Il mio ricordo di Carlo Petrini

247 0

È morto Carlo Petrini, ex attaccante di tante squadre (tra cui Roma, Bologna, Savona, Genoa, Catanzaro). Era nato nel 1948 a Monticiano e aveva iniziato la sua carriera nelle giovanili del Genoa nel 1964. Era diventato scrittore, denunciando con fermezza e rigore il marcio del sistema calcio con il libro “Nel fango del Dio pallone“. La notizia della sua scomparsa è stata data sul suo profilo ufficiale Twitter. Petrini era stato squalificato per tre anni e sei mesi in seguito al calcioscommesse del 1980.

Dopo l’amnistia del FIGC nel 1982 dopo la conquista della Coppa del mondo della Nazionale, il calciatore tornò a giocare nel Savona in C2: concluse la sua carriera nel Rapallo Ruentes nell’Interregionale. Petrini denunciò nel libro “Nel fango del dio pallone” la pratica abusata del doping, accusando tutto il sistema calcio. Puntò l’indice anche contro la pessima abitudine dei pagamenti in nero da parte di calciatori e società. Scrisse anche un saggio “Il calciatore suicidato” dedicato a Donato Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato morto nel 1989 sulla statale Jonica, in cui sostenne che l’omicidio era stato ordinato dalla mafia locale, nonostante l’inchiesta ufficiale avesse parlato di suicidio.

Di recente la trasmissione Rai “Chi l’ha visto” ha riproposto questo caso. Negli ultimi anni Petrini si è mostrato preoccupato sul dilagare delle pratiche dopanti tra i giovanissimi, affermando: «Una recente indagine ha dimostrato che un adolescente su tre è disposto a fare uso di sostanze illecite pur di raggiungere il successo nel mondo del calcio. La cosa ancora più inquietante è che il 10% di loro si dichiara ‘pronto a morire per uso di questo sostanze’, pur di assomigliare al proprio idolo sportivo». Nel 2006, insieme ad altri ex calciatori tra cui Aldo Agroppi, ha aderito all’Associazione Vittime del Doping fondata da Claudia Beatrice, figlia di Bruno Beatrice, ex centrocampista della Fiorentina morto di leucemia nel 1987 a soli 39 anni. Il regista Gian Claudio Guiducci ha dedicato alla vita di Carlo Petrini un film intitolato Centravanti nato, prodotto da Barbara Balzaretti, in cui con interviste e filmati d’epoca si ripercorre la vita del calciatore, sia in ambito sportivo che a livello personale.

IL MIO RICORDO DI CARLO PETRINI – Avevo conosciuto Carlo nel marzo 2004 una sera a Bologna, in un dibattito organizzato dai ragazzi dell’università. Aveva letto il libro “Il pallone nel burrone” che avevo da poco scritto con il mio collega Salvatore Napolitano: l’aveva apprezzato per l’analisi approfondita e ironica dei debiti e delle situazioni paradossali che affligevano il calcio italiano. Quella sera Carlo svolse una vera e propria “lectio” sul problema del doping, raccontando tutti i casi di cui era stato protagonista e che aveva raccontato nei suoi saggi. Ricordo anche che disse: «Il mio medico è pronto a mettere nero su bianco che il glaucoma di cui soffro è dovuto alle micidiali sostanze proibite che mi hanno fatto prendere in tanti anni». E poi passò a raccontare lo scandalo del calcioscommesse del 1980, raccontato con dovizia di particolari. In seguito, ci siamo contattati spesso durante il periodo di Calciopoli nel 2006: mi ripetva che non era per nulla meravigliato del “sistema Moggi” e di tutto quello che c’era attorno.

Purtroppo si è spento un testimone delle “porcate dell’italica pedata” che dovrebbero servire da monito per il futuro, anche se la lezione di allora, alla luce delle indagini attuali del calcioscommesse, sembra non aver insegnato nulla. Non leggeremo più altri suoi racconti  sul marcio pallonaro, ma i suoi scritti resteranno una traccia molto pesante e indimenticabile. Ciao Carlo, che la terra ti sia lieve.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]