Inter: in prova Carew ma i primi test non sono positivi

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logo-interJohn Carew farà un provino con l’Inter. L’ha annunciato Massimo Moratti, si allenerà per quindici giorni e poi l’Inter deciderà se tesserarlo. É la fine di una ricerca, l’inizio di una avventura. John Carew dice di essere in ottima forma, se supererà le visite mediche giocherà nell’Inter. Anche se, dai primi test, le prime risposte sembrano essere negative. Il trasferimento, quindi, può saltare e non c’è niente di definito. L’attaccante norvegese avrebbe la grande opportunità della carriera a 33 anni, quando ormai non ci sperava neanche più. Infatti aveva appeso già uno scarpino e mezzo al chiodo, da settembre viveva a Miami e ha fatto anche l’attore.

Per un attore fare un provino non è un problema, hanno sdrammatizzato. Per un calciatore è una pratica diffusa all’estero, ha spiegato Stramaccioni. In Italia, però, fa ancora un certo effetto. Soprattutto per chi in Italia ha già giocato, alla Roma, senza convincere. Probabilmente, ora Carew era la soluzione migliore, se non l’unica. Il mercato degli attaccanti svincolati non offriva nessun nome di livello, non c’è da sorprendersi. E un attaccante, se preso praticamente gratis, può servire. Una scommessa senza perderci nulla, almeno a livello economico. A livello mediatico però non è il massimo per l’immagine dell’Inter.

Non è tanto per Carew, attaccante dalla discreta carriera, che però ha segnato tre gol negli ultimi due anni. Ma è per la situazione, quasi paradossale, che si è creata. Una situazione ‘antipatica’, direbbe Moratti. La ricerca, i tanti nomi offerti da tutto il mondo, l’arrivo di Carew, le visite, il provino. Si poteva evitare? Probabilmente sì. Certo, un infortunio così grave a Milito nessuno se lo poteva aspettare. ‘Prevenire è meglio di curare’, si dice. Non è stato questo il caso.

Un attaccante andava preso in estate, si era parlato tanto di un vice Milito. Poi però la rosa restò la stessa: partì Longo (in prestito all’Espanyol), mentre Livaja rimase all’Inter. Il croato è cresciuto molto in quei sei mesi, diventando una prima punta dopo aver giocato da esterno offensivo. In attacco l’Inter ha avuto qualche problema, ma nessuna emergenza. Palacio si è infortunato a inizio stagione, poi col suo ritorno Stramaccioni ha varato il tridente pesante insieme a Cassano e Milito. E col tridente espugnò lo Juventus Stadium.

I problemi sono iniziati a gennaio, con il nuovo anno. Milito, dall’Udinese in poi, è rimasto fuori. Cassano e Palacio hanno dimostrato di non essere, insieme, una coppia capace di trascinare l’Inter. Per sopperire all’emergenza l’Inter si è rifugiata su Tommaso Rocchi, poi però negli ultimi giorni di mercato è partito Livaja (all’Atalanta in comproprietà) e non è tornato Longo dall’Espanyol. Milito è rimasto fuori tutto gennaio, poi è tornato ma si è subito infortunato gravemente. Sfortuna, ma non solo. Perché le sue condizioni non erano già al massimo e se fosse stato preso un attaccante in più, forse, il suo rientro sarebbe avvenuto con più calma.

Se l’Inter fosse stata sfortunata, si sarebbe fatto male Cassano: il barese invece è sempre stato in salute, nonostante il mancato turnover obbligato. Andava preso un altro attaccante in estate, andava preso anche a gennaio. Rocchi è risultato pressoché inutile, l’ha dimostrato il campo: poche presenze all’inizio e poi solo panchina. Se l’Inter avesse preso un vice-Milito di maggiore spessore, ora non sarebbe corsa ai ripari con Carew. Il danno però è fatto, ora non possiamo aspettarci che sia John Carew a risolvere la situazione. Preservare Cassano e Palacio, giocare anche con una punta (4-2-3-1), inserire gradualmente Carew (se passerà il provino): Stramaccioni sta studiando per concludere nel modo migliore la stagione. A queste condizioni però il terzo posto non sarà una passeggiata. Meglio pensare al futuro e a Mauro Icardi. L’Inter vuole chiudere subito, per evitare di finire ancora in una situazione del genere.

[Guglielmo Cannavale – Fonte: www.fcinternews.it]