Il Pagellone 2010/2011 del Napoli

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È stato tremendamente difficile valutare le singole prestazioni degli azzurri settimana per settimana, senza considerare quanto di grandioso fatto durante il resto della stagione. Un tributo che riassuma lo strepitoso percorso degli uomini-Champions, è allora doveroso.

DE SANCTIS voto 8. Il record di 799 minuti di imbattibilità casalinga la dice lunga sull’importanza del portierone azzurro e non sarà certo qualche uscita poco convinta a screditarlo. Resta l’estremo difensore più decisivo tra i pali, a tratti spettacolare, di sicuro mai banale, un po’ come quando gli tocca parlare al microfono in sala stampa. Domande scomode e tiri in porta arrivano come proiettili, ma con quella faccia da duro, Morgan ha tutta la credibilità e il coraggio di un eroe Western. CLINT EASTWOOD

CAMPAGNARO voto 8. Si consacra come uno dei difensori più impressionanti della Serie A. Poche, pochissime le defaiance, e anche in quelle circostanze non si risparmia sudando sempre la maglia fino al 95’ e questo ai napoletani piace e non poco. Roccioso nella marcatura, ai limiti dello sprovveduto in anticipo, non ci pensa due volte prima di lanciarsi in dribbling e spingersi verso la linea di fondo avversaria. ROCK!

CANNAVARO voto 8. IL, sottolineiamo IL, centrale italiano più in forma e continuo dell’intero campionato. Imperioso di testa, calmo palla al piede, non esita a improvvisarsi attaccante aggiunto nei momenti più duri. Un anno e mezzo fa qualcuno lo considerava il difensore più imbarazzante della Serie A, il napoletano sale in cattedra e dà una bella lezione ai suoi detrattori, costretti a ricredersi ed apprezzarlo. Roba da Attimo fuggente. CAPITANO, MIO CAPITANO.

Aronica voto 6,5. Il palermitano alterna prestazioni buone e meno buone, senza cadere mai nell’ infamia, né arrivare alla lode. Nonostante la difesa a tre non lo metta a proprio agio, resta con l’infortunio di Grava e l’arrivo di Ruiz, il giocatore più affidabile per dare filo da torcere agli attacchi avversari provenienti da destra. SOLDATINO

MAGGIO voto 8. Parte in sordina, tanto da ricevere molte, troppe critiche nei primi mesi. Cresce in maniera esponenziale e, trovato il giusto assetto, sprigiona tutta la sua potenza e in fase difensiva, quanto in quella d’attacco non ce n’è per nessuno. In gergo si parla di diesel, troppo poco! Trasforma la fascia destra in autostrada e gli avversari in utilitarie. FUORI SERIE

PAZIENZA voto7. Conquista la fiducia del mister e della piazza, unicamente grazie alle sue prestazioni. Il rinnovo non arriva, e il finale di stagione ne risente; ci si aspetta un grande acquisto per sopperire alla sua mancanza. Soffre talvolta la personalità di Yebda, sempre il primo a spingersi oltre la linea mediana. Al fianco di Gargano le sue doti di play maker e di incursore si esaltano, non sfigurando nell’interdizione. A un tempo stratega e guastatore. GENIO… MILITARE

GARGANO voto 6. E’ il generoso di sempre, recuperi straordinari sono per lui all’ordine del giorno, ma nel calcio moderno è difficile trovare spazio per chi sbaglia anche semplici appoggi. I fischi del pubblico amico non lo aiutano a ritrovarsi e quando gli viene preferito Yebda riceve un’ulteriore batosta. Paga il ruolo di mediano e l’emotività che oltre ai cali di concentrazione, lo porta addirittura ad allontanare Mascara dal punto di battuta, per la voglia di riscattarsi. Il finale in sensibile crescendo fa ben sperare. TROTTOLINO AMOROSO

DOSSENA voto 7,5. Inizio e finale sugli scudi sono intervallati da un periodo di forma non eccellente. Si propone con puntualità sulla trequarti sinistra avversaria, ma spesso il fiato non gli consente di ripiegare con tempismo e a chiudere l’intero match. Non trova sempre il cross risolutivo, ma è una preoccupazione costante per le difese avversarie, anche per merito degli intelligenti movimenti di Hamsik e Cavani. Pur non essendo la pedina da scacco matto per antonomasia, rappresenta un diversivo efficace nello scacchiere di Mazzarri: IL CAVALLO.

HAMSIK voto 8. Ancora una volta in doppia cifra (11 gol in campionato), si conferma tra i centrocampisti più prolifici in Italia. I numeri parlano e dicono che quando manca si sente e non solo in zona gol. Non ha il dribbling dei grandi trequartisti, né la precisione del numero 10, ma quanto a intelligenza tattica e ad eleganza ha poco da imparare. Il principe degli inserimenti si conferma in quest’annata anche come inventore di gioco, nonché straordinario amministratore di palloni. Talvolta risparmia alle sue preziose gambe gli interventi più pericolosi. ARISTOCRATICO

LAVEZZI voto 7-. Sei gol, pochi; nove assist vincenti, tanti; migliaia di scatti non sempre efficienti. Troisi gli direbbe: “Cinquanta da orsacchiotto, no?”. La virtù sta nel mezzo, ma il Pocho non ha ancora imparato questa – per la verità difficilissima – lezione. In molti ancora non gli perdonano le occasioni mancate al Madrigal, o il brutto gesto di reazione a Rosi, ma sarebbe ingeneroso ricordarlo solo per questo. Carattere troppo “caliente” per mantenere il sangue freddo. Genio e follia, esaltante e deprimente, l’argentino è l’emblema più che del calcio Napoli, della Napoli città. CROCE E DELIZIA

CAVANI voto 9. Il terminale ideale di una macchina da guerra che rasenta la perfezione. Ventisei gol, a un passo da scettro e corona di capocannoniere. Un’ingenuità a Lecce gli costa la possibilità di riacciuffare Totò Di Natale, ma anche se l’ultima apparizione in tenuta da gioco è stata disastrosa, i ricordi legati all’uruguagio sono ben altri. Elencarli tutti impossibile, menzionare i gol sarebbe banale. La sintesi dell’attaccante moderno sta tutta nella chiusura e nel successivo dribbling a Pastore, per poi ritornare nella zona di competenza. MAS QUE UN GOLEADOR!

MAZZARRI voto 9. Il principale artefice di un miracolo chiamato Champions. Giocatori rinati, altri reinventati, hanno addirittura fatto sognare lo scudetto a un popolo che non ci sperava da più di vent’anni. Gioco, convinzione, entusiasmo, questo quanto donato da Mazzarri in meno di due anni. Al di là del risultato stratosferico, “contano le prestazioni” ama ripetere il mister, che ha convinto tutti, ma proprio tutti delle sue qualità. Negli ultimi due mesi impacchetta un regalo indesiderato, sicuramente inopportuno, che ancora tiene sulle spine l’intero ambiente. Nonostante l’ultima, goffa, mossa tattica, per il tecnico di San Vincenzo una sola parola. GRAZIE!

 

IEZZO voto 7 honoris causa. Solo Coppa Italia per quel che è stato uno dei pochi profeti in patria. Grande professionista, accetta il ruolo di attore non protagonista. Difficile che farà parte l’anno prossimo di una produzione De Laurentiis, ma l’augurio sincero è di sbancare il botteghino! CUORE AZZURRO

SANTACROCE voto 6-. Non trova lo spazio che si aspettava, chiuso da uno strepitoso Campagnaro, cerca di cambiare area per dimostrare il suo valore, ma non viene accontentato. Chiamato in causa stecca la prima, per migliorare nelle occasioni concessegli successivamente. Un prestito sarebbe la soluzione ideale per ridargli il valore di pochi anni fa. SPERANZA

CRIBARI voto 6-. Uomo contro uomo si difende più che bene, ma quando la palla è lontana perde spesso concentrazione e marcatura. Costretto a rincorrere combina pasticci. Ha il merito di riprendersi dalle brutte figure rappresentando nella seconda parte della stagione una buona alternativa al capitano. CAPARBIO

GRAVA voto 7. La prova vivente che volere è potere. Scommette tutto su se stesso confidando nella quota alta. La vittoria è considerevole, purtroppo stroncata da un brutto infortunio. Rivederlo in panchina l’ultima di campionato, una gioia per tutti. Quando sarà chiamato in campo tornerà a salvare la porta sulla linea, a rischiare nell’anticipare l’avversario e a disimpegnare con improbabili quanto efficaci acrobazie. AZZARDO

RUIZ voto 6-. Lo spagnolo ha le qualità per sfondare, ma ha bisogno di tempo. Il piede mancino non si discute, ma adattarsi a una difesa a tre, per di più nel campionato italiano non è impresa da chiedere a un appena 22enne arrivato a gennaio. RIMANDATO

ZUNIGA voto 7. La rosa ha non risponde sempre al meglio e Mazzarri ha bisogno di un eclettico che intravede proprio nel colombiano. Missione compiuta. Dopo i primi inevitabili stenti, destra o sinistra, difesa, centrocampo o attacco per il ragazzo non fanno differenza. Non eccelle, ma si comporta bene e con una discreta continuità, fino a siglare il gol che vale la Champions. JOLLY

YEBDA voto 7. Come Zuniga guadagna l’appellativo di titolarissimo, pur non scendendo sempre in campo tra gli undici. Ci mette un po’ fa uscire presto la sua personalità rendendosi spesso pericoloso anche in area avversaria. Il contributo quantitativo supera quello qualitativo, ma ce n’era davvero bisogno: dopo tanto tempo, si è rivisto un giocatore che fa tirare indietro la gamba all’avversario. CORAZZIERE

SOSA voto 6-. In molti lo giudicano il giocatore più tecnico della squadra, ma in campo non rende quanto le attese. I piedi rispondono prontamente ai comandi, eleganti controlli e scambi precisi sono il suo forte. Le gambe purtroppo non stanno… al passo! Bel problema per un trequartista. FUTURO IN MEDIANA?

MASCARA voto 7. Chiamato a colmare le lacune di Sosa stecca la prima, però ha modo di rifarsi presto. Prezioso dal centrocampo in giù, regala poche, ma spesso decisive perle nella trequarti avversaria conquistando in un paio di occasioni la palma di migliore dei suoi. AFFIDABILE

LUCARELLI voto 6. Neanche il tempo di entrare in campo e fa subito crack. Recuperato il legamento, la sfortuna sembra essersi affezionata all’ariete. Legni e miracoli dei portieri avversari, quasi spengono le speranze di timbrare il cartellino stagionale come ha sempre fatto in carriera. Arriva il lieto fine all’ultima giornata e questa volta il palo gli fa un favore. Esplode la gioia per l’incornata che punisce Buffon e si candida per un altro anno tra le fila azzurre, dichiarando di voler firmare il contratto persino in bianco. STIMA INCONDIZIONATA

[Riccardo Rossi Fonte: www.tuttonapoli.net]