Champion’s League, Celtic Glasgow-Juventus 0-3: tris bianconero, qualificazione ai quarti ipotecata

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logo-juventus“Fratelli d’Italia:l’Italia s’è desta…”

È l’inno di Mameli ad animare la serata al Celtic Park. Parte, intimato dai 3mila tifosi bianconeri, al 40′ della ripresa, perché la Juve è 3 gol avanti, perché la Juve ha annichilito gli scozzesi tutta corsa e grinta, perché la Juve ha fatto vedere all’Europa chi è tornata ad essere. Ordine, testa, cinismo; Matri, Marchisio, Vucinic; uno, due, tre passi verso i Quarti: lì dove un’italiana non vinceva dal 1969 (il Milan, nell’allora Coppa dei Campioni), la squadra bianconera ha scritto un pezzo di storia e posto la sua firma sotto il biglietto per il prossimo turno.

I campioni di Scozia contro i campioni d’Italia, i primi in classifica con miglior attacco e miglior difesa da una parte contro i primi in classifica con miglior attacco e miglior difesa dall’altra, al ritorno agli Ottavi dopo 5 anni i primi contro chi alle sfide dirette mancava da 4 stagioni: sfida di onore e brividi. Che il debuttante Conte (prima panchina internazionale per lui) ha scelto di giocare con il debuttante Peluso (mai un minuto europeo per l’ex Atalanta) e con lo straripante Matri, confermato a furor di popolo e numeri.

L’attaccante lodigiano, reduce da 5 gol nelle ultime 7 gare, non ha perso tempo per ripagare la fiducia riposta nei suoi confronti. Controllata la frenesia iniziale del Celtic (deviazione di Buffon su tiro violento di Wanyama) spinto dall’euforia del suo pubblico, la Juve ha spento l’entusiasmo generale: Matri, su lancio di Peluso, ha sorpreso alle spalle un confusionario Ambrose (evidentemente ancora con la testa in Coppa d’Africa; solo in tribuna, per scongiurar ciò, il “collega” Asamoah) ed anticipato l’uscita di Forster con un tocco beffardo. La palla, palesemente oltre la linea, è stata a quel punto ricacciata fuori dall’intervento disperato di Wilson: a scongiurare rammarichi e polemiche, però, è intervenuto provvidenziale Marchisio a risolvere la questione ed a dare il vantaggio ai bianconeri. Vantaggio in ogni caso assegnato successivamente dalla Uefa alla punta, senza esultanza alla sua prima rete in campo europeo. Discorsi secondari, comunque, rispetto all’importanza della rete italiana.

E situazione migliore non poteva augurarsi, la Juve: davanti fuori casa dopo neanche tre minuti. Ma la partita, allora, non era che iniziata. Ed il Celtic, offeso, ha infatti immediatamente preso ad attaccare senza sosta, quasi chiudendo Pirlo e compagni nella loro metà campo. Strategia fissa: giro della palla, attacco dalle fasce e cross pericolosi verso il centro, dove prima Commons ha impegnato Buffon con un tiro da fuori, poi Mulgrew ha tentato un colpo di testa risultato troppo debole e di nuovo Commons è arrivato vicino al pareggio con una (poco estetica ma funzionale) rovesciata.

È durata un quarto d’ora l’offensiva biancoverde, attenuatasi una volta che gli uomini di Conte hanno trovato le giuste contromisure sugli esterni: grande contributo in copertura di Marchisio, Lichtsteiner e Peluso ali molto “basse”, praticamente difensori aggiunti. Ma non si è di certo chiusa, la Juve. Anzi, talvolta, si è presa concessioni (qualche retropassaggio azzardato, diverse azioni con troppi uomini fuori ruolo) tali da indurre Buffon a gridare: «Stiamo calmi, stiamo calmi».

Troppo difficile riuscire a restarsene tranquilli, però, quando è bastato un calcio d’angolo perché il Celtic, a scadere del primo tempo, sfiorasse il pari: intervento di Forrest respinto dal compagno Ambrose e sospiro di sollievo per la Juventus.

Solo l’intervallo e poi gli scozzesi hanno ripreso a premere, giungendo al 16′ all’occasione più nitida: ancora un traversone da sinistra con Wanyama lasciato colpevolmente libero di colpire di testa (per fortuna dei bianconeri, centrale e male). Immediata, la reazione dei Conte’s boys: cavalcata di Peluso con le sue ultime forze (i crampi lo costringeranno poco dopo ad uscire per l’altro esordiente “europeo” Padoin) e passaggio all’indietro per Vucinic, che dal limite dell’area ha trovato l’opposizione di Wilson, a portiere apparentemente battuto.

Ha continuato ad insistere, poi, il Celtic: come la Juve dei momenti brutti, però, ha attaccato senza freni ma anche senza trovare la porta. Nel frattempo, la Juve si è rivelata quella dei giorni belli: una palla recuperata, un’azione veloce, tre passaggi ed ecco al 33′ il pesantissimo raddoppio. Lancio di Padoin, tocco delizioso di Matri per l’inserimento di Marchisio che è rientrato sul destro ed ha bucato le mani di Forster.

Gioia, esultanza, tifosi in delirio.

Finita? Per niente. Cinque minuti e la storia si è ripetuta: di nuovo l’accortezza difensiva che si è trasformata in cinismo offensivo, questa volta con un Vucinic riscopertosi letale. Terzo gol ed inno di Mameli che è partito in uno stadio ammutolito.

C’è stato ancora tempo per il debutto di Anelka e per gli olè dei tifosi bianconeri. “Fratelli d’Italia:l’Italia s’è desta…”

TABELLINO:

Celtic (4-4-2): Forster; Lustig (14′ st Matthews), Wilson, Ambrose, Izaguirre; Forrest, Brown (35′ st Kayal), Wanyama, Mulgrew; Commons (28′ st Watt), Hooper. A disp.: Zaluska, Nouioui, Ledley, Miku. All.: Lennon

Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Caceres; Lichtsteiner, Marchisio, Pirlo, Vidal, Peluso (24′ st Padoin); Matri (36′ st Pogba), Vucinic (40′ st Anelka). A disp.: Storari, Marrone, Giovinco, Quagliarella. All.: Conte

Arbitro: Mallenco

Reti: 3′ Matri, 32′ st Marchisio, 38′ st Vucinic

Ammoniti: Lichtsteiner, Padoin, Marchisio (J), Hooper, Forrest, Brown (C)

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]