Il sottile filo invisibile tra Floro Flores e Acquafresca

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Chiusa la parte relativa a comproprietà e riscatti, il mercato del Genoa si avvia alla fase delle trattative libere. Com’è noto sono già stati definiti alcuni affari in entrata e in uscita: tra le ultime operazioni Constant, El Shaarawi, Merkel, Lupatelli, Vinetot. Ma c’è un sottile filo invisibile che lega la mancata risoluzione (purtroppo) dei riscatti di Antonio Floro Flores e Robert Acquafresca. In entrambi i casi le controparti (Udinese e Cagliari) non hanno trovato un accordo con il Genoa. E in ambedue le operazioni erano in gioco cifre oscillanti tra gli otto e i nove milioni di euro: logico pensare che la loro riuscita fosse correlata.

Invece i bianconeri friulani non hanno voluto diminuire il prezzo iniziale, mentre i sardi hanno ritenuto troppo alta la cifra proposta dalla dirigenza di Villa Rostan. Il presidente Preziosi si muove con prudenza: come spesso ha fatto in passato, incassa da una parte e reinveste poi dall’altra. Così come probabilmente farà con la cessione di Criscito: sarà importante la cifra di 15 milioni che dovrebbe pagare lo Zenit ad affare concluso. Stavolta però è andata male. E’ dispiaciuto molto a Totò Euroflora che sulla sua pagina Twitter ha scritto ieri sera: «Fino a oggi non avevo mai avuto importanza come mi è stata data al Genoa». Una chiara dichiarazione d’amore verso la dirigenza del Vecchio Balordo e i suoi tifosi. Ai quali è invece dispiaciuto il ritorno di Acquafresca per la sua esultanza dopo il gol vittoria realizzato a Marassi nello scorso aprile. Si penserà: perché non scambiare entrambi? Purtroppo le logiche del calciomercato seguono altri percorsi molto più difficili e tortuosi. Però, mi piace proporla ai protagonisti della trattativa: anche perchè il ds friulano, Fabrizio Larini, ha dichiarato il 20 giugno scorso al nostro giornale un benaugurante «Penso che il Genoa voglia riscattare Floro Flores… ci sono tutti i presupposti per la sua permanenza a Genova».

Le voci di un ipotetico scambio tra Inter e Genoa riguardo a Palacio e Pandev hanno suscitato perplessità nell’universo genoano. Il rendimento del macedone quest’anno è stato mediocre: su 27 gare in campionato soltanto due gol segnati, cinque realizzazioni in tutta la stagione su 42 presenze. Al contrario la “Trenza” è il punto di riferimento dell’attacco rossoblù: riservato e concreto, è un giocatore perfettamente inserito, che potrà dare il suo contributo anche al nuovo tecnico Alberto Malesani. Il Genoa non ha bisogno di vendere e probabilmente resterà all’ombra di Villa Rostan. Io ci spero e voi, cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso?

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]