Che mercato è stato? Divertente, entusiasmante, stressante fino all’ultimo ma diverso. Ecco perché …

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Non sono mancati i colpi di scena neanche quest’anno. E anche quest’anno le grandi protagoniste sono state le big, fino all’ultimo minuto. Milan in testa con l’arrivo di Nocerino, l’Inter che piazza con una grande zampata il colpo Zarate, la Roma che addirittura riesce a far arrivare all’executive Gago: avete mai visto un giocatore del Real Madrid nel luogo dove si chiudono le trattative?

Appunti sparsi, nell’ultima sera, quando l’adrenalina comincia a venir via. Quando cerchi di riordinare le idee per raccontare le tue emozioni. Perché gli affari sono stati fatti tutti ora. Li avete sentiti per tutto il giorno in tv, li avete letti su internet in tempo reale e sul giornale con un po’ di calma. E’ stato comunque un mercato strano. Più povero rispetto agli altri anni, con poche stelle internazionali che sono arrivate, con tanti big che sono partiti. Pochi soldi, tante idee. Invenzioni.

Non ci sono più Sanchez, Pastore (il secondo miglior cessione incasso del mondo dopo Aguero) e Eto’o, affascinato dai soldi dei russi perché 20 milioni all’anno, netti, non possono non affascinare. Il colpo più importante in Italia è stato Inler: 18 milioni dal Napoli all’Udinese, tanti, ma niente a che vedere con le cifre delle big in Europa. La crisi si sente: il colpo più oneroso all’estero lo ha messo a segno la Roma con Osvaldo: quasi 17 milioni bonus compresi.

Dovremo abituarci? Forse si. Crisi e fair play finanziario. Ecco perché rischiamo di diventare meno competitivi con chi può permettersi campagne acquisti faraoniche o acquisti di grandi star. In Italia si cerca di anticipare i tempi, si prendono da piccoli per farli crescere e sperare che non cedano alle lusinghe del Barca di turno. Sarà sempre un mercato diverso, con formule nuove.

Lo scorso anno c’era il prestito con l’ “obbligo” di riscatto. Quest’anno i bonus (anche sugli assist, pensate, come nel caso di Zarate). O le comproprietà con promessa di risoluzione. O i prestiti che diventano acquisti con delle presenze.

La Juventus come lo scorso anno ha comprato tanto dappertutto (e forse ancora non ha finito, almeno di vendere). Nel conto del mercato va messo anche lo sforzo fatto per costruirsi lo stadio. Servirà (e molto) in futuro, ma Conte ora ha tutto quello che voleva (tranne il difensore centrale d’esperienza internazionale, ma arriverà a gennaio, bloccati Rhodolfo e Bruno Alves) per provare a essere competitivo. L’Inter ha dovuto aspettare la cessione di Eto’o per far iniziare la sua campagna acquisti: Poli, Forlan e Zarate. Quello che serviva. E già si lavora per il futuro. Al Milan hanno aspettato fino all’ultimo secondo per prendere Nocerino. Un’opportunità nata nel pomeriggio di ieri, concretizzata mezz’ora prima della fine. Per i sogni di rientro non c’è spazio. Non ora. La Roma e il suo progetto giovani continua, ora bisogna continuare a crederci, i movimenti di mercato di questo ultimo giorno hanno ridato fiducia alla piazza. La Lazio e il Napoli hanno programmato in anticipo e hanno pensato a vendere. Mi è piaciuto molto il mercato del Cesena: sulla carta è la squadra che ha fatto il salto maggiore rispetto allo scorso anno.

E’ stato fino all’ultimo il mercato degli attaccanti: Caracciolo al Genoa e Floccari al Parma. Sono rimasti però dove erano sia Gilardino, sia Borriello, sia Amauri, sia Pinilla, sia Maxi Lopez, sia Bianchi. Sia Montolivo, che attaccante non è ma di cui si è parlato tantissimo. Forse sono loro i delusi di questo mercato.

Delusi quanto chi ha trovato la porta chiusa dell’ufficio tesseramenti, come i dirigenti di Lanciano e Aquila. O come Danilo Caravello, procuratore di Mancini che aveva già chiuso il trasferimento per il Grosseto, ma gli si è inceppata la stampante. Contento Giandonato (che ha voluto imitare Gago) e ha voluto firmare lui il contratto con il Lecce, perché non si sa mai! Stravolti come Ciccio Romano che nell’ultima ora ha chiuso 4 trattative 4.

Ora per un paio di giorni lasciamoli riposare. Anche se sappiamo già che il Chelsea seguirà Parolo per il mercato di gennaio. Anche se c’è chi ha lavorato fino a mezzanotte come Samp (per Tissone al Maiorca) e Genoa (per le cessioni di Rudolf e Ribas). Anche se ripartirà subito il tormentone Balotelli Milan. Anche se basta un risultato per far diventare un brocco un campione e viceversa.

Sarà sempre il campo a decidere chi ha fatto bene e chi ha fatto male. Al mercato – generalmente – vincono tutti. Ma durante il mercato sono già saltati due allenatori: l’ultimo ieri sera a Palermo. Non hanno fatto in tempo neanche ad iniziare.

Più colpi di scena di così…

[Luca Marchetti – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]