Inter: apriamo un nuovo ciclo!

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Ora possiamo dirlo, con la magica Tripletta che ha ripagato tifosi e dirigenza nerazzurra di tanti sacrifici e tanti bocconi amari, si può considerare chiuso un ciclo straordinario che ha portato la squadra nerazzurra a vincere tutto.

Negli ultimi 7 anni l’Inter ha portato a casa 5 scudetti consecutivi (dal 2005/06 al 2009/10), 3 coppe Italia (ed è in corsa per la quarta, la settima in valore assoluto), una Champions League, 4 Supercoppe Italiane e un Mondiale per Club. Un ruolino di marcia straordinario che ha fatto passare come per “fallimentare” o comunque sottotono l’attuale stagione. Sinceramente a me tanto fallimentare non sembra, con un Mondiale vinto, una Supercoppa Italiana in bacheca e un cammino onorevole in campionato e una Coppa Italia, come si diceva, ancora da giocare.

Sì, siamo fuori dai tornei più rappresentativi, la Champions e il Campionato (alla voce Scudetto) ma considerando i 3 mesi sciagurati della gestione Benitez, l’assenza del mercato estivo e la stanchezza accumulata nella scorsa stagione, forse meglio non si poteva fare, considerando anche che per un attimo l’Inter è arrivata a -2 dal Milan e nel derby poteva riaprire tutti i giochi. Ma poi la sconfitta contro i rossoneri ha portato alla luce tutta la fragilità psicologica e fisica di questa squadra, che dopo aver dato fondo alle ultime forze per riprendersi il primo posto, è crollata dopo la sconfitta.

Certo, qualcosa di più si poteva fare operando subito una mini rivoluzione in estate e magari scegliendo un allenatore diverso, ma parlare col senno del poi è facile. Chi avrebbe mai messo mano alla squadra che ha vinto tutto? Moratti non se l’è sentita, ha provato a condurre un campionato di transizione scegliendo un allenatore affamato di riscatto come Benitez, ma è andata male, anche perché nessuno poteva prevedere i tanti infortuni, frutto forse dell’eccessivo sforzo dello scorso anno o di una preparazione sbagliata, difficile ora dirlo. L’arrivo di Leonardo ha rimesso la squadra sui binari giusti, ha fatto quel che poteva, ha soprattutto recuperato un rapporto più “umano” e diretto con lo spogliatoio, ci ha messo entusiasmo, intesa, motivazione, ed è anche finita la lunga sfilza di infortuni. A tratti ha anche fatto vedere bel gioco, “alla brasiliana” come sarebbe forse banale dire, col rischio inevitabile di scoprirsi e subire poi nelle retrovie. Nel corso dei mesi ha saputo però maturare, rivedere alcune fasi di gioco, ha imparato a coprirsi e a conservare il risultato (basti citare il 4-4-1-1 di alcune partite) e ora possiamo dire che è un allenatore più maturo. Esperto forse ancora no, ma sicuramente più maturo.

Forse è facendo tutte queste valutazioni che Moratti ha deciso si dargli un’altra chance, di vedere come si comporta Leo non a stagione in corso ma pianificando tutto dall’inizio, e magari dando vita a un nuovo corso. Ora sì che si può fare, essere usciti dalla corsa scudetto e dalla Champions non vuol dire che l’annata è da buttare, ma se l’anno prossimo si vuol tornare competitivi su tutti i fronti qualcosa va fatto. La squadra va svecchiata, soprattutto in difesa, e va rinforzato l’attacco, dove con ogni probabilità Milito verrà ceduto. Ricapitolando quello che abbiamo detto in questi giorni, qualche big potrebbe essere sacrificato per far cassa e reinvestire in una nuova Inter, ma l’ossatura di base dovrebbe restare. Dovrebbero restare i vari Lucio, Cambiasso, Stankovic, Samuel, Eto’o e gli ultimi arrivati Ranocchia, Pazzini, Nagatomo.

Attorno a loro costruire l’Inter del futuro con almeno un rinforzo per reparto e magari un grande nome in avanti, uno tra Sanchez e Tevez completerebbe l’opera con uno dai piedi buoni per il centrocampo. E pazienza se questo vuol dire sacrificare un Maicon, o un Julio Cesar o un Milito (Sneijder non lo nomino perché a mio avviso è incedibile, ma si sa che nessuno lo è di fronte all’offerta giusta): meglio far cassa ora che hanno mercato, Ibrahimovic docet, e creare una nuova macchina perfetta in grado di vincere tutto. Senza aspettare nuovamente anni, ma proseguendo nel corso della continuità. Quella continuità di risultati e vittorie che ha caratterizzato l’Inter negli ultimi sette anni, e che può caratterizzarla ancora per tanti anni a venire. E’ ora di riprendere la marcia, dopo una stagione “di transizione” se così vogliamo chiamarla, visto che ci ha già regalato due trofei e una squadra finora seconda in classifica e in lizza per la Tim Cup. Qualcuno ha fatto meglio in Italia quest’anno?…

[Domenico Fabbricini – Fonte: www.fcinternews.it]