qualche modo a respingere gli assalti ospiti. Al 25’, Parolo devia di testa un cross di Pirlo e sfiora l’autogol. Al 29’ Conte richiama anche Matri e De Ceglie, inserisce Del Piero e Borriello e passa ad un attacco a quattro punte. Berretta perde invece anche Djokovic per crampi ed è costretto a buttare nella mischia anche Marco Rossi.

I cambi fanno la differenza. Al 34’ Antonioli è costretto a volare per respingere una punizone di Del Piero, rimandando di un solo minuto il gol ospite. Al 35’, infatti, Marco Rossi si dimentica di Borriello che batte indisturbato Antonioli con un potente diagonale.

Dopo il gol, la partita cala vistosamente di ritmo con la Juve che tiene palla senza affondare e il Cesena che non ha più né le energie né gli uomini (Benalouane in attacco) per imbastire una reazione.

[Daniele Mazzari – Fonte: www.tuttocesena.it]