Fiorentina a caccia dello sprint europeo, Sousa ai saluti

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La Viola è lontana 4 punti dal sesto posto del Milan, da qui in poi serve vincerle tutte per sperare ancora

FIRENZE – Una corsa verso l’Europa un po’ yo-yo quella della Fiorentina. Ad inizio stagione il progetto sembrava strutturato per aspirare anche a qualcosa in più della Uefa. Una stagione incerta ha allontanato prima i sogni di gloria e poi il minimo richiesto. Nelle ultime settimane però, complice la frenata delle milanesi l’Europa League si era riavvicinata.

E invece la Fiorentina domenica con la sconfitta contro il Palermo ha gettato alle ortiche un’ottima occasione per piazzare il fiato sul collo del Milan. Domenica sera i rossoneri saranno impegnati contro la Roma. Se non dovessero vincere a Firenze probabilmente qualcuno si mangerà i gomiti poiché sarebbe potuto essere già tempo di sorpasso. Niente è perduto però e la Fiorentina è intenzionata a giocare le ultima quattro partite della stagione come quattro finali. Per tirare le somme alla fine.

Il ciclo di Sousa è finito, l’Europa per Di Francesco?

Curiosamente una bella fetta delle speranze europee dei viola passa dalle parti di quello che potrebbe essere l’allenatore del futuro. Sulla panchina del Sassuolo siede infatti Eusebio Di Francesco, allenatore su cui i fratelli Della Valle hanno fatto più di un pensiero riguardo alla prossima stagione. La fine del rapporto con Sousa è acclarata da tempo e l’allenatore portoghese è da qualche mese una sorta di traghettatore col compito magari di centrare l’obiettivo minimo chiamato Europa League. Un amore mai nato davvero quello tra Sousa e Firenze.

All’inizio dell’avventura del portoghese a Firenze qualche tifoso viola aveva storto il naso a causa del passato a tinte bianconere di Sousa. Poi le buone prestazioni della Fiorentina avevano per un po’ convinto il pubblico di Firenze. Eppure la Fiorentina seppur capace di esprimere un calcio moderno e bello da guardare sembrava sempre un po’ perdersi.

Come se a quella bella forma corrispondesse poca sostanza. Le idee tattiche, a volte forse poco ortodosse, di Sousa hanno fatto il resto deteriorando il rapporto tra piazza e allenatore. Adesso la storia è ai titoli di coda e a Sousa non resta che fare le valigie. Poi sarà tempo di chiedersi perché sia finita così.