Inter: I problemi ci sono: e quei maledetti alibi…

275

“Clamoroso a San Siro”, non faceva altro che ripetere Fabio Caressa fino al minuto 72 durante Inter-Brescia. I nerazzurri, sotto contro i conterranei lombardi, alla fine portano a casa un punto che ha un saporte amarostico, deludente, quasi come le ultime fette di una torta che è stata buonissima, ma che ora è soltanto specchio di un bel ricordo che fu. Trovo che sia inutile, questa sera, nascondersi dietro un dito: l’Inter è andata male, molto male. La squadra di Iachini si è presentata battagliera sul terreno del Meazza, ma ha trovato di fronte i campioni d’Europa assolutamente molli, svogliati, deludenti. Le note positive (se dopo una notte così si può utilizzare questo termine) si riducono ad un Eto’o sempre più trascinatore e un Joel Obi che cresce bene, insieme a Philippe Coutinho autore di un signor primo tempo nel deserto nerazzurro, per poi naufragare in stanchezza e nervosismo nella ripresa. per il resto, c’è tantissimo da lavorare: la fase difensiva ha ancora mostrato lacune che mai avevamo celato anche quando si parlava di record in quanto a gol subiti, l’attacco risulta sempre più sterile se non fosse per il devastante camerunense. Risulta ovviamente impossibile criticare l’assenza di un play maker, in quanto mancavano praticamente tutti i centrocampisti all’appello di Benitez, ma questo è un altro discorso.

I veri problemi dell’Inter, oltre a quelli di ordine tattico che Benitez sta pian piano risolvendo – dato che la fase difensiva è comunque in miglioramento da inizio stagione, e che la formazione spezzata e esageratamente offensiva tanto da affollare l’area di rigore avversaria era soltanto dettata dalle assenze -, hanno purtroppo un nome e cognome. Rafa lo ha detto chiaro e tondo: “La differenza con l’anno scorso? Contate quanti gol faceva Milito…”. Il Principe è un fantasma. Lo spezzone di Londra aveva dato ottime speranze, ma stasera è stato quasi imbarazzante. Spiace dirlo per quello che Diego rappresenta per noi tifosi interisti, ma tra una pressione psicologica che lo sta schiacciando ed una forma fisica condizionata dagli infortuni, questo Milito non riesce proprio più a ritrovarsi. Contro un Brescia non imperforabile, il Re di Madrid galleggiava passivo tra le linee, senza pungere mai. Poca convinzione anche nei passaggi più banali, mai una fuga in area degna del suo nome, per non parlare di quel pallone capitatogli all’ultimo secondo che ha spedito tra i tifosi che già speravano di poterlo riabbracciare. Siamo tutti con Diego, anche l’esclusione dal Pallone d’Oro è stata una mazzata importante, ma questa Inter ha disperatamente bisogno di lui. Discorso (quasi) analogo per un Goran Pandev mai nel vivo del gioco, quasi assente, da ritrovare al più presto, insomma.

Ha sbagliato però – a mio avviso – anche il signor Benitez in questa triste serata di campionato. Quando Maicon è stato costretto ad uscire per infortunio, il tecnico spagnolo ha messo dentro Cordoba mentre il risultato era già di 1-0 per gli ospiti: perché non affidarsi a Santon – che quando poi è entrato ha dimostrato tutta la sua voglia con una spinta continua la quale si è rivelata decisiva per il conseguimento del pareggio -, ed inserire il colombiano che sulla destra sa svolgere soltanto compiti di copertura? Una rinuncia alla velocità del Bambino che si è rivelata fatale, le piccole cose in una partita come questa possono svolgere un ruolo importante. Necessario però anche un rapido appunto nei confronti di Rafa, perché se da un lato ha sbagliato con Santon, dall’altro va detto che non ha avuto l’opportunità di gestire i cambi a suo piacimento, magari con l’inserimento di un’arma letale come Biabiany, in quanto tutte le sostituzioni sono state obbligate da questi maledetti infortuni che ci stanno falcidiando. Gli infortuni, proprio loro, l’argomento del momento.

All’epidemia muscolare, che ha travolto un po’ tutti, si è aggiunto anche il botto del ginocchio di Walter Samuel, pedina fondamentale per questa squadra. Le immagini preoccupano, il guerriero argentino che esce in stampelle ancor di più. Speriamo non sia niente di tragico, anche perché aggiungere The Wall ad una lista già incredibile di infortunati fa davvero impressione. La motivazione va studiata e compresa, Benitez e il suo staff riusciranno a riportare la situazione alla normalità. Credo però che si stia commettendo un grosso errore, con il quale si vogliono giustificare con sfortuna e infortuni le ultime, deludenti prestazioni della squadra. Perché siamo tutti d’accordo che il numero di defezioni è esagerato e le alternative sono poche, ma l’Inter  fatica anche per qualche errore tecnico-tattico e, soprattutto per quanto visto contro Tottenham e Brescia, per una leggerezza, quasi poca reattività che mi preoccupa più di qualsiasi infortunio. Questa discussione continua sui troppi infortuni è dunque un’arma a doppio taglio, che può fungere da pericolosissimo alibi. Rafa ha ragione quando chiede rinforzi, ma la società da parte sua ha ragione quando spiega che, ad esempio, per il centrocampo ci sono Thiago Motta, Cambiasso, Stankovic, Mariga, Zanetti, Muntari e l’ultimo della lista, il giovane Obi. Non pochi, per due posti lì in mezzo. E gli infortuni non provengono di certo dalla scrivania di Corso Vittorio Emanuele.

Facciamo quindi molta attenzione: ci sono diversi problemi da risolvere, la sfortuna e gli infortuni sottolineamoli, ma non costruiamoci giustificazioni, anzi pensiamo a sciogliere i dubbi di questa questione, tra la delusione di un pareggio, la rabbia per una squadra poco cattiva, e la jella che – però – non deve diventare il centro di ogni discussione, perché Benitez ha ancora tanto da lavorare sul campo, con questa Inter.

[Fabrizio Romano – Fonte: www.fcinternews.it]