Curiosità giallorosse: ex, romanisti dalla nascita, bestie nere …

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Quando nel naufragio giallorosso di domenica pomeriggio al Franchi, al 18’ del secondo tempo Silva è entrato al posto di Gilardino, un pensiero ha attraversato la mente dei tifosi della Magica:

“Oggi facciamo segnare anche questo”. Detto fatto, l’uruguaiano, ancora a secco di gol in Italia, ha realizzato all’86’ il rigore del 3-0 entrando nella lista di coloro che hanno una certa familiarità a segnare se davanti hanno di fronte la Roma.

Questa lista è composta sia da calciatori che non hanno lasciato impronta in Serie A se non quella di aver segnato ai giallorossi ma anche da quei calciatori che in passato sono passati per Trigoria o che professano fede romanista fin dalla nascita ma che per uno strano gioco del destino si ritrovano a fare le cosiddette partite della vita proprio contro la Roma.

Di seguito riporteremo un elenco di nomi che al solo pensiero farà correre brividi lungo la schiena a tutti i tifosi della Magica.

EX – Partiamo da loro, da quelli che hanno indossato la maglia giallorossa, ma che poi peggio di un orologio svizzero si sono presentati puntuali all’appuntamento del classico gol dell’ex; questi gol nascono da storie di calciatori che volevano essere protagonisti in giallorosso e non lo sono mai stati, oppure da beffardi intrecci del fato. Non si può non partire ovviamente da Daniele Conti; il figlio del leggendario Bruno, che esordì in maglia giallorossa realizzando anche una rete all’Olimpico (Roma-Perugia 5-1 nella stagione 98-99) è diventato con il tempo l’incubo e il terrore della tifoseria, per la sua immancabile presenza nel tabellino dei marcatori quando affronta la Roma.

“Contro il Cagliari per vincere tocca fare due gol, tanto per loro uno lo fa Daniele Conti”, è una battuta sentita in radio ma che rappresenta un’amara verità di questi anni; numeri alla mano infatti il capitano dei rossoblù è già arrivato a 5 centri contro la sua ex squadra.

Se qualcuno vede in Conti uno spirito di vendetta per non aver creduto a pieno delle sue qualità, si può parlare senza dubbio di rivalsa quando parliamo del gol di Guberti in Sampdoria-Roma 2-1 della stagione scorsa. “Fa piacere far gol quando una squadra non punta su di te”, furono le parole dell’esterno a fine gara.

Altro ex con il dente avvelenato è Francesco Colonnese, che oltre a essere passato per Trigoria (stagione 1994-95) è stato anche giocatore dei cugini biancocelesti nei primi anni Duemila; la fede laziale lo ha accompagnato nei suoi incontri con la Roma andando a segnare addirittura il gol vittoria in Roma-Siena 2-3 del primo anno di Spalletti sulla panchina giallorossa (2005-06).

Francesco Tavano arrivò a Trigoria l’anno dopo, gennaio 2007, per essere un’alternativa di qualità sulle corsie esterne; l’apporto alla causa del talento dell’Empoli fu però minimo ma alla prima occasione “Ciccio Tavano” presentò il conto, che fu salatissimo.

Roma-Livorno, 25 ottobre 2009, la Roma di Ranieri ancora deve spiccare il volo verso quella rimonta sensazionale che la portò a un passo dallo scudetto; ma in quel pomeriggio fu proprio Tavano, con la maglia dei toscani, a dare il colpo del k.o. ai giallorossi che passarono il più brutto periodo di quella stagione proprio a cavallo di quella sconfitta.

Ci sono però in questa lista anche quegli ex che hanno lasciato a Roma piacevoli ricordi come due campioni del terzo scudetto del 2001: Marco Delvecchio ed Eusebio Di Francesco.

Entrambi, dopo aver indossato la maglia della Roma, siglarono il classico gol dell’ex: il re del derby in un Roma-Ascoli 2-2 del 2006-07 mentre l’ex allenatore del Lecce in Piacenza-Roma 2-0 del 2001-2002.

“Pierino” Wome, terzino del secondo anno di Zeman, in due occasioni segnò alla Roma: Roma-Brescia 2-2 (2004-05) e Bologna-Roma 1-3 (2001-2002).

Andando ancora più indietro nel tempo si può citare il difensore Pivotto in Roma-Lecce 3-2, stagione 1999-2000, e Scarchilli in Torino-Roma 1-1 sempre dello stesso anno.

L’ultimo degli ex a segnare contro la Roma è Andrea Bertolacci, che dopo la rete realizzata all’Olimpico con la maglia del Lecce il 20 novembre scorso, si scusò con il pubblico. Nonostante il suo gol, la Roma vinse tuttavia 2-1.

ROMANISTI DI NASCITA – È una categoria simile alla prima ma diversa perché i giocatori che segnano contro la Roma in questo caso sono tifosi romanisti “dichiarati”. Questo sentimento ha tuttavia una reazione inversamente proporziale all’amore per i colori giallorossi così che anche in questa sezione si possono fare molti nomi di calciatori andati a segni contro la loro squadra del cuore.

“Tifo per la Roma, finché ho potuto sono andato in Curva Sud. Ho visto iniziare Totti, impazzivo per Batistuta. E sulle spalle ho tatuati due colori, il giallo e il rosso“, è il pensiero di Davide Moscardelli, attaccante del Chievo. E proprio contro la Roma, Moscardelli realizza il gol che dà il via alla rimonta dei clivensi in una partita giocata su un campo ridotto in condizioni da Terzo Mondo, partita poi terminata 2-2.

“Tifo Roma, ma voglio continuare a segnarle”, è il singolare pensiero di Tiribocchi, l’ariete di Fiumicino, che se non altro ha avuto il merito di aver realizzato alla Roma un gol ininfluente ai fini del risultato (Roma-Atalanta 2-1, anno 2009-2010).

Altro tifoso della Magica è David Di Michele: l’attaccante nato a Guidonia in più di un’occasione è stato vicino a vestire la maglia giallorossa e non ha mai nascosto il suo tifo per la il club di Trigoria (“Sono romano e faccio il tifo per la Roma). Nonostante questo, Di Michele è entrato in questa classifica per aver siglato più di un gol contro i suoi colori (il primo di questi in Udinese-Roma 1-1, anno 2001-2002).

BESTIE NERE – Spettri, fantasmi, immancabili appuntamenti col destino. Di “bestie nere” la Roma ne ha tante, da sempre. Dai livelli più alti ai più bassi, dal campione rinomato al carneade in grado di improvvisarsi ripetutamente “fenomeno” (solo contro di noi, beninteso). Di celebri star ostili ai colori giallorossi ne citiamo tre: Pavel Nedved, Hernan Crespo e Julio Ricardo Cruz. Ci hanno fatto gol sempre, con qualsiasi maglia, in qualsiasi competizione, in ogni era calcistica. Spauracchi da tener d’occhio, mai come Alvaro Recoba. Talento sopraffino e plurdiscusso per via della sua proverbiale discontinuità. Se solo avesse incontrato sempre la Roma, il “Chino” sarebbe stato uno dei campioni dal rendimento più costante in Europa e nel mondo. Ogni incrocio era una condanna, sin dai tempi del Venezia, passando per l’Inter e chiudendo col Toro. Gol, prodezze, magie. Parabole arquate, punizioni incastonate sotto al sette, serpentine travolgenti e graffi letali. Un incubo. Tuttavia, la “bestia nera” per eccellenza risponde al nome del già citato Daniele Conti. Anni 32, figlio d’arte, professione capitano e simbolo del Cagliari. Un tipetto dal cognome illustre e dal dente avvelenato. Ogni qual volta incrocia i suoi vecchi colori la metamorfosi è istantanea: da buon regista a clone del miglior Lothar Matthaus. Grinta, cattiveria, classe ed un fiuto del gol da spavento. Cinque, come detto prima, le reti rifilate alla Roma. Alcune stupende, altre beffarde, quasi tutte decisive. Nell’elenco dei “maledetti” merita una segnalazione Alessandro Gamberini, centrale difensivo della Fiorentina, reduce dal terzo gol realizzato in carriera alla Roma. Nulla di strano, se non fosse che il citato stopper viola, di gol totali, in 12 anni di Serie A ne ha messi a segno appena sei. Che media, signori. E come non sentir odore di pericolo al sol nome di Takayuki Morimoto, gregario nipponico del campionato italiano, capace (ai tempi del Catania) di colpire e affondare costantemente la nave giallorossa, assieme al compagno Davide Baiocco, altro storico cliente scomodo. Spazio non solo a chi ci fa gol, ma anche a chi non ce li fa fare. Inevitabile citazione per Marco Storari. Portiere discreto, trasportato dalla magia nelle sfide coi giallorossi. Come dimenticare il nefasto Roma-Samp del 25 aprile 2010 (scudetto addio) ed il Roma-Juve di otto mesi fa. Miracoli su miracoli, guantoni insuperabili, beffe cocenti.

CARNEADI – Infine loro. Quei simpatici carneadi che alla Roma devono gran parte del loro pur minimo successo. Non tutti  sono sulla stessa barca. Ci sono gli anonimi per eccellenza, e coloro che in passato, per qualche settimana, hanno sperato di poter diventare grandi. Partiamo da questi ultimi, scandendo il primo nome: José Maria Romero Poyon, abbreviato in José Mari, attaccante spagnolo classe ’78. Contribuì (con un gol) all’eliminazione dei giallorossi di Zeman nella Coppa Uefa 1998-1999 (quarto di finale con l’Atletico Madrid) e da allora entrò nelle grazie dei dirigenti romanisti. Venne seguito sul mercato, si parlò molto di un suo arrivo a Trigoria. Ce lo soffiò il Milan nel gennaio del 2000, e indovinate un po’? Esordio assoluto in rossonero in Milan-Roma di campionato. Ingresso in campo al 67′ e, appena trenta secondi dopo, rete del definitivo 2-2. Era scritto nel destino. Del succitato iberico, da lì a poco, si persero le tracce. Nell’anno del terzo scudetto riuscimmo nell’impresa di regalare attimi di gloria ad Hakan Sukur (mediocre centravanti turco dell’Inter) e soprattutto a Lucas Martin Castroman, meteora argentina della Lazio, autore di un gol fantastico nel derby di ritorno. Citazione dovuta per il piccolo mediano Okan Buruk: (due reti nell’Inter, una alla Roma nell’autunno 2002). “Ma questo qui è Messi?”, è quel che ci chiedemmo una sera di settembre di tre anni fa, durante la sfida casalinga di Champions contro il Cluj, ammirando opere e gesta di tal Juan Culio, semisconosciuto trequartista argentino. Novanta minuti di prodezze d’alta scuola, con tanto di doppietta che stese la Roma (in vantaggio con Panucci). Qualcuno, da allora, lo ha più sentito nominare? E Diego? No, non Maradona. Diego Ribas da Cunha, fantasista brasiliano ex Juve. Un signorino che, prima di assumere i connotati di “bidone”, pensò bene di annientare la Roma all’Olimpico in virtù di una prova da fuoriclasse d’altri tempi. “Il nuovo Platini”, qualcuno osò dire. Oggi, a due anni di distanza, in molti non sanno nemmeno dove è di casa (per la cronaca, gioca nell’Atletico Madrid). Il lungo elenco comprende anche i nomi di Cerbone, Ballarin, Mazzarelli, Tramezzani, Music, Cozzolino, Novak, Zapater, Carlitos, Hetemaj, Inkoom, Granoche fino ad El Kabir e Vitiello (recentissime conoscenze). Fieri killer della Roma, poi scomparsi dal grande palcoscenico.

[Luca Parmigiani e Alessio Nardo – Fonte: www.forzaroma.info]