Da Moratti a De Laurentiis, fino a Berlusconi ed Agnelli: ecco qual è la differenza. Milan, novità per l’attacco

257

C’è chi spende e chi spande, c’è chi spandeva e neanche spende più e chi, invece, non ha mai speso perché vuole solo guadagnarci nel calcio. Il fantastico mondo dei Presidenti, gli intoccabili, perché i club sono di proprietà, al contrario degli stadi, e né agenti né Direttori Sportivi possono aprire bocca quando sentono la voce dall’alto.

Qualcuno faccia i complimenti a Massimo Moratti: adesso ha imparato a fare mercato e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Spende il giusto, ma riesce a costruire squadre con intelligenza; deve tanto a Mourinho che l’ha portato sulla retta via, deve molto anche all’ondata del 2006 che gli ha aperto più portoni che porte. In Europa vince in campo e sul mercato. Un Barcellona qualunque si fa incartare il pacchetto Ibra-Eto’o, più conguaglio, dalla nuova intelligenza calcistica di Moratti.

Ieri ha piazzato il colpo Quaresma al Besiktas, perché liberarsi di certi calciatori è più difficile che acquistare una star. A Milano sembra di vedere un film con il tasto rewind. I milanisti si sono trasformati in interisti degli anni ’90, i nerazzurri si gonfiano il petto grazie ad una società preparata e ben gestita. In Corso Vittorio Emanuele hanno dei costi di gestione notevolmente superiori a quelli di Via Turati; Adriano Galliani se ha un budget importante può creare una squadra importante, ma tutte le sue lacune emergono dal momento in cui Silvio Berlusconi ha deciso di tirarsi fuori (a livello economico e non sostanziale) dalla società.

Da quanto il Milan non trova sul mercato un giovane che costi poco in modo da creare una plusvalenza da almeno 15 milioni di euro? Non rispondeteci Pato, perché i 18 milioni serviti per l’acquisto non autorizzano a definirla una scommessa. Ci si avvicina Thiago Silva, ma in Brasile lo conoscevano tutti. Ha fatto bene Ariedo Braida a non puntare su Hernanes, come vice Pirlo. Il valore del brasiliano si è visto nell’ultimo campionato, durante il quale il suo rendimento è notevolmente calato. Verrebbe da scrivere una lettera al Presidente: Egregio Cavaliere, come mai il suo orgoglio, la sua dignità e la sua voglia di vittoria non la portano a riflettere su cosa fare di questa squadra?

Andare avanti così è dannoso per il club, per la sua storia, ma anche per l’immagine della sua famiglia, da sempre abituata a trionfi prestigiosi. Se Berlusconi oggi passasse il testimone (ma chi gli subentrerebbe?) sarebbe ricordato come il Presidente più titolato di Milano; continuando così, invece, tra qualche anno qualcuno potrebbe ricordarsi delle stagioni anonime con Leonardo ed Allegri. Pillole di mercato: si è parlato di Manuele Blasi al Milan; tutto è nato da una chiacchierata tra Davide Lippi, agente del calciatore, e Max Allegri. I due sono molto amici e non è esclusa l’ipotesi di una trattativa tra il Milan ed il Cagliari anche per Nenè. L’attaccante brasiliano, in Sardegna nell’ultimo periodo, non ha trovato più spazio perché sul contratto Cellino aveva posto un limite ai gol ed alle presenze. Quel limite era stato quasi superato ed il Presidente impose al tecnico di mandare Nenè in panchina. Accettiamo smentite.

Torniamo ai Presidenti: cosa aspetta Aurelio De Laurentiis ad investire nel Napoli? Lo merita la piazza, che sognerebbe un grande colpo, non obbligatoriamente da 25 milioni di euro! Con un po’ di esperienza in più, De Laurentiis si preoccuperebbe della prossima stagione. Senza investimenti, rischia l’harakiri nell’anno in cui dovrà giocare in campionato ed in Europa League: boomerang pericoloso; faceva bene ad ignorare la vecchia Coppa Uefa. Non porta né prestigio né soldi. Ci sono anche i Presidenti giovani che meritano fiducia. Andrea Agnelli, alla Juventus, è il nuovo che avanza. Ha messo le persone giuste al posto giusto, a patto che Marotta afferri in fretta la differenza tra la Sampdoria ed una grandissima come la Juve. Nessuno gli perdonerebbe la missione in Russia, senza portare a casa Krasic. A quelle cifre, però, caro Direttore no! Krasic non vale 16 milioni di euro. Più intelligente l’operazione Gallas, biennale a due milioni di euro a stagione.

Auguri a tutti i Presidenti di serie A, con la speranza che tutti incomincino ad usare, oltre al portafogli, anche la fantasia. Quella sì che può far compiere il salto di qualità nel mercato.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]