Genoa: nuova sconfitta, alla ricerca delle cause

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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, il Genoa attuale sembra come la famosa tela di Penelope. La consorte di Ulisse, re di Itaca, di giorno tesseva la tela: al calar delle tenebre la disfaceva. Allo stesso modo la squadra rossoblù è stata pazientemente costruita, seppure in neanche 15 giorni, dal nuovo tecnico Pasquale Marino tra l’entusiasmo del pubblico per le porte aperte del “Signorini” e dell’arrivo di Gilardino. Poi purtroppo, come per un malefico incantesimo, alla riprova del terreno di gioco tutto si dissolve. In una situazione così complessa è difficile stabilire esattamente le responsabilità: però, come ben sapete, sono contrario alla “caccia alle streghe” che creerebbe ancora più confusione.

In questa atmosfera plumbea Frey ha fatto benissimo a richiamare all’ordine tutti i compagni in un incontro chiarificatore da tenersi al più presto in settimana. Un elemento necessario in vista della visita dell’Udinese domenica prossima al Tempio. C’è ben poco da salvare nella pesante sconfitta di Cagliari, che segue a quella ancor più umiliante di Napoli. Comunque proverò a tracciare le mie osservazioni dopo lo strazio a cui abbiamo assistito oggi. Occorre però una premessa fondamentale: in così poco tempo il nuovo allenatore non poteva cambiare tutto e subito.

1) Il Genoa continua a soffrire maledettamente le squadre che giocano in contropiede. Anche il Cagliari lo ha capito e ha picchiato senza pietà con Ibarbo, Larrivey e Dessena. Avevo notato questa pecca sin dalla seconda amichevole estiva a Padova: il gol di Lazarevic, realizzato dopo una galoppata solitaria da centrocampo, era stato purtroppo un primo segnale.

2) Per favore, qualcuno risolva il mistero Kucka. Se c’è uno “scollamento” tra difesa e centrocampo è dovuto alla sua assenza in campo: manca infatti la “diga” agli attacchi avversari. Com’è possibile che il “panzer” non ha più benzina ed è sempre impreciso e improduttivo? Forse sta per andare via? se è così, si pensi subito a trovare un sostituto: anche perché Seymour oggi ha dimostrato la sua inadeguatezza.

3) Altro “mistero” glorioso è Constant: si spera che la dea Eupalla faccia un miracolo e lo riconduca sulla retta via. Così com’è, rende il centrocampo leggero e vulnerabile. E sempre a proposito di centrocampo, manca l’intesa con i due esterni della difesa affinché possano a turno correre sulla fascia per partecipare alla manovra offensiva.

4) L’attacco è Palacio-dipendente. Se non torna l’argentino, sarà molto difficile che Gilardino possa esprimersi al meglio. Manca anche un altro esterno per coordinare meglio l’azione: Jankovic è lontano da un aprezzabile stato di forma.

Per risolvere i problemi del Genoa occorrerà una duplice azione: quella interna alla squadra del tecnico Marino associata all’altra esterna del presidente Preziosi sul mercato. Il numero uno rossoblù ha sempre visto e provveduto: anche stavolta agirà con la sua consueta determinazione per potenziare e migliorare la squadra.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]