I moduli della nuova Inter: l’ago della bilancia sarà il centrocampo

225

Con quella faccia bonaciona che trasmette simpatia e intelligenza, Rafa Benitez si è presentato nel modo migliore alla sua nuova realtà nerazzurra. Il suo non sarà un compito semplice, raccogliere l’eredità di Mourinho sarebbe arduo per chiunque, ma la consapevolezza di questa spada di Damocle sulla testa è il primo, importante passo avanti per fare bene.

Il resto lo faranno il rapporto con i giocatori, finora sereno durante questi primi giorni di lavoro ad Appiano Gentile (solo buone parole spese nei suoi confronti dai campioni d’Europa), e le scelte tattiche che il tecnico di Madrid farà durante la prossima stagione. Proprio questo è un aspetto che Benitez cura con particolare attenzione, quasi maniacale.

I block notes di indicazioni, appunti e suggerimenti che colleziona ne sono un esempio lapalissiano, e in questo ricorda molto Josè Mourinho, non solo Arrigo Sacchi, del quale è grandissimo estimatore. Ma anche l’attenzione che pone all’aspetto tattico durante gli allenamenti, così come al lavoro sul possesso di palla indicano la sua volontà di dare la propria impronta a questa Inter, senza tuttavia (saggiamente) demolire quanto lo Special One ha costruito in due anni.

Per quanto riguarda l’idea di base, l’unica garanzia sarà la difesa a quattro davanti a Julio Cesar, base per la costruzione del gioco dalle retrovie. Il resto dell’assetto cambierà in base alle necessità e, come ha anticipato Benitez, potrà essere un 4-3-3 o un 4-2-3-1 (lo stesso dell’Inter triplettista). Nel primo caso, le tre punte giocheranno quasi sulla stessa linea, per la gioia di Samuel Eto’o che potrà partire defilato e puntare la porta, magari interscambiandosi con Milito che talvolta va a muoversi verso l’esterno. Idem per quanto concerne Pandev sull’altro lato, sempre che sia il macedone a partire titolare (dipenderà molto dal futuro di Balotelli e da un eventuale sostituto in caso di cessione).

A centrocampo, tutto dipenderà dall’arrivo di Mascherano, la cui presenza consentirà a Cambiasso di sganciarsi in zona offensiva più spesso di quanto fatto negli ultimi anni. Il Cuchu è una calamita per i palloni e uno splendido intenditore, ma nasce come trequartista e in zona gol si fa spesso trovar pronto. Liberarlo da compiti difensivi potrebbe giovare all’attacco nerazzurro, soprattutto se El Jefecito gli coprirà le spalle. Allo stesso modo, nel terzetto di centrocampo, con Cambiasso sempre in posizione arretrata, potrebbe giocare Sneijder, in grado di agire in ogni angolo della metà campo e più sereno con la coppia argentina alle sue spalle. Il tutto, senza dimenticare i vari Stankovic e Thiago Motta, alternative di lusso in mediana, così come Muntari e Mariga (in caso, per entrambi, di conferma).

Ovviamente, Sneijder potrebbe rendere meglio con l’ormai collaudato 4-2-3-1, perché giocherebbe dietro Milito e potrebbe dare più ossigeno al suo estro. In questo caso, Mascherano e Cambiasso avrebbero il compito di chiudere in mediana e tenere la squadra alta, evitando così a Eto’o e Pandev il sacrificio di inseguire l’avversario nella loro zona di competenza. Il Cuchu, però, avrebbe meno chance di sganciarsi in attacco. Questo modulo sarebbe l’ideale anche per Coutinho, nel caso in cui Benitez gli desse la possibilità di agire da trequartista, alla Sneijder per intenderci. Tutto ruota intorno all’arrivo o meno di Mascherano. Un intenditore come lui darebbe maggiore sicurezza al reparto difensivo, consentendo alla squadra di mantenere un certo equilibrio pur alzando il baricentro.

L’argentino, ai Mondiali, ha in pratica giocato da solo in mezzo al campo, cercando di coprire la difesa albiceleste dalle incursioni avversarie, favorite dalla presenza di molti (troppi) giocatori offensivi nell’undici di Maradona. Equilibrio sarà dunque la parola d’ordine di Benitez per la nuova Inter: nel caso in cui il Liverpool non liberasse Mascherano, non è escluso che possa essere l’indistruttibile Zanetti a svolgere il suo compito, anche se il capitano sarebbe come sempre costretto ad adattarsi e a macinare più chilometri di quanti la sua età anagrafica consentirebbe. Ad ogni modo, il centrocampo che l’allenatore spagnolo si troverà a disposizione sarà l’ago della bilancia del gioco nerazzurro. Con o senza El Jefecito.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]