Champions League, la UEFA cambia le regole sugli infortuni: mai più un caso Bremer

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Il calcio europeo si adegua, e lo fa dopo mesi di dibattiti e polemiche. Il Comitato Esecutivo della UEFA ha approvato una modifica storica al regolamento che riguarda le liste dei giocatori nelle competizioni continentali. Una decisione che nasce direttamente dall’ormai celebre “caso Bremer”, quando il difensore brasiliano della Juventus, costretto a un lungo stop dopo l’infortunio rimediato contro il Lipsia lo scorso ottobre, non poté essere sostituito in lista dalla società bianconera.

Fino a ieri, infatti, il regolamento consentiva la sostituzione soltanto dei portieri in caso di infortunio grave o malattia prolungata, negando questa possibilità ai giocatori di movimento. Una rigidità che aveva suscitato più di una perplessità e che oggi trova finalmente una svolta: d’ora in avanti i club potranno inserire un nuovo calciatore in lista al posto di un compagno costretto a rimanere ai box per almeno sessanta giorni.

Non si tratta di un via libera illimitato: la sostituzione sarà concessa soltanto una volta per squadra e solo durante la fase a gironi, fino alla sesta giornata compresa. Inoltre, la UEFA si riserva il diritto di verificare le condizioni mediche attraverso specialisti nominati dall’organizzazione, per garantire trasparenza e serietà. Nel momento in cui il giocatore infortunato dovesse recuperare, la società potrà reintegrarlo in lista, rispettando però procedure precise e comunicando la decisione con almeno ventiquattr’ore di anticipo rispetto alla partita successiva.

Una regola che introduce buon senso e tutela le squadre da penalizzazioni eccessive. Perché se è vero che gli infortuni fanno parte del gioco, è altrettanto giusto che una competizione prestigiosa come la Champions League venga disputata con rose complete e possibilità di scelta adeguate. L’obiettivo della UEFA è chiaro: garantire equilibrio, evitare disparità e impedire che un singolo episodio, come quello che coinvolse Bremer, possa condizionare il cammino europeo di una squadra.

In un calcio sempre più intenso e dispendioso, con calendari compressi, questa novità appare come una misura di buon senso, attesa da tempo. Un passo avanti che restituisce un po’ di elasticità ai club e che, soprattutto, ribadisce un principio: la Champions League deve essere decisa dal campo, non dagli imprevisti della sfortuna.

A cura di Francesco Forziati