Disastro Samp: non basta l’ultimo quarto d’ora

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Noi di Sampdorianews.net ne avevamo purtroppo parlato con largo anticipo, da quando Cassano era stato mandato via pagando perfino l’acquirente, facendo ridere il mondo intero, quando Pazzini era stato svenduto durante gli sgoccioli del mercato invernale dimostrando che la coerenza tanto pubblicizzata valeva 12 milioni più il cartellino di Biabiany, stimato 7 milioni di euro, finora un affarone soltanto per chi l’ha venduto sovrastimandolo.

Al di là delle pesanti sconfitte esterne con Napoli e Udinese, l’allarme rosso doveva scattare dopo la sconfitta interna contro il Cagliari, subita senza alcuna minima reazione, simbolo di una squadra letteralmente allo sbando. Qualunque altro tecnico avrebbe avuto mille giustificazioni, perché ad un certo punto si è visto partire l’attacco della Nazionale senza adeguate sostituzioni, non però Di Carlo, incapace di raggiungere un solo obiettivo stagionale, di dare un gioco e un carattere ad una squadra che prima viveva delle giocate dei singoli, ora di improvvisazione e disperazione.

Giocatori che non rendono, allenatore dimostratosi inadeguato per una piazza come la nostra, ma i primi a finire sul banco dei responsabili sono dirigenti e società. Dopo i successi con il Modena, Tosi non si è confermato a certi livelli, a Torino se lo ricordano fin troppo bene e sicuramente non lo rimpiangono, il mercato doriano non fa altro che consolidare le loro idee, Gasparin si è dimesso a metà stagione e non è stato cercato un Direttore Generale, carica che il Presidente, parole sue, ha voluto svolgere in questi mesi, dimenticandosi però che in certi ruoli servono uomini di calcio, persone che lavorano in questo ambiente da anni, elementi competenti per mansioni delicate.

Infine abbiamo avuto ieri la sorpresa di leggere la lunga lettera di Edoardo Garrone ed è lecito domandarsi: qualcuno vive di sogni, di utopie, oppure di illusioni? Vero, Genova è Genova, con le sue maledette abitudini a non cambiare mai, a non voler migliorare, preferendo mugugnare e non crescere piuttosto che staccarsi dal tempo che non passa. Esiste però una constatazione grossa come una casa da fare, soprattutto alla vigilia dell’ennesima gara delicata gettata alle ortiche. Siamo sinceramente stufi di sentire certi discorsi sul nuovo stadio: se è così vitale, che venga costruito anche fuori Genova, oppure, avendo tutti noi capito benissimo che in questa città non verrà mai costruito, almeno in tempi accettabili, smettiamola di tirare fuori la questione, per qualcuno diventa un alibi e non più la causa. L’Udinese, soltanto per citare un caso, insegna che si può vivere anche senza un nuovo stadio, purchè esistano competenza, umiltà, serietà e programmazione.

Oggi era una partita da vincere assolutamente, il pareggio era soltanto un brodino, siamo invece riusciti ad uscire sconfitti anche contro il Cesena, un avversario modesto, ma gagliardo, orgoglioso e con alcune buone individualità come Parolo, Jimenez e Giaccherini, dimostrando che il “Ferraris” è diventato ormai terra di conquiste, dopo gli exploit di Cagliari, Genoa e Inter. Di Carlo, costretto a rinunciare all’acciaccato Poli, torna al 4-4-2, con Dessena e Palombo in cabina di regia, Mannini e Guberti sugli esterni, in avanti è Biabiany a far coppia con Maccarone. E proprio sui piedi dell’ex interista capita all’11’ la prima vera occasione da rete, ma, ben lanciato in profondità da Palombo, prima rende vana l’uscita di Antonioli, ma poi cincischia e si fa chiudere dal ritorno dell’ex n°1 doriano.

Siamo noi a fare la partita ma con una prevedibilità allucinante, il Cesena si limita alle ripartenze, ma le incursioni di Parolo e Giaccherini non trovano Malonga al posto giusto nel momento giusto. Mannini e Guberti non sono ispirati, Dessena si limita alla fase di rottura, Palombo fatica a dettare i tempi della manovra, la difesa non è tranquilla, l’attacco è caratterizzato dal dinamismo e dall’inefficacia di Biabiany e dall’immobilismo di Maccarone. È però proprio Big Mac ad andare via sull’out sinistro e mettere sui piedi di Biabiany una palla che va soltanto spinta in rete dal cuore dell’area, ma l’ex interista calcia incredibilmente alle stelle, sprecando un’occasione d’oro. Come se non bastasse durante l’azione Palombo, in seguito ad un duro contrasto a centrocampo, si tiene il costato e, dopo un paio di minuti, è costretto a chiedere il cambio, al 36’ al suo posto Koman.

L’ungherese e Mannini ci provano da fuori senza fortuna, è invece il Cesena a passare al 43’ con una bordata dal limite di Parolo che s’insacca nel set, capitalizzando nel migliore dei modi una palla banalmente persa al limite dell’area dai nostri difensori. È un gioiello del promettente centrocampista romagnolo, è l’ennesimo goal preso da distanza siderale. La Samp torna negli spogliatoi in un mix di applausi, cori di incitamento e fischi. La ripresa inizia con Volta al posto di Lucchini, ma soprattutto con un Cesena che mette al tappeto una Samp irriconoscibile: Zauri e Biabiany fanno crossare con troppa disinvoltura Jimenez dall’out sinistro, cambio di gioco per Giaccherini che incrocia splendidamente, parte interna del montante alla destra di Curci e palla nel sacco. Buio profondo per la Samp, che, 1’ più tardi, subisce il tris, realizzato ancora da Giaccherini, lesto a sradicare la sfera dai piedi di uno spaesato Gastaldello.

Il Cesena amministra il vantaggio e fa possesso palla a Marassi, Di Carlo al 61’ toglie Guberti e non un difensore o un centrocampista di rottura per inserire Macheda, ci prova Gastaldello di testa durante lo svolgimento di un corner, Mannini in spaccata, ma ci si affida a pura improvvisazione. Negli ultimi 8’ la fortuna ci aiuta: Antonioli non trattiene una punizione di Maccarone e Volta insacca da pochi passi, mentre al 91’ è proprio l’ex senese ad insaccare dal dischetto. Cambia il risultato, ma non la sostanza: il Cesena passa a Marassi, la Samp non c’è, servono provvedimenti urgenti, sperando sempre che bastino.

TABELLINO:

SAMPDORIA – CESENA 2-3

RETI: 42′ pt Parolo, 1′ st Giaccherini, 2′ st Giaccherini, 37′ st Volta, 47′ st Maccarone (rig.)

SAMPDORIA (4-3-2-1): Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini (1’st Volta), Ziegler; Mannini, Palombo (37′ pt Koman), Dessena; Biabiany, Guberti (16′ st Macheda); Maccarone. (Da Costa, Lazcko, Padalino, Martinez)  All. Di Carlo.

CESENA (4-3-2-1): Antonioli; Santon, Pellegrino (9′ st Benalouane), Von Bergen, Lauro; Caserta, Colucci, Parolo; Giaccherini (44′ st Piangerelli ), Jimenez; Malonga (27′ st Rosina). (Calderoni, Appiah, Della Fiore, Ferri) All. Ficcadenti

ARBITRO: Pierpaoli di Firenze

AMMONITI: 34′ pt Von Bergen per gioco scorretto, 35′ pt Gastaldello gioco scorretto, 38’pt Lauro gioco scorretto, 34′ st Biabiany per gioco scorretto, 41’st Macheda per gioco scorretto, 48′ st Caserta per gioco scorretto.

NOTE : Angoli: 6-0 per la Sampdoria. Recupero: 2′ e 4′. Circa 800 tifosi ospiti al seguito.

[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]