Il comandante Ballardini ha dominato la battaglia del derby

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Dopo il gol di stasera Rafinha è entrato nella “hall of fame” rossoblù del derby. C’è anche qualche somiglianza con la marcatura del suo connazionale Branco, almeno nella traiettoria del tiro. Ad ogni modo l’esterno ha coronato una prestazione finalmente di grande livello.

L’altro ingresso nella galleria delle celebrità della stracittadina spetta a Davide Ballardini. Ha capito perfettamente che questa squadra ha nel suo dna il gioco sulle fasce: lo praticava Gasperini e lo adopera anche lui. D’altronde, come avevo scritto la scorsa settimana, a Bari le corsie laterali non erano stato utilizzate e si è visto quali effetti deleteri si sono ottenuti. Il terzo ingresso spetta a Kucka: il “panzer” (lo so è slovacco, ma il soprannome tedesco gli calza a pennello) ha agilità, senso della posizione e toglie numerosi palloni agli avversari.

Ma torniamo al derby vinto strameritatamente dal Grifone. Un trionfo che consente di scavalcare la Samp e di raggiungere al decimo posto la Fiorentina. Notoriamente Ballardini conserva sempre il suo perfetto aplomb da gentiluomo inglese: ma gli saranno almeno brillati gli occhi quando ha visto che lo schieramento adottato dal suo collega sampdoriano Di Carlo lasciava le fasce libere. Non gli sembrava vero: ma non ha perso tempo e ha ordinato a Rafinha e Criscito (Dessena sta ancora cercando di capire qual era il numero di targa di Mimmo che lo ha travolto) di impadronirsene e di costruire la superiorità del Vecchio Balordo.

Il duo Floro Flores e Palacio non dava punti di riferimento ai difensori avversari, mentre Marco Rossi con i suoi rapidi inserimenti tra centrocampo e reparto difensivo dei blucerchiati creava scompigli. Soltanto la traversa ha salvato Curci dalla capitolazione repentina nel primo tempo. La Sampdoria ha abbozzato due manovre offensive nei primi 20 minuti grazie a Guberti, sventate da un Eduardo tornato in formato Mondiali sudafricani. Ma erano fuochi fatui: Kaladze e Dainelli hanno preso le contromisure assieme a Kucka e anche il folletto blucerchiato è sparito dal campo. Com’è anche sparita l’altra squadra di Genova sotto gli impietosi colpi di becco del Grifone che ha dominato per quasi tutta la gara.

Come spiegava in conferenza stampa Ballardini, ora manca soltanto la continuità alla squadra. Se riuscisse anche a raggiungere questo obiettivo il Genoa potrebbe ancora ottenere qualche piacevole sorpresa in classifica. La controprova è la prossima partita con la Roma al Tempio di Marassi che avrà alcune assenze eccellenti come lo squalificato De Rossi. Quale migliore occasione per dimostrare che l’orchestra rossoblù suona un’altra musica?

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]