Europa League, Benfica-Juventus 2-1: Tevez illude ma qualificazione aperta

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logo Europa LeagueÈ stata una battaglia al “Da Luz”, lo sarà a Torino giovedì prossimo. Benfica e Juve hanno dato vita ad una gara vibrante, animata dal gol portoghese dopo pochi secondi, a lungo senza soste, accesa da giocate pregevoli. Su tutte, la magia di Tevez e la perla di Lima. Partita male, “Madama” ha retto l’urto dello svantaggio, mantenuto bene il campo è reagito nel secondo tempo, quando ha a lungo dominato. La vittoria è lusitana, la Finale è ancora in gioco.

“Da Luz” rosso sangue, rosso passione, rosso tensione. Sugli spalti, emozioni e brividi; in campo, occhi concentrati e volti imprevisti. Attesi e confermati Mirko Vucinic al fianco di Tevez e Marchisio al posto del dolorante Vidal (neanche in panchina), a sorpresa Caceres preferito a Barzagli nel terzetto difensivo: Conte ha puntato sull’attacco degli spazi e la velocità nei recuperi. Ben maggiori, le “iniziative” di Jorge Jesus: Artur al posto di Oblak tra i pali, davanti Cardozo e non Lima, al centro Andre Gomes. Benfica con il tridente, Juve con il consueto abito tattico.

Ma tutta la tattica e tutto il ragionare della vigilia sono andati in fumo dopo pochi secondi. Al primo calcio d’angolo, liberato da una serie di blocchi e non contrastato dal vicino Bonucci, Garay ha colpito di testa: deviazione neanche troppo forte ma angolata al punto giusto. Buffon in ritardo, Benfica avanti al 2′. Giallo vestita, giallo scioccata: la Juve ha accusato il colpo, specie perché le aquile lusitane si sono fondate sugli avversari con un pressing asfissiante. E, non appena hanno afferrato un pallone, l’hanno usato per minacciare: al 11′, da buona posizione, Sulejmani ha spedito a lato. Ha centrato la porta, invece, Tevez, che al 14′ ha firmato il primo tiro bianconero (debole e schiacciato). Dopo un quarto d’ora di fuoco, il Benfica si è quietato, preferendo lasciare il pallone alla Juve, per poi ripartire veemente in contropiede. “Madama”, dal canto suo, è cresciuta, senza però giungere mai a concludere pericolosamente dalle parti di Artur. Di tutt’altra consistenza, le offensive lusitane, con la straripante velocità di Markovic e Siqueira. Buffon, però, solo preoccupato, non occupato.

Juve più decisa nella ripresa: dieci minuti di possesso, poi l’azione migliore. Al 9′, al termine di una manovra corale, Marchisio ha anticipato l’uscita del portiere brasiliano e servito al centro Pogba, che di testa ha provato a prendere in contropiede l’estremo avversario, lesto però nel riflesso. Non sono riusciti a cambiare l’andamento dell’incontro i giocatori in campo, ci ha provato Conte dalla panchina: dentro Giovinco, fuori Vucinic. Subito gli effetti. Juve più rapida ed al 23′ è andata ad un passo dal pareggio, impedito dalla chiusura perfetta di Maxi Pereira su un cross basso di Lichtsteiner per Marchisio.

Ma nessuno ha potuto alcunché contro Carlitos Tevez al 28′. L’argentino ha ricevuto palla da Asamoah al limite dell’area, ha controllato, mandato due difensori a vuoto con una finta da attore consumato e trafitto Artur. Dal 7 aprile 2009 al 24 aprile 2014, dal Porto al Benfica: 5 anni per tornare al gol europeo. Attesa meritata, gol pesantissimo. Ed il Benfica, che già iniziava a perdere tempo ad ogni fallo laterale e rimessa dal fondo, è rimasto di gesso.

Ma nel momento peggiore, quando la Juve pareva ormai in controllo, i lusitani hanno reagito con un colpo di classe, quello di Lima: bordata di prima intenzione, sotto la traversa, a freddare Buffon. La partita è esplosa nel finale: prima Markovic ha sfiorato l’angolino basso con un diagonale rasoterra, poi Marchisio ha sprecato un rimpallo favorevole al cospetto di Artur. Giù il sipario: allo Stadium, tutto ancora in gioco.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]